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06/01/2015 10:23:00

Petrosino. Processo per tentata estorsione rinviato per....matrimonio

Anche un matrimonio può influire sulla data di un rinvio di un processo. E’ il caso del processo che davanti il tribunale di Marsala vede imputato, per tentata estorsione e lesioni, il 49enne petrosileno Vincenzo Laudicina. La presunta vittima, infatti, vive in Belgio e sarà ascoltata il prossimo 26 gennaio perché proprio in quel periodo tornerà a Marsala per il matrimonio di una nipote. Prenderà, insomma, due piccioni con una fava. I giudici non se la sono sentita di far pesare sul bilancio del teste d’accusa il costo di due viaggi dal Paese nordeuropeo. In una precedente udienza del processo, Laudicina si è difeso spiegando di avere soltanto tentato di aiutare una persona in difficoltà economica che, poi, invece l’ha denunciato. Ritirando, successivamente, la querela. Ma vista la ‘’qualità’’ dei reati, il procedimento penale è ugualmente andato avanti. “Conosco l’uomo che mi accusa dall'86, quando lavoravo a Bologna – ha detto Laudicina ai giudici del Tribunale - Nel dicembre 2008 è venuto qui e mi ha detto che era in difficoltà economica. Siamo andati a fare la spesa due volte spendendo circa 1200 euro. E lui ha pagato con due assegni. Poi, mi chiamò il titolare del supermercato e mi ha disse che lo stavano per arrestare perché gli assegni risultavano rubati. Gli assegni erano intestati al figlio che aveva fatto denuncia di smarrimento. Io l'ho chiamato. Ci siamo incontrati al bar a Strasatti e abbiamo litigato e ci siamo picchiati. È intervenuto un altro uomo. Il debito con il supermercato Conad non è stato mai pagato. Io non volevo i soldi per me, ma volevo che pagasse il conto. Non gli ho mai detto: ti sparo in bocca. Gli animi erano accesi, ci siamo solo afferrati’’. Laudicina è, inoltre, accusato aver tentato di investire il suo accusatore con l’auto. “Non l'ho mai investito – si difende l’imputato – Nel 2009 avevo una Clio blu, non una Megane. Ho parcheggiato vicino al bar. Da allora non ho mai più visto né sentito il mio accusatore’’.