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04/06/2018 11:25:00

Il governo Musumeci, i politici stanchi e la sfiducia dei siciliani

 Sono passati sette mesi dal rinnovo del Parlamento Siciliano, poco il lavoro svolto in Aula. I deputati, seppure si dicano stanchi, non hanno approvato alcuna legge se non la Finanziaria. Non c'è nulla di cui essere contenti e soddisfatti.

Anche il collegato alla Finanziaria va molto a rilento, a parte le critiche e un rimpallo responsabilità non c'è altro, nemmeno raschiando il fondo. Però sono stanchi.
I siciliani non sono più con gli occhi bendati e il loro giudizio, letto attraverso un sondaggio Demopolis, è negativo.
Manca la fiducia nelle istituzioni, quindi nei loro legittimi rappresentanti, si vorrebbero delle risposte immediate e concrete.
La priorità per l'83% dei siciliani rimane il lavoro, per il 67% dei cittadini la sanità non è efficiente e il punto più buio, lo dice il sondaggio, è stato raggiunto con Rosario Crocetta al governo, per il 62% la crisi dei rifiuti non è mai stata affrontata in maniera seria e poi c'è il nodo delle infrastrutture e dei trasporti.
I cittadini chiedono a Musumeci totale discontinuità dalla precedente legislatura, su tutti gli assessori precedenti c'è un giudizio negativo, desiderano una inversione di tendenza immediata a meno lenta di adesso.
La Giunta regionale ha scelto un profilo basso da un punto di vista mediatico, se ne sono accorti i siciliani che non hanno conoscenza di taluni assessori.
Il più noto resta Musumeci, seguono Gaetano Armano, Roberto Lagalla, Ruggero Razza. Sotto il 20% ci sono Bernadette Grasso, Sandro Pappalardo, Alberto Pierobon, Mariella Ippolito. La Sicilia, intanto, deve fronteggiare due grandi emergenze che sono i rifiuti e la crisi idrica.  Anni interi, governi che si sono alternati e il risultato è uguale a quello di sempre: fallimentare.


Nello Musumeci, presidente della Regione, cerca due dirigenti esterni che siano in grado di traghettare l'isola da queste criticità.
Ed ecco il bando pubblico, una manifestazione di interesse per chi fosse interessato e ne avesse i titoli da presentare entro il 5 giugno.
Saranno dei dirigenti esterni che avranno il compito di affiancare il commissario straordinario Musumeci, saranno inquadrati alla stregua dei dirigenti regionali, il loro contratto avrà la durata di sei mesi, è richiesta la laurea in ingegneria, giurisprudenza, economia o architettura. Devono avere avuto un rapporto lavorativo con la pubblica amministrazione per almeno cinque anni con mansioni dirigenziali.
Per i rifiuti c'è già una parziale soluzione, seppure non definitiva, andranno fuori dalla Sicilia.
Al momento non c'è alternativa, la raccolta differenziata è troppo indietro, quelle poche città che hanno raggiunto livelli virtuosi, da sole, non bastano per portare l'isola fuori dalla crisi.


La Sicilia del resto non ha mai avuto un Piano Rifiuti che affrontasse il problema in maniera concreta ma si sono attraversate diverse fasi tutte emergenziali.
Si procederà con gli impianti pubblici di raccolta presenti in ogni provincia che avrà maggiori responsabilità nel gestire il problema. La differenziata in Sicilia va male, si pensi a Palermo che è ferma al 10%, Marsala rappresenta un'isola felice perchè ha una percentuale altissima.
Tra gli interventi della Regione c'è, dunque, lo spostamento fuori dall'isola dei rifiuti e l'ampliamento delle discariche, i fondi disponibili sono pari a 420 milioni di euro.
Si cambia registro anche nella nomina dei manager della Sanità, le nuove regole sono state approvate dalla Giunta regionale in seguito ad un documento presentato da Ruggero Razza, assessore alla Salute.
La selezione averrà attraverso selezione pubblica, con un bando che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale a marzo.
Per i futuri manager conteranno i titoli e le esperienze maturate nel settore, varranno anche le dimensioni dell'azienda di cui si è già stati manager ovvero l'età anagrafica e non mancherà l'attenzione alla componente caratteriale, bisognerà avere dimostrato di sapere lavorare in team, di saper fare squadra e di avere la capacità di delegare.