di Rossana Titone - Mai competizione elettorale regionale fu personalizzata quanto questa del 2017.
Il 5 novembre prossimo l'elettore siciliano sarà chiamato a scegliere il rinnovo del Parlamento Siciliano, i deputati che lo rappresenteranno e il Governatore dell'Isola.
La campagna elettorale è senza esclusione di colpi. Si scende sul personale pur di etichettare i competitor della propria lista e strappare via qualche consenso.
Una campagna povera di contenuti e ricca in pettegolezzi.
Così ad esempio Paolo Ruggirello ha incentrato tutta la sua apertura di campagna parlando dell'altro candidato capolista del PD, Baldo Gucciardi.
Ma l'attenzione è sul partito, su come il 6 novembre dovrebbe essere spartito, da chi governato e quindi con quale linee politiche.
Il partito, dunque, è diventato l'oggetto del contendere. Del resto Ruggirello non ne mai fatto mistero: “Sono il partito dentro il partito”. Una posizione che si è rafforzata anche grazie ad una insana e certamente non adatta politica della segreteria comunale nel non riconoscere tessere ad un gruppo di consiglieri che avrebbero voluto tesserarsi. Presto questa situazione si sarebbe contorta contro, detto fatto.
C'è una torta da spartirsi all'indomani delle elezioni regionali e lo farà chi vincerà, chi arriverà a sedere nuovamente all'ARS. Assessorati a Marsala compresi.
Fa specie davvero sentire Paolo Ruggirello etichettare Gucciardi come un uomo che non ha parola e non ha fede, proprio Ruggirello dovrebbe incentrare la sua campagna elettorale sui risultati conseguiti all'ARS e cosa intende fare nei prossimi cinque anni di legislatura siciliana. Ruggirello dovrebbe ricordare, e non c'è nessuna vergogna nel farlo, che nel 2012 era in lista con Nello Musumeci oggi è con il PD.
Quello che appare al cittadino comune è davvero una politica delle divisioni, quella in cui a parlare sono i mugugni e le accuse dirette, o velate, non la progettualità per la provincia di Trapani.
Poi si può essere figliocci di Salvo Lima o, nel caso corretto, di Ignazio Salvo ma attiene a una sfera personale che nulla ha a che fare con la politica attuale.
C'è l'impressione che si parli con la pancia e con la rabbia di chi questa competizione la deve vincere sulla pelle degli altri senza costruire, o almeno tentare di farlo, una seria linea comune che possa partire da una città e attraversare tutta la provincia, spendendosi sui territori in maniera seria ed omogenea.
Guardare a casa d'altri è tipico dei grillini. I partiti in generale non si cambiano, non si accaparrano e non si strappano a nessuno. Le linee politiche vengono dettate dai congressi, che certamente dovrebbero svolgersi in maniera chiara e non per “acclamazione”.
Un partito inclusivo, tanto voluto dai Democratici per Marsala e dallo stesso Ruggirello, non lo è più se si pensa di escludere una parte politica, quella che adesso darebbe fastidio.
E' una inclusione a modo proprio, cambia tutto per non cambiare nulla.
Ma la riflessione dovrebbe farla il circolo dem marsalese e la sua segretaria, se ancora oggi si parla di spaccature e divisione, se ancora oggi gli attacchi arrivano dal gruppo consiliare qualcosa vorrà dire, a cominciare dal fatto che un passo indietro non ha mai fatto male a nessuno. Specie in politica.
Dove sono i programmi per questa provincia? Li abbiamo sentiti tutti: Turismo, Agricoltura, Infrastrutture, Giovani...
Tutti contenitori vuoti, riempiti con luoghi comuni e senza una netta strada da seguire. Il cittadino vuole sapere come, cosa e soprattutto quando e con quali mezzi.
Allora una riflessione è d'obbligo, a meno 20 giorni dal voto, si parli di se stessi, di quello che si è fatto, se si è fatto, e di quello che si farà e come lo si farà. Niente scatole vuote simili a quelle cinesi, niente labirinti in cui a perdersi sarà l'elettore, niente etichette di nuovi o presunti partiti, perchè in quel caso ad essere traditi non sono i politici e i loro accordi ma nuovamente il cittadino, l'elettore a cui, vi possiamo assicurare, che di questo gossip non interessa nulla se non una risata iniziale.
La politica è un divenire, sono come gli affetti: si costruiscono lentamente e con cura. La politica è una pianta, i cittadini il suo humus. Se non c'è la cura costante la pianta seccherà, e non solo quella.
La politica è passione che va alimentata e spinta, che si fonda su accorate e solide ragioni di servizio alla società.
Il resto sono chiacchiere di borgata e tali dovrebbero rimanere senza avere accesso alle stanze della sana politica.