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15/07/2014 07:38:00

Processo a due poliziotti di Mazara. Salta fuori una relazione che li giustificherebbe

 C’è un colpo di scena nel processo che davanti il Tribunale di Marsala (presidente del collegio Sergio Gulotta) vede imputati due poliziotti del Commissariato di Mazara, il sovrintendente Vito Pecoraro e l’assistente Vincenzo Dominici, per omissione d’atti d’ufficio e falso ideologico in concorso. A distanza di parecchio tempo dall’avvio del procedimento penale, salta fuori una loro relazione di servizio che giustificherebbe la contestata omissione d’atti d’ufficio. Ai due, infatti, si contesta il fatto di non avere adottato alcuna sanzione (né sequestro, né multe) dopo avere fermato, ad un posto di blocco, un’auto (Fiat Panda) priva di copertura assicurativa, non revisionata e su cui gravava anche un fermo amministrativo dell’Agenzia delle Entrate. Sul mezzo, però, i carabinieri avevano piazzato una microspia. I militari, dopo avere ascoltato quanto era accaduto (mancato sequestro e mancata multa), segnalarono il fatto alla Procura, che affidò l’indagine alla sezione di pg della Guardia di finanza. Alla guida dell’auto c’era il mazarese Vittorio Misuraca, personaggio noto alle forze dell’ordine, che in quell’occasione era in compagnia di una donna sudamericana. Nella relazione di servizio i due poliziotti processati avrebbero scritto che non sequestrarono l’auto per non pregiudicare l’indagine dei carabinieri. Sembra, però, che Pecoraro e Dominici, subito dopo avere ricevuto l’avviso conclusione indagini, notificato loro l’11 aprile 2013, non parlarono subito di questa relazione, trovata, dopo lunghe ricerche, nel fascicolo aperto in commissariato su Vittorio Misuraca. E’ questo un particolare che non convince. Era un’arma decisiva a loro favore. Eppure, non ne avrebbero fatto parola. Anche se dalle carte successivamente acquisite risulta che ne avrebbero chiesto copia all’indomani della notifica dell’avviso conclusione indagini, ma che solo un anno e due mesi dopo sono riusciti ad entrarne in possesso. Nell’ultima udienza del processo, a testimoniare è stato il dirigente del commissariato mazarese, Carlo Nicotri. ‘’La relazione di servizio – ha spiegato il funzionario di polizia rispondendo alle domande del pm Antonella Trainito e del presidente Gulotta – dovrebbe essere allegata al foglio di servizio, ma talvolta per risparmiare la carta non si fa la fotocopia e si conserva l’originale nel fascicolo personale di una persona oggetto di indagini. Come si sapeva che Vittorio Misuraca fosse oggetto di osservazione tecnica da parte dei carabinieri? Capita che le forze dell’ordine si scambino, informalmente, notizie di questo genere. E se noi sappiamo che c’è attività tecnica (microspia, ndr) su un’auto sottoposta a fermo amministrativo, è nostro interesse continuare a farla circolare’’. A difendere i due poliziotti è l’avvocato trapanese Giuseppe De Luca.