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05/07/2014 03:25:00

La Corte dei Conti: "Troppe irregolarità e corruzione in Sicilia"

  La Corte dei Conti, udienza presieduta da Maurizio Graffeo, pur dichiarando regolare il rendiconto generale della Regione per il 2013, ha manifestato serie riserve sui conti e posto delle condizioni per cui la manovra ter dovrà subire delle modifiche. 
Il procuratore generale, Diana Calaciura, quest'anno ha evidenziato alcun aspetti di cattiva gestione del denaro pubblico.
Al governo regionale è stato dato atto di avere realizzato alcune iniziative ed avanzato proposte riguardanti significativi settori, ma è stato rilevato che la Regione, «per superare la grave sofferenza dei conti pubblici e puntare decisamente su rinnovate strategie di sviluppo, nonché di risposta elle emergenze sociali, non possa più fare a meno di elaborare, al più presto, un programma pluriennale di aggiustamento economico e finanziario, sostenibile, ma nello stesso tempo severo, da definire ed attuare nell'ambito di una rafforzata cooperazione con lo Stato, il quale, comunque, dovrà in futuro maggiormente attenersi al principio di leale collaborazione».
Punto primo, la corruzione. si annida ovunque, si nasconde nelle consulenze superflue, può manifestarsi in occasione della creazione di società partecipate che a loro volte ne comprendono altre e sono occasione per nominare consigli di amministrazione e collegi di revisori e per assumere dipendenti al di fuori delle procedure concorsuali. L'immagine che si ricava dalla corruzione è di una crepa, di una ferita, di una rottura, rispetto all'integrità richiesta da un ruolo e quindi l'immagine di un tradimento che infrange la fiducia di chi ha dato quella potestà. La corruzione ha raggiunto alti livelli ed è diventata ambientale. Si parla di corruzione ambientale quanto il relativo fenomeno è divenuto così capillare da ingenerare nelle persone implicate il convincimento che la prestazione dell'illecito faccia parte di una pratica così diffusa da apparire normale.
Gestione delle entrate: i residui attivi raggiungono l'enorme cifra di 15 miliardi, di cui 11 provenienti da passati esercizi: sono i crediti della Regione accertati e non riscossi. Le spese correnti (cioè improduttive) impegnate nel 2013 sono state pari all'88% dell'intero bilancio, mentre le spese in conto capitale (cioè spese di investimento per la crescita e l'occupazione) ne hanno assorbito appena il 9,66%.
Lavori pubblici: gli appalti di importo superiore a 150.000 euro, aggiudicati nel 2013, sono stati 562 contro i 650 dell'anno precedente: un ulteriore contrazione che si ripercuote negativamente sull'occupazione e sulla ripresa economica.
Personale dipendente: il totale ammonta a 17.538 unità, 162 in meno del 2012. La Regione da anni non espleta concorsi di reclutamento del personale. Perché? Si è proceduto a vario titolo alla stabilizzazione del precariato. «Tale comportamento ha pregiudicato la possibilità di avviare le procedure selettive previste dalla Costituzione.
Sanità: la spesa nel 2013 ha impegnato il 54,66% della complessiva regionale, pari a 8 miliardi 893 milioni, con una diminuzione rispetto all'anno precedente di 495 milioni. Una parte cospicua è stata assorbita dal personale che è aumentato, essendo passato da 48.400 unità a 50.129. La spesa del servizio 118 è stata di 114 milioni. Ma a fronte di 3.029 soggetti impegnati nel servizio di 251 ambulanze e 10 "automedica", ci sono stati ben 1.376 consulenti. Complessivamente il dato della sanità è stato giudicato negativo.