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10/11/2014 06:01:00

"Poggioreale antica", per salvare il borgo del Belice distrutto dal terremoto

 Camminando per le strade dissestate della vecchia città di Poggioreale, guardando le case pericolanti e le scuole che una volta erano frequentate dai giovani della città, non si può non essere pervasi da un senso di impotenza di fronte all’ineluttabilità del destino dell’uomo.
Quando nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio del 1968 un terremoto distrusse completamente diverse città della valle del Belice, oltre alle case e agli edifici, vennero spazzate via in pochi secondi anche le vite, i ricordi e la memoria collettiva di un’intera città.
Il terremoto del Belice causò la morte di 370 persone ed il ferimento di migliaia uomini, principalmente artigiani, contadini e pastori e che vivevano nei paesi dell’entroterra colpiti dal sisma.
Nelle settimane e nei mesi successivi alla catastrofe, migliaia di famiglie dovettero lasciare la propria residenza e trasferirsi altrove.
La tragedia fu una delle prime occasioni in cui si palesarono alcuni tra i problemi più ricorrenti nella storia italiana in situazioni analoghe: l'impreparazione logistica, l'iniziale inerzia dello Stato, i ritardi nella ricostruzione, le popolazioni costrette all'emigrazione e lo squallore delle baracche per coloro che non partivano furono infatti i fattori che caratterizzarono il periodo successivo al terremoto.
Ci vollero diversi anni prima che iniziassero i lavori e nella maggior parte dei casi le città vennero ricostruite in luoghi diversi rispetto a quelli d’origine.
Come conseguenza di ciò, negli anni si è perso il contatto con le realtà direttamente colpite dal sisma, le quali sono state abbandonate all’azione corrosiva del passare del tempo.
Per questo motivo, alcuni cittadini di Poggioreale hanno deciso di fondare un’associazione con l’obiettivo di salvare ciò che resta dei ruderi dell’antica città e di valorizzare il patrimonio storico che essa rappresenta. L’Associazione Poggioreale Antica nasce nel 2011 ed è attualmente formata da ventidue soci che, in base alle necessità, si occupano di diverse attività: dalla pulizia delle strade dissestate al recupero di vecchie foto impolverate e di documenti personali, dalla sistemazione degli edifici ancora esistenti fino ad arrivare all’organizzazione di mostre, fiere e collaborazioni con fotografi ,registi ed altre associazioni all'insegna della memoria.
E’ l’indissolubile attaccamento alle proprie origini e la consapevolezza che soltanto attraverso il ricordo è possibile tenere in vita chi non c’è più a costituire la ragione principale del loro lavoro.
“Poggioreale antica è nei nostri cuori – dice il presidente dell’associazione Giacinto Musso – ad essa sono legati i nostri ricordi più cari”.
L’intento dell’associazione è pertanto quello di mandare un messaggio chiaro alle istituzioni: occorre adoperarsi concretamente affinché questo pezzo di Sicilia non venga dimenticato da tutti.
Per far ciò, è necessario il loro supporto; purtroppo, però, questo spesso è assente e costringe i soci dell’associazione ad un lavoro solitario e complicato.
“L’amministrazione precedente ci ha aiutato molto – continua il presidente - quella attuale ancora no. Per ora, stiamo cercando di far di tutto per riallacciare i contatti con i nostri compaesani all'estero e ritrovare chi è andato via dal nostro paese”.
E nel frattempo, l’associazione porta avanti diversi progetti: di recente, ad esempio, si è svolta una mostra di fotografie dell’epoca e di oggetti antichi ritrovati nelle abitazioni di Poggioreale.
“Di idee ne abbiamo parecchie: una, ad esempio, è quella di occuparci del recupero degli scavi archeologici sul Monte Castellaccio assieme all'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e di gestirlo di comune accordo. Poi, vogliamo organizzare con le scuole degli incontri per fare conoscere il territorio e la storia di Poggioreale antica, anche con gite scolastiche e visite guidate”.
In attesa di ricevere un riscontro positivo da parte delle istituzioni, per l’Associazione Poggioreale Antica il lavoro da fare non manca.

Giovanni Marco Maggio