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27/01/2017 06:30:00

I Vigili del Fuoco tanto amati dalla gente ma trascurati dalle leggi. Il caso Salemi

Dire che i vigili del fuoco godono di una ammirazione generale, persino da parte dei bambini, è cosa ovvia e contata. E' una delle poche istituzioni che nessuno mai si azzarderebbe di attaccare. In questi giorni, più che mai, sono rimasti al centro dell'informazione per i tragici fatti del terremoto, prima, e delle impressionanti nevicate, poi, nel centro Italia. Ma se si sapessero le difficoltà nelle quali sono costretti ad operare quotidianamente e non solo nelle situazioni di emergenza, le simpatie per il benemerito Corpo Nazionale dei "pompieri", ne siamo certi, aumenterebbero ancora di più. E' quello che ci proponiamo di fare.

Nessuno può negare che quella dei Vigili del Fuoco sia una delle realtà più importante preposta alla sicurezza dei cittadini e del nostro Paese, e che ha sempre cercato di rispondere con impegno straordinario alle attese dei cittadini, Assolvendo egregiamente ai compiti di prevenzione, vigilanza e soccorso tecnico urgente. Si dirà che è la legge ad imporlo. Vero. Ma è pure vero che, a dispetto di provvedimenti legislativi penalizzanti che hanno progressivamente tagliato le risorse finanziarie necessarie e di conseguenza aumentato la cronica carenza di organico, il loro impegno non è mai venuto meno rivelandosi spesso decisivo in numerose occasioni per la salvezza di numerose vite umane.
Nelle piccole e grandi emergenze che hanno colpito il nostro Paese, protagonisti sempre loro!

Tutto questo non sarebbe stato possibile se non ci fosse stata l'abnegazione di una vasta presenza di una forte componente di personale precario, costituito dai vigili del fuoco cosiddetti discontinui, che costituiscono una figura strategica del Corpo nazionale, pur essendo privi di contratto a tempo indeterminato, e non potendo essere richiamati in servizio per più di 14 giorni consecutivi, e per un massimo di 160 giorni l’anno. Un autentico sfruttamento di stato legalizzato. Una vera vergogna nazionale.

Queste professionalità, infatti, vengono ormai periodicamente richiamate in servizio per colmare le carenze di organico. Una straordinarietà diventata ormai ordinaria amministrazione. Questi "giovani" ( ormai padri di famiglia) garantiscono l’operatività dei comandi provinciali integrando le squadre di intervento. Ma non è raro il caso in cui vengono utilizzati per svolgere attività di ordinaria amministrazione all’interno dei comandi.

Nasce cosi la figura del vigile del fuoco discontinuo! Da non confondere con quella dei vigili del fuoco volontari, però! Anche il ginepraio del precariato ha le sue sottodivisioni. Altrimenti che italiani saremmo? Già. Perché i vigili del fuoco "volontari" svolgono la loro opera invece nei distaccamenti volontari, ossia in sedi del Corpo costituite esclusivamente da personale volontario, è il caso, ad esempio, di quello che si trova nel comune di Salemi.

E poco importa se ad ogni intervento si trovano ad operare, gomito a gomito, "vigili discontinui", gli effettivi e i "volontari". Stesso lavoro e tutti insieme appassionatamente. Ma con diverso trattamento economico e previdenziale. Sfruttamento dell' uomo sull'uomo, si sarebbe detto una volta. Oggi, in una società liquefatta, tutto e' lecito
Cosa sono i "distaccamenti volontari"? Un'invenzione di qualche mente perversa per non risolvere alla radice il problema alla radice. Si tratta di ministrutture dislocate in aree territoriali potenzialmente soggette a calamità. Ad esempio a Salemi, al centro di una zona a forte rischio idrogeologico, ma anche sismico. La presenza di un distaccamento permanente sarebbe obbligatorio, se si desse la priorità al buon senso e al buon governo.

Ma sarebbe un onere troppo gravoso per la pubblica amministrazione, dicono. Da qui la soluzione tipica all'italiana. Un mix di provvisorietà e precarietà consumata sulla pelle di chi materialmente porta avanti la baracca assicurando il pronto intervento quotidianamente, ma regolamentata da una contrattualità lavorativa ipocrita e ai limiti della decenza. Non esclusa, all'inizio, una forte dose clientelare, servita al politico di turno come permanente serbatoio elettorale. Stesso modello, del resto, adottato anche per certi istituti privati di vigilanza gestiti da compiacenti prestanomi. E sempre con il miraggio della promozione eternamente sventolata e mai raggiunta, ad esclusione di un ristrettissimo numero di privilegiati facenti parte del recinto magico.

Il tutto in virtù di una bizzarra legge (la n. 183 del 2011) con la quale si stabilì il principio secondo cui «i richiami in servizio del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, ai sensi dell’articolo 6, comma 1, del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139, non costituiscono rapporti di impiego con l’amministrazione. In questo modo due figure assai diverse tra di loro, furono unificate e considerate entrambe come «volontarie». Sembra un gioco di parole, ma nei fatti fu un duro colpo. Oltre il danno la beffa. Da quel momento i discontinui persero, sul piano formale, lo status di precari.

Da qui una lotta continua iniziata diversi anni fa e che sembra abbia compiuto un passo in avanti in questi giorni.

