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12/07/2014 08:10:00

Investì e uccise con la spazzatrice un uomo a Marsala. Condannato autista Aimeri

  E’ stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, per omicidio colposo, il 37enne Simone Maiale, il dipendente dell’Aimeri che la mattina del 28 luglio 2013 era alla guida della spazzatrice contro la quale andò a sbattere, con la sua moto, il 32enne cuoco marsalese Giuseppe Zerilli, che morì a causa delle gravi ferite riportate. La pena è stata patteggiata e per questo rimane sospesa. La spazzatrice, che fece improvvisamente inversione a U, era all’opera in via Cesare Battisti, la strada che costeggia Villa Cavallotti. La manovra del mezzo dell’Aimeri fu talmente repentina che Zerilli, pur non andando a forte velocità (circa 70 km orari), non riuscì a evitare l’impatto. Simone Maiale, difeso dall’avvocato Paolo Paladino, è stato condannato dal giudice per le udienze preliminari Vito Marcello Saladino. I familiari di Zerilli, la cui compagna era incinta, si sono costituiti parte civile. Ad assisterli sono stati gli avvocati Diego Tranchida e Vincenzo Sammartano (nella foto), che adesso, forti della condanna penale, chiederanno un adeguato risarcimento danni in sede civile.

Omicidio Sabine Maccarrone, chiesto rinvio a giudizio, come mandante, per Gianni Melluso
MARSALA – Torna alla ribalta delle cronache giudiziarie il nome di Gianni Melluso, detto ‘’il bello’’, 59 anni, noto per essere stato uno dei principali accusatori di Enzo Tortora. La Procura di Marsala ne ha chiesto, infatti, il rinvio a giudizio come mandante dell’omicidio della 39enne italo-svizzera Sabine Maccarrone. A confessare di essere l’autore materiale dell’omicidio, facendo il nome di Melluso come mandante, fu il pregiudicato mazarese Giuseppe D’Assaro, poi condannato per questo delitto a 30 anni di carcere. Il cadavere della donna, coperto con tegole e massi, fu trovato il 16 aprile 2007 dentro un pozzo artesiano accanto l’abitazione di campagna, in contrada San Nicola, a Mazara, di proprietà della madre di D’Assaro. Con Melluso, la Procura di Marsala ha chiesto anche il rinvio a giudizio, per occultamento di cadavere, di Yamina Reguiai Bent Hedi, 49 anni, tunisina, che avrebbe aiutato l’assassino a nascondere il corpo di Sabine Maccarrone dentro il pozzo. A difendere la donna tunisina è l’avvocato Maria Letizia Pipitone. La prima udienza preliminare davanti al gup Francesco Parrinello per decidere sulle due richieste di rinvio a giudizio si terrà il prossimo 25 settembre. Giuseppe D’Assaro già nel 1985 aveva commesso un primo omicidio, uccidendo a bastonate un uomo di 75 anni (Antonio Signorelli) in un tentativo di rapina.