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20/11/2016 03:30:00

Così funziona il voto di scambio ad Alcamo. Basta mezzo chilo di pasta

A Trapani si è tenuta una nuova udienza del processo a  carico dell’ex consigliere comunale di Alcamo Antonio Nicolosi, chiamato a rispondere dell’accusa di voto di scambio. Nicolosi avrebbe costituito alcune associazioni, accreditate presso il Banco delle Opere di Carità Sicilia, con sede a Palermo
e deposito a Bagheria, al fine di ottenere consensi elettorali.  Generi alimentari in cambio di voti.  “Parliamo anche di mezzo chilo di pasta”, dice Francesco Paolo Ciulla, ex direttore del Banco delle opere di Carità Sicilia.  I vertici nazionali del Banco delle Opere di Carità hanno provato a contrastare il fenomeno. Alla vigilia delle elezioni del 2012 venne emanata una circolare con cui si invitava a sospendere temporaneamente l’approvvigionamento
di generi alimentari nei comuni interessati al voto. La direttiva non venne applicata ad Alcamo.

E' stato sentito anche Salvatore Ganci, incaricato del trasporto e della distribuzione di generi alimentari. Erano previste anche le audizioni di altre due testi, Giuseppina Piazza e Sabrina Matranga, segretarie del senatore Nino Papania e di Massimiliano Ciccia. Su accordo delle parti, il giudice Piero Grillo ha disposto l’acquisizioni dei verbali degli interrogatori svolti in fase di indagine. Il processo proseguirà il prossimo 5 dicembre con le audizioni dei rimanenti testi.

Curiosità: la difesa ha chiesto di chiamare a deporre tutti gli elettori di Alcamo. Oltre quarantamila testimoni. La richiesta era stata già rigettata nello scorso mese di luglio dal giudice Piero Grillo che ha ridotto il numero di testi ammessi a solo dieci per ciascun imputato. L’avvocato Vito Di Graziano ha riformulato ieri la stessa richiesta.  Il giudice ha però rigettato anche la nuova richiesta.