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14/07/2014 06:15:00

"Correra mi riferì che il maresciallo Furia gli disse che era intercettato"

E’ a dir poco singolare, se dovesse rispondere a verità, una circostanza rivelata da un teste (il 48enne imprenditore marsalese Baldassare Lentini) ascoltato, in Tribunale, nel processo che vede imputati, per usura ed estorsione, il ristoratore Massimo Bellitteri e Antonino Salvatore Sieri. Ad accusarli è Antonio Ignazio Correra, a sua volta, però, sotto processo con l’accusa di avere commesso una serie di truffe. ‘’Correra – ha dichiarato Lentini, ex amministratore della Italconcimi ed ex presidente della Cantina sociale Mothia Garibaldi - mi riferì che il maresciallo Furia gli aveva detto che il suo telefono era sotto controllo’’. Il maresciallo dei carabinieri Furia è uno degli investigatori che si è occupato del caso Bellitteri-Sieri dopo la denuncia del Correra. Con quest’ultimo, Lentini ha detto di essere stato in buoni rapporti dal 2006 al 2009 circa. ‘’Correra – ha spiegato il teste rispondendo alle domande del pm Sabrina Carmazzi e del presidente Sergio Gulotta – lo conobbi come rappresentante di alcune ditte di fertilizzanti. Inizialmente si è comportato bene. Poi, però, mi chiese un aiuto economico per ricomprare la casa del padre, venduta all’asta a un altro condomino, ma i circa centomila euro che, con vari assegni, gli ho prestato non me li ha più restituiti. Successivamente, mi disse che era vittima di usura e che se non riusciva a ridarmi indietro il denaro, mi avrebbe ceduto un magazzino, anche questo messo all’asta, che era in via Colajanni. A tal fine, siamo andati da un notaio per fare una scrittura privata dell’accordo. L’immobile era abusivo e io ho iniziato a pagare due tecnici per avviare la pratica di sanatoria edilizia. Poi, però, ho scoperto che lui, nonostante l’accordo scritto, lo stava vendendo ad altre tre o quattro persone. A questo punto, ho capito che mi stava truffando e l’ho denunciato. Prima gli avevo pure dato 5 mila euro perché mi disse che aveva un tumore. E invece non era vero’’. Il teste ha, inoltre, raccontato che Correra gli disse che con Bellitteri e Sieri ‘’era in rapporti commerciali’’. Lentini è apparso, però, un po’ in difficoltà quando gli è stato chiesto come mai, per diverso tempo, ha prestato denaro a Correra senza adeguate garanzie in cambio e quando si è trovato a spiegare una serie di complicate operazioni relative alla firma di assegni (‘’per evitare che Correra andasse in protesto’’) e successive restituzioni. Nonché a una ‘’liberatoria’’ che il teste ha dichiarato di non avere mai firmato.

Assolto dall’accusa di evasione per incapacità di intendere e di volere
MARSALA – Il 49enne marsalese Giuseppe Panicola è stato assolto dall’accusa di evasione dagli arresti domiciliari in quanto una perizia psichiatrica ha stabilito che è incapace di intendere e di volere. A difendere l’imputato sono stati gli avvocati Stefano Pellegrino e Daniela Ferrari. Ai domiciliari il Panicola era finito con l’accusa di tentata rapina a una gioielleria. Fatto accaduto lo scorso marzo. Per i suoi difensori, Panicola si uscì dalla sua abitazione ‘’per ragioni legate all’alcol-dipendenza ed è stato lui stesso ad avvisare i carabinieri del fatto di non trovarsi a casa’’. Sempre per incapacità di intendere e di volere verrà chiesta l’assoluzione dall’accusa di tentata rapina.