Dopo la grande mobilitazione nazionale di settembre, promossa dalla Cub e dall’Associazione Nazionale Discontinui dei Vigili del Fuoco federata alla Cub, con due giorni di presidio davanti a Montecitorio, qualcosa si e' mosso in Parlamento.

La Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati, presente il sottosegretario di Stato per l’Interno Gianpiero Bocci, ha approvato all’unanimità un testo unificato, condiviso da tutti i gruppi presentatori delle risoluzioni all’ordine del giorno, n.8-00217, presentato da Fiano (PD), Cozzolino (M5S), Rizzetto (FdI-AN), Pili (Misto), Menorello (CI), Piccione (PD).

Ora la palla e' passata al governo. Se verrà approvato il testo proposto, si avranno due albi diversi da istituire entro l’anno 2017. Uno per il personale richiamato in servizio per le esigenze dei comandi provinciali, e l’altro per il personale volontario che presta la propria attività all’interno dei distaccamenti volontari.

Un fatto e' certo. E' giunto il momento di affrontare in modo complessivo e strutturale il fenomeno del precariato anche all’interno del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, distinguendo tra coloro, che sia pur in modo discontinuo, svolgono funzioni in tutto e per tutto equiparate a quelle svolte dai colleghi a tempo indeterminato,
e le funzioni cosiddette «volontarie», che al pari di quanto avviene per i volontari della protezione civile, sono svolte da chi ha dichiarato la disponibilità a prestare la propria opera al servizio della comunità in caso di emergenza.

La strada da percorrere e' la  stabilizzazione del maggior numero possibile di discontinui. Riusciranno i "nostri eroi", come vengono spesso definiti i Vigili del Fuoco non senza una punta di vuota retorica, a conquistare quanto spetta loro? E' arrivato il momento di riempire senza esitazioni, "la vuota retorica" con provvedimenti concreti e sostanziosi!

Il fronte trasversale dovrebbe promettere bene e fare ben sperare, ma si dovrebbe evitare che il tutto non si traduca in uno specchietto delle allodole buono solo per promesse di prossime campagne elettorali.
Bisognerebbe tenere alta la guardia. Lo assicura il combattivo segretario nazionale della Confederazione Unitaria di Base Carlo Mazzarella.

In Sicilia, infine, la situazione e' tra le peggiori in Europa. Un dato per capire.
In tutti paesi europei per garantire un'efficiente ed adeguato standard di sicurezza e prevenzione, si ha un rapporto di 1 vigile del fuoco ogni 1000 abitanti, riuscendo a garantire un eccellente servizio di sicurezza e sopratutto prevenzione che una moderna nazione ha il diritto di avere. In Italia il rapporto sale a un vigile del fuoco ogni 15.000 abitanti, mentre in Sicilia il divario arriva a quasi 20.000.
In una regione in cui le emergenze e le richieste di soccorso e' in continuo aumento. Basti pensare all'infame piaga degli incendi boschivi, al dissesto idrogeologico, alle frane incombenti.
L' ultima delle quali proprio a Salemi, nella notte tra lunedì e martedì di questa settimana. Un forte boato ha squarciato il silenzio notturno. L'ennesima caduta di massi sul versante Sud- Est, questa volta, del Monte delle Rose. Uno di questi ha raggiunto le abitazioni ad appena pochissimi pochi metri, sfiorando un'auto in sosta. Per fortuna niente danni a persone e cose. Ma solo per mera fatalità. E ancora una volta pronto è stato l'intervento dei Vigili del Fuoco del distaccamento volontari di Salemi. Come ormai sapranno i nostri lettori, questa area rientra in una delle tre zone ad alto rischio idrogeologico. Periodicamente, nella parte Sud il costone rovina a valle in frantumi di notevoli dimensioni raggiungendo talvolta le abitazioni sottostanti, mentre nella parte Nord, dopo giornate di copiose piogge, è il fango a farla da padrone, invadendo le case e fuoriuscendo dai balconi per riversarsi nella trafficatissima via Marsala. Non è una novità. Sul monte, una notte del 1700, ben due conventi furono risucchiati nel nulla. E tuttavia, da allora nulla è stato fatto di concreto. Anzi. Si Solo la collocazione di una rete metallica otto anni addietro. Si è sempre parlato di un progetto di sistemazione dell'intera area. Dopo un ventennio circa, ora siamo nella fase dei rilievi fatti da un geologo e un geotecnico, ci ha riferito l' ingegnere comunale Giuseppe Placenza. A lavoro ultimatogli elaborati verranno inviati all'assessorato regionale. Alla commissione per l'Emergenze, presieduta da tale Croce. Quanto tempo passerà ancora? Nessuno è in grado dirlo. "La situazione è sotto controllo, e siamo in diretto contatto con la direzione generale della Protezione civile, debitamente informata su ciò che è successo" ha assicurato il sindaco Domenico Venuti. Il progetto, che prevede il finanziamento di un milione e 500mila euro, sarà presentato il 31 di questo mese. Nella giornata di ieri la zona è stata monitorata dall’Ispettore del Comando Provinciale dei VVFF Sebastiano Lupo e dal vigile Gianfranco Tortorici del SAF (Soccorso Alpino Fluviale).

Siamo dunque alla vigilia di una svolta positiva sia per i Vigili del Fuoco e sia per il risanamento del Monte delle Rose? Stavolta vogliamo essere travolti dall'ottimismo della volontà e non dal pessimismo della razionalità.

 

Franco Ciro Lo Re