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31/08/2014 06:15:00

Piano Giovani, altra settimana di passione. Crocetta contro tutti

 E' prevista per mercoledì prossimo la continuazione della seduta della commissione Lavoro dell'Ars che ha "processato" gli assessori Scilabra e Bruno per il flop del Piano Giovani. Ma le polemiche continuano ad imperversare. 

«L'assessore Scilabra faccia un passo indietro» è  la direzione indicata anche dai deputati del Pd. Insomma, si deve dimettere. Ed è significativo che il loro capogruppo, Gucciardi, non abbia preso la parola durante la seduta. Se non emergono fatti nuovi, le opposizioni sono orientate a censurare l'assessore con apposita mozione, firmata anche dal M5S.

Anna Rosa Corsello, dirigente generale dimissionaria dell'assessorato all'Istruzione e alla Formazione professionale  all'Ars in commissione Lavoro ha svolto un'ampia relazione sulla vicenda scabrosa del Piano giovani.
Secondo la Corsello, l'assessore Scilabra ebbe paura di una "deminutio" della sua visibilità a vantaggio di quella dell'assessore al Lavoro, Bruno. Fu questo il principale motivo per cui delegittimò i Cpi, per legge responsabili degli interventi in materia di lavoro, e incaricò la ditta "Italia Lavoro" quale responsabile delle procedure di attuazione del Piano giovani.
Secondo la dirigente che ha rassegnato le dimissioni (accettate dal presidente Crocetta) «la Scilabra affidò le procedure all'ente strumentale di Mlps a fronte di quel piano di cui l'assessore rivendica la paternità, pur essendo notorio che esso era stato approvato dal precedente governo e del quale, oltrepassando i limiti dell'organo politico, si è personalmente intestata le modalità di attuazione, salvo poi prenderne le distanze dopo il disastro del 5 agosto, come traspare dalla lettera di contestazione divulgata prima che io ne venissi a conoscenza. Occorreva salvare a tutti i costi la credibilità politica dell'assessore: anche al prezzo di sacrificare me come capro espiatorio di certe scelte infauste».
In particolare, secondo il dirigente del dipartimento Lavoro, ci sarebbe stato un tentativo di favorire "Italia Lavoro", nelle cui casse sarebbero finiti due milioni di euro: «In relazione ai tirocini formativi - afferma Corsello -, pur in presenza di un compenso di due milioni, emerge che "Italia Lavoro" avrebbe solo sovrainteso all'operazione, mentre le verifiche di rito e l'attuazione dell'istituto sarebbe stata opera dei dipendenti pubblici dei 65 Cpi dell Isola».
"Italia Lavoro" avrebbe inoltre percepito tre milioni per il processo di riqualificazione del personale «sospeso dopo i primi tre appuntamenti formativi - sottolinea Corsello - a causa dell'indignata protesta dei dipendenti regionali e dei sindacati per via dell'approssimativa preparazione dei presunti docenti della società». La dirigente del Lavoro non ha risparmiato critiche severe all' assessore Scilabra anche in materia di affidamento del sistema informativo lavoro alla "Ett", accusandola «di aver rilasciato gravi dichiarazioni a vario titolo, pur nella totale incompetenza della materia». Corsello ha ritenuto inadeguata la piattaforma fornita da Sicilia e Servizi dietro il corrispettivo di ottocentomila euro l'anno, «assolutamente inidonea a garantire la cooperazione informatica richiesta da Mlps, oltre che inadeguata alle esigenze gestionali degli uffici del Lavoro».
L'affidamento alla "Ett" tanto contestato - ha chiarito Corsello - non è stata una scelta discrezionale, ma deriva dal fatto che la società ha realizzato sistemi per il lavoro per altre dodici Regioni e per lo stesso Mlps». La Regione Siciliana avrebbe risparmiato, secondo la dirigente, nel periodo 2012-2014, un milione e ottocentomila euro rispetto al precedente affidamento a Sicilia e Servizi».
Ma le accuse della Corsello alla Scilabra non si fermano qui. Per la dirigente, le cause del fallimento del Click Day sono diverse: dalla incostituzionalità della procedura, che definisce «fallimentare», alla incapacità di "Italia Lavoro" di gestirla senza mezzi tecnici adeguati, all' enorme flusso di utenti di fronte a cui il sistema di "Ett" non ha retto a causa del brevissimo spazio temporale stabilito per l'evento. La Procura della Repubblica ha acquisito agli atti la relazione della dirigente in presenza di pesanti accuse che saranno oggetto d'inchiesta giudiziaria.

