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20/01/2017 06:30:00

Campobello. E' a processo per i canili "lager". Ma il Comune le affida il servizio randagi

E’ stata rinviata a giudizio Liliana Signorello, presidente dell’associazione Laica di Castelvetrano, in seguito al sequestro dei due rifugi per cani da parte dei Carabinieri del Nas il 10 settembre del 2015, coadiuvati dall’Asp e da alcune guardie zoofile di Trapani (ne avevamo parlato QUI). Il prossimo 16 febbraio dovrebbe avere inizio la prima udienza presso il Tribunale di Marsala.
Le indagini, che hanno accertato le proibitive condizioni in cui vivevano i circa 150 cani, parlano di “condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, in mezzo alla vegetazione spontanea infestata da pulci e zecche, in promiscuità tra animali ammalati, già deceduti ed animali sani”.
Era stato già emesso un decreto penale di condanna al quale l’imputata aveva fatto opposizione, aprendo appunto la strada al processo vero e proprio.

Il 10 settembre del 2015, le condizioni che si erano presentate agli occhi degli intervenuti non erano certo delle migliori: sporcizia, cani vistosamente malati, promiscuità e diffusa aggressività, anche a causa delle mancate sterilizzazioni. Un quadro non dissimile dalle foto che avevamo già diffuso in precedenza. 
Tra il rifugio di contrada Seggio e la casa con giardino di via XX Settembre, dei circa 150 cani trovati, una ventina era sprovvista di microchip. Un centinaio di animali furono portati al canile “Viardi Service” di Sambuca di Sicilia, dove purtroppo quelli arrivati già in stato cachettico, con leishmania e richeziosi non curate, non ce l’hanno fatta.
Ma in una relazione dell’Asp relativa al giugno precedente, proprio nei due rifugi della Laica ne erano stati censiti 245, dei quali 202 appartenenti al comune di Castelvetrano. Il Comune, nel 2013, le aveva infatti affidato 130 animali che, attraverso successivi affidamenti, erano diventati circa 200, con una retribuzione di 2 euro giornaliere, ridotta negli ultimi tempi ad 1,50 euro, per un totale di circa 150 mila euro in due anni.

Ma anche il comune di Campobello di Mazara, nell’aprile del 2015, pochi mesi prima del blitz dei Nas, aveva affidato alla Laica della Signorello per 9.200 euro il servizio di cattura, trasporto, custodia, mantenimento e sterilizzazione di 43 cagne randagie.
E siccome non si è colpevoli fino al terzo grado di giudizio, lo stesso servizio è stato affidato di nuovo alla Laica dallo stesso comune nei primi di gennaio di quest’anno, con la differenza che gli interventi previsti sono 45 ed il costo è di 9.500 euro.

La scelta del comune di Campobello non sarebbe però audace soltanto dal punto di vista dell’inopportunità. E’ vero che l’affidamento si basa sulle possibilità di convenzione previste dalla legge nei confronti di associazioni animaliste, ma la stessa legge prevede che queste gestiscano già dei rifugi privati per cani, diversamente non si capisce in che modo potrebbero svolgere quelle attività che finora non sono state svolte a causa dell’assenza di rifugi sanitari nel territorio comunale. Va da sé che tali rifugi privati dovrebbero avere anche l’autorizzazione dell’Asp, proprio per evitare il rischio che case disabitate, terreni malamente recintati, o altre sistemazioni improvvisate possano diventare luoghi dove il benessere dell’animale diventi un miraggio.
Situazioni che possono certamente esistere in vari ambiti ed in termini di casi da risolvere, ma sarebbe difficile pensarle come soluzioni istituzionalizzate, con l’impiego di denaro pubblico.


Egidio Morici



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