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21/02/2016 08:06:00

"Pericolo, cultura!", e così nelle librerie vanno scomparendo ... i librai

 Se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella vista , diceva Edgar Allan Poe, ma questo non è un romanzo gotico, è cronaca dei nostri giorni. Se ne fossi capace vi mostrerei la scena del crimine con tanto di indizi e suggestioni, ma il poliziesco non è il mio genere pertanto vi risparmio i miei maldestri tentativi. Questa storia potrebbe cominciare con una domanda: quanto ci costano gli sconti? Non è un paradosso, ma un fatto talmente evidente da non essere più visto. Tutte le grandi catene librarie usano ormai questa politica, e fino a qui niente di male, anzi, è confortante sapere che si possono acquistare libri in certi periodi dell’anno con il vantaggio di uno sconto fino al venticinque per cento. Già, ma se lo sconto viene fatto tutto l’anno, a condizione però che il libro venga acquistato online, comincia ad essere preoccupante, come a dire: se salti la distribuzione tradizionale e aspetti qualche giorno per avere il tuo libro ti premiamo. E anche in questo caso posso capire che c’è un abbattimento di qualche centesimo grazie all’acquisto diretto. Ora ci vorrebbe una bella musichetta angosciante ad accompagnare l’ultima trovata. Acquista on line e ritira nella libreria più vicina a casa tua. Se ancora non vedete il disegno che sta dietro questa politica, allora la questione comincia ad essere drammatica. Chi abbiamo saltato grazie a questo passaggio? Ci siete? Bravi! Il libraio. Questa figura ormai ingombrante che potrebbe fare inceppare un sistema, ben oleato dal profitto, che non può perdere tempo con la qualità, la competenza. La camurria del rapporto umano deve essere bypassato, e per farlo è sufficiente applicare un piccolo sconto. Risparmiamo pochi euro e perdiamo il piacere di incontrare il nostro amico libraio, ora posso capire quelli che non hanno una libreria del cuore, quelli che vivono in piccoli centri e la sola libreria esistente è gestita da qualcuno antipatico, ma tutti gli altri? E sono loro a fare la differenza. Un libraio che fa con passione e competenza il suo lavoro potrebbe distrarre la vendita, depistare il lettore che vuole la sbobba, fare scricchiolare un sistema fast food con i suoi menù alla carta. E se poi questi si abituano a mangiar meglio chi li nutre? A chi vendiamo i nostri happy meal. La strategia è ormai chiara, anche se mascherata dal vantaggio economico, ma la cosa più diabolica risiede nel fatto che tutto ciò viene presentato come un vantaggio per la libreria stessa, perché ti stanno mandando un cliente dentro il negozio e poi sarà compito del commesso di turno vendere il secondo libro, quello più vicino al banco cassa. Allarme rosso, allarme rosso, attenzione pericolo cultura. Qualcuno potrebbe pensare che sono un’invasata con la solita teoria del complotto planetario. O forse ho solo letto troppi romanzi distopici in cui gli scenari apocalittici prevedevano sempre la censura del libro, delle attività culturali o artistiche. O forse c’è dell’altro che non posso svelare, perché questo non è un romanzo gotico. La sentite anche voi questa musichetta inquietante? Tranquilli, va tutto bene.

Katia Regina



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