Quantcast
×
 
 
14/05/2018 08:11:00

Tremonti primo ministro?

 Oggi pomeriggio Di Maio e Salvini saliranno al Quirinale e comunicheranno al presidente della Repubblica di aver raggiunto un accordo completo sul programma di governo, suddiviso in 22 punti.

Proporranno poi a Mattarella per la presidenza del consiglio un uomo né della Lega né del M5s. I nomi che girano di più sono quelli di Giulio Tremonti, di Gianluca Vago, rettore a Milano, e dell’economista Guido Tabellini, che però ha detto di non essere stato contattato da nessuno e di non essere interessato.

Ecco come commenta Sallusti sul Giornale: «Povero Salvini, in che guaio si è infilato inseguendo vani sogni di gloria. Non farà lui - né deciderà - il premier, non sceglierà i ministri principali, ogni due per tre dovrà chiedere il permesso su cosa dire e cosa fare al suo capo Di Maio, azionista di maggioranza del governo Cinque Stelle sostenuto dalla Lega. E sulle due o tre cose fondamentali starà ad aspettare il responso del commissario Mattarella, il quale ha già fatto chiaramente sapere che varerà solo un governo a responsabilità limitata. Non è bello vedere la gloriosa Lega, socio fondatore e pilastro del centrodestra, con il cappello in mano, elemosinare fettine di potere da chi fino a ieri l'altro la riteneva una pericolosa associazione di razzisti e ladroni».

Beppe Grillo sul Corriere della Sera di ieri: «Sì, il governo. I giornalisti ti chiedono: allora Beppe Grillo lo facciamo questo governo o no? Come se da un momento all’altro, se gli dicessi di no, se la facessero addosso. Ma perché? La borsa sta tirando, va tutto bene. Ma lasciamolo così tre anni e mezzo. Ma siete convinti davvero che lo Stato, se non c’è la governabilità, vada peggio? Le cose migliori sono state fatte tra il ’68 e l’80, quando i governi cadevano in continuazione. Non c’era la governabilità, c’erano le Brigate rosse che ti sparavano alle gambe. Ma hanno fatto le leggi migliori. Ogni tanto ti dicono: ehi, io ti ho dato il voto. Allora ti viene da dire: ok. Vuoi che te lo do indietro? Il voto che cosa significa se il 50% degli italiani non va piu a votare? Non sarebbe meglio se si estraesse a sorte tra gente che si vuole impegnare».

E sul programma? «Il menù che stanno preparando Lega e 5 Stelle ha costi altissimi. Si va da un minimo di 60 miliardi sino a un massimo che supera quota 100. Tant’è che è uscita l’idea di coprire le nuove spese azzerando tutte le agevolazioni fiscali concesse alle imprese e varando una sanatoria di tutto il contenzioso che i contribuenti hanno con Equitalia in modo tale da recuperare in tutto all’incirca 90 miliardi di euro. Una cifra iperbolica, non certo facile da reperire, ma che renderebbe possibile il varo in contemporanea di flat tax e reddito di cittadinanza»  scrive La Stampa.