L'assessore Scilabra, si è difesa sul piano politico anche dai suoi colleghi di partito, oltre che dalle accuse della dirigente, Corsello: «Tutti gli atti, di cui parla la signora Corsello, sono atti gestionali di competenza del dirigente generale. Ci sono le carte che parlano al di là di quello che potrebbe essere un mio fantomatico ruolo». Poi, alzando la voce e con toni polemici in riferimento anche a fatti personali: «Non permetto a nessuno di attribuirmi responsabilità che non sono mie. Ho le carte dove la dottoressa Corsello dice il contrario di quello che oggi sostiene. A me interessava la riuscita del Piano, ma non sono mai entrata nel merito. Solo oggi apprendo della suddivisione dei costi dei vari affidamenti, dei contratti. Non è competenza dell'assessore. Rimango stupita di tanta falsità. Queste affermazioni avranno conseguenze. Il Piano giovani non è solo il Click Day che è un tassello per avviare una nuova fase e dire ai giovani che c'è volontà politica di attivare misure occupazionali per loro. Non è fallito il Piano giovani; è crollato un portale».


Ecco alcune reazioni.

Falcone (Fi) dichiara: «È gravissimo che l'assessore Scilabra neghi le responsabilità, ma come fa a dire che non sa niente di alcune azioni dei dirigenti, quando compare la sua firma sugli atti deliberativi? Quali sono le aziende che hanno avuto assegnati sei milioni e 40 mila euro? Ma la cosa più grave è che si è deciso di mettere in campo una società, "Sviluppo Sicilia", che era nella lista nera delle partecipate regionali».
Maggio (Pd) aggiunge: «Non si è capito che lo strumento del Click Day andava attentamente valutato, perché a livello nazionale aveva già fallito. Musumeci: «Una vicenda da cui emerge un quadro disarmante». Rivolto all'assessore Scilabra, poi: «Quali sono i poteri occulti che vorrebbero impedire la sua azione di moralizzazione nella Formazione? Le ricordo che non è stato il governo Crocetta ad avviare tale azione, ma la Procura di Messina già nel 2007. Su questo fronte faccia nomi e cognomi e dica apertamente di chi le responsabilità del flop del 5 agosto».
Panepinto (Pd): «Ci è stato spiegato che il Piano giovani stava fallendo a causa di un dirigente che, invece, ha portato una relazione puntuale con passaggi che mi preoccupano molto. La responsabilità allora di chi è? Della politica o delle forze del male che si oppongono a volte alla rivoluzione? Il Piano giovani è sbagliato fin dall'inizio. Oggi è una Caporetto». Panarello (Pd): «Quello a cui abbiamo assistito è un disastro politico. Si faccia chiarezza, prima di tutto nel mio partito e nella maggioranza, e ci sia un'assunzione di responsabilità politica».
L'assessore al Lavoro, Bruno, che nella vicenda ha svolto un compito secondario, non è sembrato del tutto soddisfatto: «Dinanzi a un avviso per cui si prevede l'utilizzo di circa 70 milioni in cui si faceva riferimento ai tirocini, con risorse di Garanzia Giovani e del Piano giovani, forse non era il caso di mettere insieme due bandi diversi. A mio avviso, era necessario un indirizzo della Giunta: un passaggio di condivisione dell'azione della Corsello».
Ioppolo (Musumeci): «Attendiamo nomi, cognomi e fatti. Il fallimento del governo non può essere derubricato a mero fatto amministrativo. E' un fatto politico. Meno iattanza, assessore Scilabra. Non parli di "storia" che le apparterrebbe; si occupi della "cronaca" della sua imbarazzata maggioranza».
Grasso: «Il fallimento del Piano giovani appare come l'ultima deludente azione della politica economica e occupazionale del governo. Si richiede un urgente cambio di passo. Aspettiamo Crocetta in Aula perché riferisca sulla situazione occupazionale della Sicilia e proponga soluzioni radicali. Altrimenti, è meglio andare alle urne subito».