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27/03/2018 06:00:00

Regione, maggioranza in tilt per la Finanziaria. M5s in soccorso? Pd fa muro

La maggioranza alla Regione non tiene, le anime politiche, che si sono unite per contrastare il movimento Cinque Stelle e staccare di molto un PD sconfitto, sono fin troppo diverse. I malumori sono nati l'indomani del 5 novembre, si va in ordine sparso.

Le faide interne al centrodestra paralizzano l'attività parlamentare, non in ultimo lo scollamento con le realtà territoriali.
C'è un Bilancio di previsione 2018 da approvare e la Legge di stabilità, pochissimi giorni a disposizione, entro fine mese dovrebbe essere tutto approvato.

Se entro il 31 marzo il Bilancio non vedrà la luce la legge consente un ulteriore, e ultimo, slittamento di trenta giorni.
Ieri pomeriggio si è riunita l'ARS, tanti i malumori, a rappresentarli il deputato Vincenzo Figuccia che si chiede dove siano finiti sia il presidente dell'ARS, Gianfranco Miccichè, che il capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Milazzo. L'aula è stata guidata da Gianni Mauro. Crisi e acque agitate per una maggioranza che non c'è, forse non c'è mai stata. Si chiede che il Def venga esaminato oggi, l'Aula sospende la seduta che tornerà in adunanza oggi alle 16.
Il disegno di legge di stabilità per la Sicilia prevede l’accorpamento degli Enti Irfis, Ircac e Crias, l'abolizione degli Iacp che saranno sostituiti dell’Agenzia regionale per la Casa, la soppressione dell’Ente per lo sviluppo agricolo (Esa), la fusione tra Istituto di incremento ippico e Istituto sperimentale zootecnico.
Sono trentacinque le norme contenute tra le quali le proposte relative alla Pubblica Istruzione, avanzate dall’assessore Roberto Lagalla e approvate dalla Giunta di governo. Incremento, quindi, per le risorse del sistema scolastico siciliano e misure a sostegno del diritto allo studio. Sono previsti 27,5 milioni di euro, con incremento successivo negli anni 2019-2020, per il fondo destinato al funzionamento delle scuole siciliane. Si aggiungono i contributi alle scuole dell’infanzia , previsti per il 2018 2,6 milioni di euro, nel 2019 3,9 milioni. Il contributo viene esteso per la prima volta anche alle scuole paritarie e alle scuole medie.
È stato poi istituito e dotato di 1 milione di euro un nuovo capitolo di spesa, per interventi urgenti da adottare, anche in via sostitutiva degli enti locali, in caso di guasti rilevanti o pericolosi deterioramenti di strutture scolastiche; è stato introdotto un fondo cumulativo per il finanziamento di iniziative in materia di legalità, parità di genere, contrasto al bullismo e valorizzazione dell’identità siciliana. Per i percorsi di formazione professionale per i giovani in obbligo scolastico è stata destinata la somma di 25 milioni di euro; per il diritto allo studio è stato approvato un incremento di 3milioni di euro per l'erogazione di borse di studio universitarie gestite dagli Ersu.
Scoppia il caso Sovrintendenza, la Finanziaria contiene un refuso e le opposizioni insorgono contro il governo. In realtà si è trattato di un errore materiale che riguardava l'articolo 14, quello a cui si vuole dare vita, invece, è l'accorpamento tra gli uffici regionali del catalogo e il centro per il restauro.

 

Si cercano i numeri in Aula, il PD è all'attacco della maggioranza , i Cinque Stelle potrebbero far uscire dal pantano il presidente Nello Musumeci.
I grillini Giancarlo Cancelleri e Valentina Zafarana sanno che non c'è più una maggioranza all'ARS e sono pronti a dialogare su temi cruciali. Cancelleri chiede che dalla Finanziaria dovrebbero essere lasciate fuori le riforme, da esaminare con altre leggi. Andrebbero, invece, inserite tutte le norme che riguardano il welfare.
La risposta arriva dal capogruppo di Forza Italia, Giuseppe Milazzo: “Siamo disponibili a valutare e sostenere le proposte delle minoranze, l’importante è sbloccare l’aula”.

Intanto la Corte dei Conti spiega, nelle 42 pagine di relazione sul Def, le difficoltà della Sicilia, la non crescita economica: “Dopo sette anni consecutivi di recessione la Sicilia ha perso 15,3 punti percentuali di Pil reale, nel 2015 il trend sembrava essersi invertito con un promettente +0,9%, in linea con il dato nazionale”.
E' il confronto con il Pil del resto dell'Italia che indica il ritardo dell'isola, è stato sotto il governo di Raffaele Lombardo, i primi due anni di legislatura, che la Sicilia si è maggiormente avvicinata all'Italia, da lì in poi declino assoluto.
La Corte dei Conti sostiene che la crescita si rafforzerà nel 2018, poi però per il 2019 e per il 2020 “Le previsioni programmatiche della Sicilia contenute nel documento in esame scendono ad un +0,6%, con un significativo scarto rispetto al dato nazionale.
I magistrati contabili poi sottolineano che “Gli effetti della crisi economica sono notevoli sia sotto il profilo produttivo che occupazionale: tra il 2007 e il 2016 la Sicilia ha perso quasi 29.000 imprese e 130.000 posti di lavoro (pari a circa il 10% degli occupati). I settori maggiormente colpiti dalla crisi sono stati quelli dell’industria e delle costruzioni”.