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26/10/2015 19:18:00

L’arte contemporanea approda a Petrosino

L’arte contemporanea approda a Petrosino

Una nuova tappa di opere en plain air in Sicilia? "La bellezza. Questa si dovrebbe insegnare alla gente…
La bellezza contro la cupidigia, contro l'omertà,  contro la rassegnazione. La bellezza contro la paura…"
Peppino Impastato (dal film I cento passi di Marco Tullio Giordana)

Dopo Gibellina, la Fiumara d’arte in provincia di Messina e il quartiere di Librino di Catania, Farm Cultural Park di Favara, anche Petrosino punta sull’arte contemporanea.
Diverrà una nuova tappa di opere en plain air in Sicilia, capace di catturare l’interesse di un turismo di qualità basato sulla Bellezza?
E’ presto per dirlo ma l’inizio ci fa ben sperare.
Dopo circa vent’anni di oblìo, di medioevo in campo artistico-culturale, d’improvvisazione (sporadiche scelte basate su una politica che privilegiava l’”amicizia”) o, peggio, di totale assenza di una politica seria e lungimirante in questo settore, di recente vi è stata un’inversione di tendenza radicale che ha visto protagonista l’attuale Amministrazione comunale. Questa, infatti, punta, almeno così pare, a fare della cultura un’azione d’intervento non subordinata al solito riduzionismo economicistico; quello cioè del mercato manageriale depoliticizzante e distopico che esercita una sovranità a immagine e somiglianza della produttività e consumabilità del territorio e dell’ambiente tout court dannosa quanto carica di abbrutimento. Il “governo” comunale attuale di Petrosino sembra puntare, invece, a scoprire le potenzialità di senso e finalità di una relazione “estetica” ideo-creativa specifica e differente. Un’azione che, propria dell’economia dell’arte, stimoli un’immaginazione attenta alla qualità della vita e attivi un “consumatore” che abbia altre esigenze di senso e diverse da quelle dettate dall’attuale ordine dei ricatti imperiosi dell’economia finanziaria (una politica che abita pure il succoso mercato dell’arte!).
L’Amministrazione così, con il patrocinio dell'Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana e della Fondazione Orestiadi di Gibellina, ha indetto il concorso “Oasi d’Arte– Art’s Oasis” “volto a valorizzare gli spazi pubblici e, soprattutto, educare i cittadini a riappropriarsi proprio di quegli spazi grazie all’installazione di opere d’arte”.
Il progetto “Oasi d’Arte-Art’s Oasis” è stato posto come “contraltare al deserto culturale e artistico, creando uno shock culturale capace di coinvolgere e scuotere le coscienze assopite in una realtà che vuole cambiare circondandosi di arte”. “Oasi d’Arte-Art’s Oasis” ha saputo coinvolgere diverse decine di artisti, architetti, designer provenienti anche dal Cile, Tunisia, Corea, Marocco, Spagna e Francia. Il metodo scelto per la selezione delle opere è stato sicuramente innovativo e attento all’impiego misto della “democrazia” offline e online: è stata realizzata una mostra dei bozzetti, una commissione di esperti (Enzo Fiammetta, architetto, docente dell’Accademia delle Belle Arti di Palermo e attuale Direttore del Museo delle Trame Mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina; Elke Weisbarth, designer, dal 2005 responsabile DesignworksUSA di Bmw Group; Florinda Saieva, rappresentante di Farm Cultural Park, galleria d’arte e residenza per artisti di Favara (Ag), primo parco turistico culturale costruito in Sicilia; Teresa Lucia Cicciarella, storica dell’arte contemporanea, critica d’arte freelance. A presiedere la commissione Silvio Cattani, pittore e presidente dell’Accademia di Belle Arti “Trentino Art Academy” di Trento), ha effettuato una prima selezione, poi a scegliere le opere da collocare sono stati i cittadini residenti con una votazione on-line. Le opere finaliste sono risultate : il “Faro del Mediterraneo” (opera vincitrice) di Girolamo Palmizi (foto 1) e “L’urlo della terra” di Giuseppe Zummo (foto 2), “Birds” di Alberto De Braud (foto 3) e “Buon vento” di Massimo Palumbo (foto 4) (Lungomare Biscione); “A Contemporary History” di Maffia Rocca e “Ombre urbane”di Les Gens Nouveaux (Piazza Santa Venera); “Corto Circuito”di Les Gens Nouveaux e “The Vine” di Ambra Rinaldo (Piazzale Roma).
Certo molto resta ancora da fare in questa direzione: l’istituzione della Pinacoteca d’Arte Contemporanea con le circa cento opere collocate “provvisoriamente” dagli anni ‘80 presso la Biblioteca dell’Istituto Comprensivo “G. Nosengo”; il rilancio dell’Ente Mostra di Pittura. E molto rimane da fare anche nella direzione del recupero/restauro/valorizzazione del patrimonio artistico-architettonico del passato: Bagli, Mulini, Torre Sibiliana, Arco del Baglio Woodhouse, Chiese e, in particolare, la Chiesa Maria SS delle Grazie (completamente snaturata dalla “ristrutturazione” avvenuta dopo il sisma del 1981 e, successivamente, ulteriormente falsata dagli interventi a murales in stile naïf).
“Penso – dice Antonio Presti, il mecenate di Fiumara d’arte e di Librino – che mai come adesso il mondo ha bisogno di un percorso di rinascita interiore, di un futuro che si nutra di bellezza e conoscenza” (…) “in un periodo di crisi di valori, prima che di crisi economica, la conoscenza, apre una nuova strada di riscatto e di scoperta della bellezza” (…) “arte, bellezza e cultura sono l’unica risposta al degrado e motore di innovazione sociale”. E questo sembra voler affermare la Petrosino di oggi.

Giacomo Cuttone