Quantcast
×
 
 
23/03/2015 06:53:00

La Finanziaria di Crocetta è incompleta. Ecco cosa manca. Rimane un buco da tre miliardi

 10,52 - Nino Dina, presidente della commissione Bilancio dell’Ars, blocca la manovra del governo ai nastri di partenza perchè non è stato approvato anche il bilancio: «Irricevibile. La Finanziaria approvata dalla giunta è un documento monco. Dal punto di vista tecnico non può neanche essere esaminato».   Ma Crocetta rilancia e chiede che venga esaminata subito la parte che riguarda le riforme, in attesa che da Roma arrivino i soldi per mettere a posto i conti. Si apre un altro braccio di ferro fra governo e Parlamento. La giunta infatti ha dato il via libera alla manovra approvando solo la Finanziaria che prevede la riforma delle pensioni, i tagli al personale e ai forestali, la cancellazione di enti inutili e la riduzione dei compensi a sindaci e consiglieri comunali. Manca il bilancio, perchè è ancora incerta la copertura dei 3 miliardi e mezzo di buco. E manca soprattutto l’Allegato 1, che indicherebbe la copertura dei finanziamenti annuali a enti regionali, teatri, scuole, università: un «malloppo» di 160 voci di spesa per circa 300 milioni. Tuttavia fra oggi e domani la Finanziaria verrà spedita all’Ars.

07,00 - Quella varata dalla Giunta Crocetta a Catania è una finanziaria incompleta.  I tagli al personale e quelli ai costi della politica, per limitarci ai provvedimenti più eclatanti, sono solo una parte di un documento finanziario e contabile che non è affatto completo. Mancano parecchi documenti, a cominciare dal bilancio della Regione. Manca inoltre tutto il prospetto dei finanziamenti agli enti, ai teatri, ai consorzi universitari. E solo alla fine della prossima settimana il quadro sarà più chiaro. Ma non è una mancanza da poco. Il famoso “Allegato 1″, che contiene tutti i finanziamenti, l’anno scorso valeva circa 280 milioni di euro. Finanzia circa 160 realtà, dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, alle tre università, fino a diverse realtà sportive. Stesso discorso per scuole, associazioni antiracket, eccetera. Tutti con il fiato sospeso. Per loro al momento la spesa è uguale a zero. E qualche timore di non prendere nulla c’è, dato che la Regione è alle prese con un buco che oscilla tra i tre miliardi e i tre miliardi e mezzo di euro.  Domani e martedì l’assessore Alessandro Baccei sarà a Roma per capire, tecnicamente, come recepire soldi per la Sicilia. Stessa cosa farà Rosario Crocetta, ma, ovviamente, su un tavolo politico. Roma ha promesso a Palermo tra i due e i due miliardi e mezzo di euro, in base agli impegni presi nella Finanziaria e alla profondità delle riforme che si intendono varare. Mancano, quindi, nella migliore delle ipotesi, 500 milioni di euro, nella peggiore un miliardo e mezzo.

Crocetta-a-Caltanissetta

Sui tavoli aperti alla presidenza del Consiglio, ci sono diverse opzioni che prevedono lo storno alla Regione di parte dell’Iva sui consumi e dell’Irpef dei dipendenti statali che lavorano in Sicilia. Inoltre, il ministero dell’Economia dovrebbe autorizzare l’impiego del Fondo sociale e coesione (Fsc), per consentire di redigere un bilancio in grado di rispondere alle esigenze della Sicilia.Non sufficienti per coprire il fabbisogno. Ma la Regione chiede anche di riportare dal 49,11% al 42% il cofinanziamento al fondo sanitario, che potrebbe evitare una manovra di assestamento prima delle ferie estive. Il presidente della Regione, Crocetta, confida anche nella ripresa economica che dovrebbe consentire un maggiore gettito tributario, ma anche nell’incremento della riscossione da parte di «Riscossione Sicilia».
I tagli dovrebbero consentire il risparmio di 150 milioni di euro, compresa la riduzione dei compensi dei consiglieri comunali che non potranno superare il 30% dell’indennità degli assessori. È prevista anche la soppressione degli Iacp e la creazione di un’unica agenzia regionale per la gestione del patrimonio immobiliare, l’Aspa. L’Arsea (avrebbe dovuto erograre i fondi Pac per l’agricoltura), invece, sarà liquidata.
La giunta ha approvato una direttiva che dà mandato all’Aran di avviare il confronto con i sindacati sulla scorta del protocollo d’intesa firmato tre giorni fa. «Se entro il 10 aprile saranno apportate modifiche e miglioramenti che potrebbero essere proposti dal tavolo sindacale, allora noi ci impegniamo a emendare in commissione o in Aula le norme contenute nella finanziaria proprio per venire incontro alle necessità del dialogo che abbiamo aperto con le parti sociali». Il protocollo riguarda solo i dipendenti regionali. Per i braccianti della forestale, invece, è rimasta la norma che prevede il pre-pensionamento per chi ha compiuto 63 anni e che fino al compimento dei 65 anni riceverà un sussidio pari al salario base, a seconda della fascia di appartenenza. I consorzi di bonifica dovranno impegnarsi a riscuotere le bollette dell’acqua erogata per le irrigazioni e dal 2020 dovranno essere autosufficienti. Per accelerare la liquidazione delle società partecipate non strategiche, è stato istituito presso l’assessorato all’Economia un ufficio speciale per le liquidazioni. L’assessorato all’Economia avrà anche una sorta di controllo sulla programmazione della spesa dei fondi europei.