La vicenda inizia a Palermo, una mattina del mese di maggio del 2009, una donna disabile, Giuseppina, rentrando a casa aveva trovato il suo posto occupato. Quel posto era a lai riservato,, con numero di targa, non di quelli generici. Inizia la trafila, prima la telefonata ai vigili, tutti impegnati, poi ai carabinieri, ma nemmeno loro potevano fare nulla se non quello di inoltrare la richiesta ai vigili. Soltanto alle 2,30 del mattina la macchina viene finalmente caricata sul carroattrezzi e portata via. Ma Giuseppina non si ferma lì e querela il proprietario dell'auto perchè aveva lasciato la sua macchina parcheggiata in un posto riservato ai disabili per circa 16 ore. Adesso, a distanza di otto anni, le hanno dato ragione e l'automobilista è stato condannato in via definitiva a quattro mesi di carcere. L’accusa? Violenza privata. Parcheggiare nello spazio per i portatori di handicap è un reato penale. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione. È la prima volta che accade.
E la sentenza è destinata a fare scuola e, magari, a insegnare qualcosa ai cittadini: perché da oggi, parcheggiare sulle strisce gialle riservate nominalmente a un disabile non è più solo un’infrazione del Codice della strada, dalla quale si esce con una multa (per quanto salata). Ma può costare una condanna penale per violenza privata con tanto di risarcimento alla parte offesa. In questo caso 5mila euro più tutte le spese processuali.