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06/12/2025 00:15:00

Mazara: il biologo in pensione Angelo Ditta scopre un coleottero mai visto in Europa

L’ultima scoperta di Angelo Ditta, biologo ed entomologo in pensione di Mazara del Vallo, porta un nome che in Italia non era mai stato registrato: Axinotarsus (Tarxinosus) implicatus. Un piccolo coleottero diffuso in Tunisia, Algeria e Marocco, ma che non era mai stato rinvenuto né nel nostro Paese né nel resto d’Europa. Ditta ne ha trovati tre esemplari — un maschio e due femmine — nella contrada Deccaco a Mazara. È solo l’ultima voce di un lungo elenco di ritrovamenti che hanno arricchito la conoscenza dell’entomofauna siciliana e non solo: oltre 30 specie nuove per la Sicilia, otto per l’Italia e una per l’Europa.

 

Professore di Scienze per 33 anni, Angelo Ditta oggi ne ha 74, ed è l’unico ricercatore autorizzato a operare nella Riserva naturale integrale Lago Preola e Gorghi Tondi, un’oasi cruciale per l’avifauna migratoria. La sua passione per la ricerca, però, nasce ben prima del pensionamento: «È un chiodo fisso che ho sempre coltivato nel tempo libero – racconta – e poi, quando sono andato in pensione a 58 anni, ho potuto dedicarmici a tempo pieno».

Retino, provette, binocolo e chilometri di camminate tra le sciare e le coste del mazzarese, fino ad arrivare anche nel territorio agrigentino. Le sorprese non sono mai mancate. Come il Myrmecophilus fuscus, un minuscolo grillo mirmecofilo trovato nel bosco Scorace di Buseto Palizzolo: soltanto il secondo esemplare mai rinvenuto in Italia dopo quello scoperto sull’Etna nel 2013.
 

«Misurava 2,8 millimetri – spiega Ditta – e questi grilli vivono nei formicai nutrendosi delle prede catturate dalle formiche».

Tra i ritrovamenti affascinanti anche Canariphantes zonatus, un piccolo ragno tipico di ambienti ombrosi e vegetazione bassa. Il primo esemplare italiano era stato segnalato in Sardegna; Ditta ne ha individuati tre proprio nella riserva di Gorghi Tondi.
«Potrebbe essere arrivato in Sicilia grazie al ballooning, un sistema con cui i ragni, producendo filamenti di seta, si lasciano trasportare dal vento come se avessero un paracadute».

 

E poi ci sono scoperte che intrecciano natura e storia, come la mosca Leptometopa latipes. Fu identificata per la prima volta nel 1830 all’interno del sarcofago di Federico II a Palermo; non era mai più stata segnalata in Sicilia. Ditta ne ha trovato un esemplare femmina sulle sponde del fiume Mazaro.
«Gli adulti depongono le uova su animali morti e le larve si sviluppano anche nel letame. La sua presenza qui è stata una sorpresa eccezionale», spiega.

La validazione è arrivata da Paul L.T. Beuk del Museo storico naturalistico di Maastricht, dove oggi è esposto l’esemplare recuperato a Mazara del Vallo.

Da casa sua, Ditta mantiene contatti con ricercatori e specialisti di tutto il mondo: gruppi internazionali, docenti universitari, entomologi e aracnologi con cui confronta ogni nuovo ritrovamento. Una rete costruita grazie alla passione e alla costanza. «Non smetto di cercare: la natura, se la osservi bene, ti stupisce sempre», conclude il biologo mazarese.