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11/02/2016 06:20:00

Bongiorno: "Spero che i progetti annunciati da Gucciardi vengano finanziati e realizzati"

Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani. Sabato avete messo insieme i sindaci con Gucciardi, assessore regionale alla Sanità oltre che esponente principale del Pd in questo territorio, perchè si volevano delle garanzie sugli investimenti per questa provincia che sembra quasi dimenticata, e mi riferisco agli ultimi provvedimenti sul porto, a quello che sta succedendo sull’aeroporto, al Patto per la Sicilia. Che cosa avete fatto con Gucciardi?

Le spiego. Una quindicina di giorni fa, anche su sollecitazione dei sindaci, abbiamo organizzato un incontro in Confindustria per analizzare l’elenco delle opere che sarebbero state finanziate dal “Patto per il Sud”, quei due miliardi e mezzo destinati alla Sicilia. Abbiamo dato un’occhiata a quell’elenco e ci siamo accorti che la provincia di Trapani tranne che per Pantelleria e Favignana era rimasta fuori dai finanziamenti e abbiamo iniziato ad accendere i riflettori sulla questione. Dopo circa una decina di giorni abbiamo avuto la disponibilità dell’assessore Gucciardi ad incontrarci e l’altro giorno, alla presenza dei sindaci, ci ha detto che c’era la possibilità per i comuni della provincia di Trapani di presentare dei progetti cantierabili per quanto riguarda il dissesto idrogeologico e il ciclo integrato delle acque dicendo che, per questi progetti già cantierabili, nell’arco di qualche giorno i sindaci e i comuni che sono in qualche modo pronti potranno farlo.

E’ soddisfatto di questa riunione?

Ma, io per essere soddisfatto mi auguro che i comuni abbiano pronti i progetti e che questi vengano prima finanziati e poi realizzati. Apprezzo l’atteggiamento del Governo regionale che ha voluto attenzionare la nostra provincia. Voglio dire una cosa. Noi in Confindustria nel limite del possibile ci vogliamo occupare di sviluppo del territorio e lo sviluppo passa anche da un buon funzionamento della macchina pubblica e degli Enti locali che non abbiano più problemi di dissesto idrogeologico, che significa, che se cade un ponte non possiamo restare bloccati per tanto tempo come è accaduto sulla Palermo-Catania.

Basta pensare alla Salemi-Marsala e altre simili…

Assolutamente, quando vengono finanziate e realizzate le opere per noi va benissimo. Nei limiti del possibile ci piace fare gioco di squadra anche con gli Enti locali, con i sindaci che sono poi chiamati a gestire la cosa pubblica negli avamposti più sperduti e in qualche modo sono chiamati a dare risposte ai cittadini e alle imprese. Fare questo gioco di squadra e fare da facilitatori sulle cose che non vanno, lo facciamo ben volentieri.

Altro dossier che avete aperto è quello sul porto di Trapani. A breve vi incontrerete con Crocetta. Cosa si può fare visto che il provvedimento sulla riforma delle autorità portuali sembra blindato da parte del Governo?

Noi come Confindustria non siamo contro un riordino di un sistema delle autorità portuali e in linea di principio siamo d’accordo. Siamo in disaccordo nel momento in cui leggiamo questa bozza di schema di decreto legislativo, quando si parla di governance dell’autorità portuale non vediamo scritto da nessuna parte che ci sarà un rappresentante della provincia di Trapani o della città di Trapani. Allora facciamo presente il nostro disappunto, cogliendo la palla al balzo perché Crocetta facendo cenno alla mortificazione subita dai porti di Messina e Catania, ha pensato di fare ricorso alla Corte Costituzionale per un vizio formale in quanto non è stata attivata la conferenza Stato-Regioni, e allora ci siamo permessi di ricordare che oltre a Messina e Catania, il problema di “mortificazione” lo ha avuto anche Trapani. Nei prossimi giorni dovremmo incontrarci per capire se realmente c’è l’intenzione di un ricorso o se ci sono stati dei contatti con il Governo nazionale per apportare delle modifiche al decreto.

