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31/01/2017 06:35:00

Mazara, il caso Mestra/2. Così un'azienda in odor di mafia si riciclava e prendeva appalti

 La Mestra Srl è stata coinvolta, a fine dicembre scorso, nell’operazione antimafia ‘Ermes 2’ che ha portato ad 11 arresti e a tre aziende sequestrate. E' l'ennesima operazione antimafia tra Mazara e Castelvetrano per fare terra bruciata attorno a Matteo Messina Denaro e sigillare le aziende con proventi illeciti. A gestire l'azienda sono i fratelli Loretta. Uno dei tre, Giovanni, era già stato condannato nel maggio scorso a 4 anni di reclusione per favoreggiamento nell’ambito della precedente operazione antimafia ‘Ermes’. Ma questo non è stato sufficiente ad allarmare il Comune mazarese per cui la ditta in questione ha lavorato, e in più occasioni. Tutti lavori o quasi legati alla rimozione dell’amianto o di rifiuti speciali, che in varie occasioni spuntavano come funghi, in diverse zone della Città. E, inoltre, la stessa ‘Mestra’ era convocata alle gare dal Comune di Mazara, sia prima che dopo, l’emissione dell’informativa antimafia, da parte della Prefettura di Trapani e, qualche volta, le vinceva pure. 

La seconda parte di questo viaggio (clicca qui per leggere la prima parte dell'inchiesta) comincia da un fatto qurioso. Un esempio di pagamento effettuato dal Comune di Mazara, per un importo di 4 mila 114 euro, effettuato con una solerzia ed una tempistica, così singolare, che ha, sicuramente pochi eguali a Mazara. E, guarda caso, sempre a favore della Mestra S.r.l. . È la liquidazione di una fattura (n. 381 del 16/07/2013) per lavori di manutenzione ordinaria e ripristino funzionalità dei locali dell'immobile comunale ex locali Sant’Agnese, da destinare ad uffici pubblici. Ebbene, la fattura presentata dalla ditta in questione il 16 luglio 2013, beneficia di un collaudo – senza cui non si sarebbe potuto procedere al pagamento – effettuato sabato 10 agosto e – udite, udite – viene liquidata il venerdì successivo, 16 agosto, un giorno solo dopo ferragosto. Tempi di efficienza record! Chissà se altre aziende fornitrici del Comune di Mazara possono vantare la stessa solerzia nell’essere saldate, in modo così rapido, quando tutta l’Italia è in vacanza ed il Paese è totalmente fermo. Ma le magie di questa pubblica amministrazione e dei suoi zelanti burocrati non smettono mai di sorprendere.

L'ULTIMO INVITO RISALE AD OTTOBRE 2016 
Ricordiamo che questa azienda era stata bollata, già nel 2014, come “condizionata dalla criminalità organizzata”. Nonostante questo continuavanoad arrivarle inviti a partecipare alle gare. L’ultimo invito alla Mestra S.r.l. a presentare un preventivo – per smaltire 2 tonnellate di rifiuti speciali – da parte del Comune di Mazara, è datato 17 Ottobre 2016, due mesi prima dell’operazione antimafia ‘Ermes 2’. Mazara non è una metropoli e i fratelli Loretta, veri deus ‘ex machina’ della ‘Mestra’ prima e della ‘Medio Ambiente’ poi, non erano proprio dei perfetti sconosciuti in Città. Come è possibile che il sistema di comunicazione tra pezzi dello stesso Stato non abbia, quanto meno, allertato gli Enti locali, informandoli che questa azienda doveva essere messa al bando?

E LA PROVINCIA DI TRAPANI NON LO SAPEVA?
Il Comune di Mazara, tuttavia, non è solo. C’è chi è riuscito a fare anche di peggio. La Provincia di Trapani, infatti, è riuscita a far lavorare la Mestra S.r.l. anche dopo l’emanazione dell’informativa antimafia. L’Ente locale ha, infatti, affidato nel 2015, con ‘procedura ristretta’ (in pratica, anche qui, dietro invito a partecipare) un ‘Servizio per il recupero ambientale del materiale di risulta proveniente dai lavori di rimozioni delle passerelle ammalorate ubicate nella Riserva Naturale Orientata Foce del fiume Belice e dune limitrofe’. L’importo aggiudicato fu di 2.392,80 euro, le somme liquidate furono, però, pari a 0 euro. La tempistica prevista per il completamento del lavoro fu dal 30-11-2015 al 30-11-2015, un giorno solo in pratica. Anche qui stesso quesito: può un ente pubblico come la Provincia non essere a conoscenza di una informativa prefettizia antimafia del 03/02/2014 e continuare ad invitare e, poi, addirittura, a far vincere una gara ad un’azienda in odor di Mafia?

L’ASP DI TRAPANI LO SAPEVA? 
A margine dell’operazione antimafia ‘Ermes 2’, l’Azienda sanitaria provinciale di Trapani fece subito sapere con una nota stampa che: “In riferimento all’azienda coinvolta (la Mestra S.r.l) che avrebbe svolto dei lavori in subappalto nell’ampliamento e ristrutturazione dell’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo, la direzione strategica aziendale precisa che il subappalto a quella ditta, indicata come legata a Cosa nostra, fu revocato dall'ASP già due mesi prima dell'informativa antimafia della Prefettura, sulla base di timori emersi in alcune notizie di stampa. Tale ditta lavorò solo circa un mese in cantiere. Nel seguire i lavori il settore tecnico dell'Asp ha sempre operato in accordo con la prefettura di Trapani”, concludeva la nota. Delle due l’una: o quelli dell’Asp possiedono degli speciali poteri premonitori e hanno dei contatti comunicativi ‘privilegiati’ con la Prefettura di Trapani, oppure c’è qualcosa che non gira per il verso giusto nella comunicazione tra pezzi stessi dello Stato, nell’attuare un’efficace contrasto, anche preventivo, nei confronti della criminalità di stampo mafioso.

POI ARRIVA LA MEDIO AMBIENTE
Dopo essere entrata nella ‘black list’ come azienda in odor di mafia la ‘Mestra’ si è riciclata creando la ‘Medio Ambiente’. Le menti pensanti, però, sarebbero state sempre le stesse: i fratelli Loretta, cambiavano solo i prestanome. E, per un poco, l’escamotage ha pure funzionato. Tant’è che, a settembre 2016, è arrivato un ‘appaltuccio’ dal Comune di Mazara. Per realizzare l’allacciamento idrico del mercato ittico cittadino, la ‘Medio Ambiente’ si è, infatti, aggiudicata, per circa 7 mila 700 euro, la relativa gara d’appalto pubblica. In quest’ultimo caso, però, i nuovi titolari erano praticamente degli insospettabili, e la loro fedina penale era immacolata.

Alessandro Accardo Palumbo
Twitter: @AleAccardoP