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12/05/2016 06:20:00

Protesta a Selinunte. Pescatori fermano la ruspa: “Prima la bonifica del porto!”

Momenti di tensione lunedì scorso a Marinella di Selinunte, in seguito alle vibranti proteste dei pescatori contro l’intervento di riparazione della paratia del porticciolo, con una spesa prevista di quasi 8000 euro.

Alla fine la ruspa, che stava togliendo le rocce posizionate davanti alla paratia a chiusura del foro, si è dovuta fermare.

Intervenire adesso, non ha senso – hanno sottolineato a gran voce – perché non si farebbe altro che peggiorare la situazione, con l’ingresso di ulteriore sabbia”.

Il sindaco Felice Errante, che li ha raggiunti nella stessa mattina, ha sostenuto l’utilità della riparazione e il fatto che la cosa era già stata condivisa in precedenza coi pescatori stessi.

Una condivisione risalente al novembre del 2015, quando il primo cittadino aveva anche annunciato “un rinnovato spirito di collaborazione che si è instaurato con gli operatori della marineria selinuntina”.

 

Operatori che però non potevano certo immaginare che i lavori sarebbero cominciati a ridosso dell’estate, in assenza delle forti mareggiate che avrebbero dovuto, presumibilmente, fare uscire le alghe da quel foro una volta liberato dalle rocce.

Insomma, la prospettiva sarebbe stata quella di aumentare le difficoltà a spostarsi coi loro pescherecci in uno specchio acqueo già abbondantemente intasato.

Se proprio dovete spendere dei soldi, pensate a togliere almeno un po’ di alghe” hanno suggerito i pescatori.

Ma a volte il motore principale della macchina amministrativa non è proprio il buon senso, e le giustificazioni si sprecano: si tratta di due lavori diversi… per togliere le alghe ci vuole l’autorizzazione della Regione Siciliana… bisogna trovare i fondi…

Ma perché “riparare” la Paratia?

E soprattutto, quando si è sfasciata e perché?

 

Forse è utile fare un “piccolo” passo indietro a partire dall’aprile del 2009, quando il Comune spese 86 mila euro per praticare un piccolo tunnel nel molo di ponente, che avrebbe dovuto favorire il ricircolo dell’acqua, in modo che le alghe che entravano dall’imbocco principale del porto, sarebbero potute uscire da questo nuovo foro praticato nel molo. Ma le alghe entrarono da entrambi i lati, intasando il porticciolo ed ignorando il percorso d’uscita ipotizzato dai tecnici.

Ecco perché nel 2010 venne realizzata la paratia in acciaio, da aprire o chiudere a seconda del tipo di mareggiata, spendendo altre 30 mila euro. La cosa non funzionò mai. E non a causa di un danneggiamento, ma per un curioso errore di progettazione: la saracinesca si fermava a pelo d’acqua, senza chiudersi completamente.

Il porticciolo cominciò ad interrarsi in maniera preoccupante. Un rimedio peggiore del male. Peggio la toppa del buco, si dice. Ma in questo caso era peggio il buco. Si pensò dunque alla toppa, richiudendo tutto con delle rocce.
Tutto rimase fermo per 5 lunghi anni, fino al novembre sorso, quando appunto si decise di “ripararla”, ma senza fare riferimento al progetto originario che nel frattempo è sparito. Hanno messo sottosopra gli archivi dell’ufficio tecnico, ma del fascicolo nessuna traccia.

 

Oggi, con un ottimismo ed una tenacia fuori dal comune (o meglio, proprie del Comune) si vuole procedere ad una riesumazione di un progetto fallimentare, utilizzando i soldi dei cittadini per rimediare ad un grossolano errore di progettazione.

Inoltre, la modifica strutturale di una parte del molo e dell’imboccatura, per evitare l’esposizione diretta alle mareggiate in ingresso, pare sia da escludere. Meglio aspettare, ottimisticamente, il nuovo porto da milioni di euro. Il progetto è pronto. Mancano i milioni di euro.
Intanto, decine di famiglie che vivono di pesca subiscono da anni una situazione insostenibile, fatta di promesse, scaricabarile e persone che cercano di convincerle che la causa di tutti i loro problemi sia la Regione Siciliana, i blogger e gli ambientalisti.


Egidio Morici