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13/02/2015 08:05:00

Sui morti del Mediterraneo!


Come possiamo restare indifferenti alla vista di tanto orrore!

Sembra che ormai i nostri occhi non riescano a vedere nient’altro che i nostri problemi, e le nostre orecchie non riescano a recepire nessun altro grido di aiuto se non il nostro.

Eppure quelle fragili imbarcazioni, con il loro prezioso carico, sono li davanti agli occhi di tutti, ben visibili: minuscoli gommoni carichi di esseri umani fino all’inverosimile, che lottano contro le insidie di un mare in tempesta con delle onde alte quanto un palazzo.   

È un’impresa titanica, il cui risultato è scontato in partenza.

Mi chiedo quanta disperazione, quanta miseria e non solo economica, possa esserci in questi nostri fratelli, sorelle e figli che affrontano un viaggio del genere con la prospettiva di perdere la vita già nella traversata.

Mi chiedo soprattutto, se piuttosto, dietro tutto ciò non ci sia una volontà umana, per non dire una grande organizzazione che specula sulla disperazione dei propri simili.  (Purtroppo le ultime notizie confermano questa mia impressione).

Quante migliaia di euro sono costretti a sborsare questi poveretti per essere poi “spinti” e “condotti” a morire nel Mediterraneo?  

I termini “responsabilità” e “coscienza” ci dicono qualcosa?  

Ognuno di noi ha delle responsabilità se non ascolta la propria coscienza.   Non possiamo far finta di niente, come se tutto ciò non ci appartenesse.   Dobbiamo reagire, far udire le nostre voci di disapprovazione e di indignazione, per come la comunità politica nazionale, europea ed internazionale sta gestendo questa emergenza.   Annullare il progetto “Mare Nostrum” è stato ingiusto e non corretto.   Ma che a livello mondiale non si provveda con alcuna iniziativa, questo mi risulta ancora più ingiusto.

Il Mediterraneo non può e non deve essere la tomba di molti emigranti che scappano dai loro territori per sopravvivere.   Una fuga per la vita che, invece, porta a morte certa!

Non c’è motivazione che tenga per non intervenire con le giuste modalità in aiuto di questa “emergenza umanitaria”.   Non c’è colore di pelle, né cultura, né paura, né altra motivazione che possa impedire un aiuto esemplare per queste persone che forse stanno spendendo la loro vita affinché altri possano essere salvati in tempo.    Soprattutto non possiamo permettere che un gruppo di malavitosi possa farla franca ed approfittare della disperazione altrui.      

                                                      Pina Giacalone Teresi,        pastora   Chiesa Apostolica Pentecostale - Marsala  

12 febbraio 2015