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07/05/2016 10:00:00

Quando l'affetto per gli animali domestici incontra il consumismo. Ma i libri dicono...

Si vende più cibo per animali che per bambini. Un giro d’affari che, negli Stati Uniti, ha doppiato pure quello del caffè, mentre a livello mondiale si trova subito dopo. E non stiamo parlando di sbobba maleodorante e a buon mercato, ma scatolette monodose con packaging come neanche Bulgari. Varietà infinite per gatti o cani di piccola, media, grossa taglia; sterilizzati, allergici, sedentari, iperattivi e arraggiati. Ma stiamo scherzando, siamo diventati pazzi?! Ora non dico di tornare all’antico sistema degli avanzi domestici, eticamente più corretto, ma almeno una saggia via di mezzo. Per la miseria! Appunto, per la miseria che esiste nel mondo trovo davvero oltraggioso che ci sia un simile mercato per il cibo animale. Se ne avessi l’autorità obbligherei, quanti acquistano cibi così costosi e sofisticati per gli animali, a fare un ulteriore acquisto di un chilo di riso da mandare nei Paesi dove ancora si muore di fame. Poi non so se ci arriverebbe, ma almeno si costringerebbe l’acquirente a riflettere per due nano secondi. Anche io amo gli animali, tutti escluso qualche insetto. Anche io acquisto ogni tanto delle confezioni di croccantini o latte di carne già pronta, ma non mi sognerei mai di controllare se è adatta al colore del mantello del mio cane o a quello degli occhi del mio gatto. Questo è l’aspetto più deplorevole del sistema consumistico in cui viviamo. La stessa cosa vale per molti altri prodotti, intendiamoci, dalle creme ai detersivi, tutto è ormai creato per farci cascare nel tranello della specificità, quando alla fine andrebbe bene qualsiasi prodotto base. Avete presente la storia del principio attivo dei farmaci? Quello che costa un decimo e sortisce lo stesso risultato tranne che per le case farmaceutiche. Ma torniamo alle bestiole, le famiglie italiane ne hanno più di quattordici milioni, tra cani e gatti, e tutto ciò che ruota intorno alla loro cura e nutrimento non ha risentito della crisi, anzi, naviga con una crescita annuale di oltre il 2 percento. Scommetto che qualcuno sta pensando: ho sbagliato tutto nella mia vita. Altro che ristorantino di cibi biologici. Il filone editoriale sul pianeta animali domestici è in continua espansione, un settore che spinge la narrativa qualche metro più in là per fare spazio ai manuali che insegnano come educare un cane. E anche qui, fiumi d’inchiostro per ogni singola razza o carattere. Poi però ne arriva uno di un certo Sims, L’uomo che sussurra ai cani, per scimmiottare un titolo più noto, lo leggi e ti accorgi che è un vero trattato di psicologia. Ottimo! Niente più comandi imperiosi stile Siz, ma sussurri, sguardi e… ascolto. Proprio così, questo metodo si basa sull’ascolto da parte del padrone nei confronti del proprio cane, l’esatto contrario di ciò che si è sempre fatto. Ma la cosa più incredibile è che tutti i consigli scritti dentro questo volume potrebbero risolvere molti problemi nei rapporti tra esseri umani. Sono preoccupata, non lo nascondo, non vorrei che tutto ciò fosse solo un modo per dirottare altrove il vero problema, quello che vorrei dire è stato già scritto da un grande autore, ve lo propongo:

Tutti siamo assetati d'amore: è il primo bisogno della nostra natura, la prima preghiera dei nostri cuori. Ma non osiamo palesare i nostri desideri: siamo troppo timidi. Io vado in cerca d'amore, e ne trovo provviste inesauribili nei cuori degli altri. Ma quando cerco di chiederne per me, ecco che questa orribile timidezza mi soffoca. Mi manca la parola. O, peggio, dico cose senza senso, bugie assurde. L'affetto di cui sono assetato lo vedo profuso ai cani, ai gatti, agli uccelli: soltanto perché loro lo sanno chiedere. Bisogna saperlo chiedere: è come un fantasma che non può parlare se prima non gli rivolgete voi la parola. Tutto l'amore che c’è nel mondo anela a parlare; ma non osa perché è timido, timido, timido! Ecco la tragedia del mondo...

Candida di G. B. Shaw

 

Katia Regina