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06/01/2018 08:20:00

Marsala, il caso "Florabella": condannati in primo grado per truffa Dino Bellussi e la moglie

 Il quasi 67 enne Donato Dino Bellussi, originario di Bronzolo (Bolzano), ma marsalese d’adozione, e la moglie Vincenza Maria Pellegrino, di 65, sono stati condannati a 8 mesi di reclusione dal giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona per truffa, materiale e morale, in concorso.

Il pubblico ministero aveva chiesto a un anno e mezzo. I coniugi Bellussi-Pellegrino, condannati anche al risarcimento dei danni subiti dalla controparte, secondo l’accusa avrebbero fatto credere a due fornitori di poter acquistare quote della loro azienda (“Florabella”) scomputando 14.400 euro dal totale delle somme che avrebbero dovuto versare per i fiori acquistati.

Le quote, però, nonostante la rinuncia dei due fornitori ad una parte del loro credito, non furono cedute. I fatti contestati risalgono al 2011. Bellussi ha alle spalle alcune esperienze imprenditoriali in campo agricolo.

Verso la metà degli anni ’90, fu al centro del “caso Solaria”, azienda che ebbe un clamoroso rovescio dopo avere realizzato un esteso pescheto con un finanziamento di alcuni miliardi di lire.

Poi, si rifece nel settore del florovivaismo con la “Florabella”. Anche qui, però, poi, le cose non andarono per il verso giusto. Per questo, probabilmente, fu intavolata la trattativa per la cessione di quote societarie della Florabella, di cui Bellussi era amministratore unico e la Pellegrino invece socia, a due abituali fornitori: i coniugi Pietro Sorrentino e Rosalba Platano, rispettivamente di 47 e 41 anni, abitanti in contrada Misilla. Ciò in cambio del “taglio” una fetta dei crediti vantati dai due fornitori (parte civile con l’assistenza dell’avvocato Gaudino), che secondo l’accusa, però, sarebbero stati “indotti in errore” sulla effettiva possibilità di un trasferimento di quote sociali. Pur rinunciando, infatti, a una parte del credito, le quote non furono trasferite. La Florabella, poi entrata in crisi, gestiva le aste del locale mercato dei fiori. A difendere i due imputati sono gli avvocati Stefano Pellegrino e Vito Cimiotta, che hanno preannunciato appello alla sentenza.

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Con sentenza del 15 Gennaio 2019, la seconda sezione della Corte di Appello di Palermo ha deciso per l'assoluzione di Bellussi e Pellegrino, "perchè il fatto non sussiste".