Quantcast
×
 
 
26/06/2016 10:00:00

I miei elettrodomestici parlano, ma non sono pazza...

 Ho provato a chiamare il mio frigorifero, ma era occupato, stava parlando con la lavastoviglie, temo ci sia una storia tra i due. Sono preoccupata, le tapparelle intelligenti giocano al su e giù durante la notte, temo si tratti di un caso di regressione infantile. Anche il forno non sta bene, lo sento ridere di gusto ogni volta che gonfia il sufflè. Non è necessario chiamare la neuro, sto bene, vi assicuro. Questo scenario è possibile, a parte il forno che ride, forse. Parliamo invece di chi ha pensato a queste diavolerie, forse costui avrebbe bisogno di un appuntamento da un medico, bravo. Elettrodomestici che puoi chiamare dal tuo telefono, gli stessi che parlano tra di loro, sono queste le nuove frontiere della tecnologia più avanzata per il comfort nelle nostre case. Sono rimasta basita dallo spot pubblicitario che magnifica questa nuova possibilità, magari sono anche strumenti comodi, ma io non vorrei mai a casa mia macchine che parlano tra loro, magari alle mie spalle. La pubblicità è una forma artistica atipica, non deve essere necessariamente bella, ma deve funzionare, far vendere le cose. Ma non è di questo che intendo parlare, solo una piccola digressione giusto per consegnare un premio simpatia a quella che pubblicizza un’automobile. Ecco, ho riso fino alle lacrime vedendo la prova di resistenza litigio tra fidanzati fatta con i calci agli pneumatici e alle borsettate sul cofano. Geniale! Fine digressione. Torniamo alle macchine intelligenti che abitano nelle nostre case, la prima cosa a cui ho pensato è stato un libro di Stefano Benni, non so se vi siete mai imbattuti in Terra, un volumetto di trecento pagine editato dalla Feltrinelli nel 1983 e ristampato più di quaranta volte, ebbene, si tratta di un viaggio straordinario e divertentissimo alla ricerca di un nuovo pianeta Terra dopo la distruzione di quello attuale per colpa di un topolino caduto accidentalmente sul pulsante che ha innescato una guerra mondiale. Alcuni personaggi che abitano il pianeta non sono altro che vecchi distributori di bevande riadattati a ruoli umani, una fantasia straordinaria quella di Stefano Benni, esilarante e inquietante allo stesso tempo. Un libro imperdibile per chi ama il genere, ma anche per chi non lo frequenta abitualmente. Dopo aver visto quella pubblicità ho pensato subito che un elettrodomestico di nuova generazione, come quello ipotizzato a inizio articolo, potrebbe benissimo diventare presidente di una nazione, pensate un frigorifero come capo di governo, o una lavastoviglie presidente della Camera, un distributore di caramelle lo vedrei bene nel ruolo di segretario di un partito, ma forse funzionerebbe meglio una pressatrice, quella che rottama le vecchie automobili riducendole in cubetti di ferro simmetrici. Non riesco ancora a dare un ruolo preciso al distributore di contraccettivi, accetto suggerimenti.

 

Katia Regina