Terzo fronte è quello dell’aeroporto. Nel 2017 Ryanair se ne va perché la decisione strategica della compagnia è quella di puntare sui grandi aeroporti. Si lascia Ciampino per Fiumicino, si lasciano gli aeroporti in Sardegna e in Puglia e si punta su Palermo e Catania, così come Comiso è destinata ad essere abbandonata. Lei che sensazione ha, se ne andrà realmente Ryanair nel 2017. Forse si stancherà prima per questo continuo rimandare ad onorare gli impegni presi da parte dei comuni?

Lei dice bene. Noi abbiamo sull’aeroporto di Trapani un duplice problema. Quello di oggi, rappresentato dal fatto che abbiamo un contratto di co-marketing che va rispettato, altrimenti Ryanair va via oggi e non domani o fra qualche anno. I comuni anche se con difficoltà devono onorare gli impegni assunti circa tre anni fa e completare questo contratto. Poi nasce, invece, quello di prospettiva perché ci sarà la scadenza di questo contratto i primi del 2017. Lì la partita è molto più complessa. A mio modo di vedere bisognerebbe guardare oltre Ryanair anche ad altri vettori, il problema è capire quali strumenti utilizzare. Per ora c’è la Camera di Commercio che sta facendo da collettore. Per il prossimo contratto forse avrà delle difficoltà perché anche lì è sta accorpata con Agrigento e Caltanissetta. L’importante comunque è che se ne parli. Abbiamo avuto una riunione la settimana scorsa e credo che una soluzione si riuscirà a trovare. Questo aeroporto è fondamentale per il territorio. E’ sotto gli occhi di tutti la nascita di tante strutture ricettive medio piccole e di ristoranti e se così non fosse stato per ora parleremmo di altro e potremmo tranquillamente appoggiarci a Palermo. Questo milione e mezzo di passeggeri che negli anni passati sono arrivati anche a 2 milioni e mezzo circa, in qualche modo hanno speso e hanno portato ricchezza e sviluppo in questo territorio. Credo che alla fine una soluzione si troverà tra amministratori e imprenditori che a vario titolo vorranno occuparsi della vicenda.

Bongiorno, le chiedo, ma lei in azienda ci sta, non per farmi gli affari suoi, ma un po’ il porto, un po’ l’aeroporto, la riunione con Gucciardi. Io penso che lei abbia degli affari da portare avanti…

Assolutamente sì. La domanda è correttissima. Io faccio l’imprenditore e voglio continuare a farlo. La logica del fare associazionismo significa spendersi per gli altri, per l’associazione e fare sindacato delle imprese bisogna farlo con un tempo limitato. Io lo sto facendo da due anni, spero presto di poter tornare a tempo pieno alla mia attività anche se me ne occupo personalmente e riesco a trovare il tempo per l’attività sindacale.

Lo sa perché glielo chiedo. Perché in qualche modo lei si sta sostituendo a un ruolo che manca che è quello della Provincia per ora. E lei è tra quelli, come anche il Prefetto, che cercate di ovviare a questa mancanza e lo fate per dare un contributo ma in realtà il problema grave è che manca la politica nel territorio.

Lei in qualche modo dice una cosa che condivido. Le province erano un collettore e in molti casi rappresentavano una specie di campo neutro. Quando i comuni dovevano discutere di una questione sovracomunale si incontravano presso il palazzo della provincia per discuterne. Oggi siamo in attesa di questa soluzione, di una governance, di un ente sovracomunale,  che si chiamerà Libero Consorzio o altro, purtroppo non c’è e allora nel limite del possibile o noi ci accorgiamo di una questione o viceversa sono i sindaci che la sollevano, noi siamo disponibili ad affrontarle e in qualche modo a trovare la risoluzione.
 



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