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15/07/2018 06:00:00

Rifiuti: la guerra in Sicilia tra Regione e Comuni la pagano i cittadini

 E' guerra tra Regione e Comuni sulla questione dei rifiuti. E' di qualche giorno il provvedimento voluto da Nello Musumeci, presidente dell'Isola, che impone ai Comuni l'invio all'estero dei rifiuti. I sindaci intendono non dare seguito al provvedimento ma di impugnarlo davanti al Tar, così ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente dell'Anci e sindaco di Palermo.

Nessuna collaborazione dunque con la Regione, non si tenderà la mano, i Comuni sono al collasso con una emergenza che si verifica, guarda caso, sempre in estate.

La direttiva, firmata dal Salvo Cocina, capo dipartimento dei rifiuti, chiede ai sindaci di tutti i Comuni della Sicilia di siglare, entro il 31 luglio, l'accordo di contratto con le quattro ditte individuate dalla Regione per portare fuori dall'Isola i rifiuti.
Le aree di riferimento sono quelle della Romania, del Portogallo e della Bulgaria.
I costi aumenteranno per le casse comunali, ma c'è di più: la direttiva è molto chiara e indica la strada dell'aumento della Tari.
A pagare, insomma, saranno i cittadini anche per quelle città dove la raccolta differenziata ha raggiunto buone percentuali.
Le discariche sono sature, non possono più accogliere rifiuti ma il problema maggiore è dato dalle città di Palermo, Messina, Catania e Siracusa la cui soglia di differenziata è sotto il 10%, a farne le spese però sono tutti i Comuni, anche quelli virtuosi.
Si vanifica il lavoro fatto in anni di sensibilizzazione e di crescita dei territori,
con l'aumento della Tari il cittadino non è incentivato a differenziare, tanto tutto viene poi livellato da provvedimenti che non tengono conto delle singole realtà.
La direttiva chiede ai Comuni di uniformarivisi in troppo poco tempo, appena 15 giorni.
Sarebbe questo uno dei motivi di impugnativa innanzi al Tar, si discute sulla legittimità del provvedimento che per la breve tempistica di attuazione violerebbe la normativa sugli appalti e sull'anticorruzione.
E' muro contro muro, i Comuni dicono già che non firmeranno alcun contratto, dal canto suo Musumeci minaccia il commissariamento dei Comuni che non si atterranno al provvedimento.
Il Governatore si dice fiducioso e ha dichiarato che entro due anni la situazione non sarà più di emergenza, verrà normalizzata.
Questo scontro tra Regione e Comuni non è gradito all'assessore regionale con delega ai Rifiuti, Alberto Pierobon, che ha criticato la misura diretta del dirigente Cocina. Pierobon chiede, invece, che ci sia dialogo perché se i Comuni collaboreranno allora il percorso sarà celere e lineare.
Approderà a breve in Giunta il piano Pierobon che prevede la stipula di una serie di convenzioni tra i Comuni e i supermercati e le parrocchie per la raccolta della differenziata, avendone in cambio sgravi sulla Tari ovvero sconti e promozioni.
L'invio dei rifiuti all'estero non è una scelta condivisa dall'assessore regionale e nemmeno dal Prefetto Vittorio Piscitelli, nominato dal governo nazionale per affiancare Musumeci nei poteri speciali per la gestione dell'emergenza.
Tale scelta, secondo Pierobon, favorirebbe i privati. Ad oggi non si conoscono i costi per l'invio dei rifiuti fuori Regione, sono state però individuate le ditte che opereranno il servizio: Tech Servizi di Floridia, la Pa Service di Bolzano, la D'Angelo Vincenzo di Alcamo e la Sicula Trasporti di Lentini.
La Sicula Trasporti ha indicato che effettuerà i viaggi in nave avendo già individuato i termovalorizzatori e i cementifici pronti ad accogliere i rifiuti.
Il costo è altissimo dai 200 euro a tonnellata, per il trasferimento sarà necessario ottenere l'autorizzazione del Paese che invia il rifiuto e quello che lo accoglie.
In tutti i provvedimenti si parla in modo generico di “rifiuti” senza indicare quale quello che dovrebbe essere trasferito all'estero.
Il sistema è complesso e non verrà attuato prima del mese di ottobre, ci sono altri due Paesi che potrebbero accogliere i rifiuti quali Olanda e Germania.
A chiedere un incontro con Pierobon è stata l'Assopirec, l'associazione che raggruppa le piattaforme di recupero. Durante l'incontro l'Assopirec ha prospettato all'assessore delle soluzione che consentono di ridurre del 20% i conferimenti in discarica: “La prima proposta riguarda il recupero delle plastiche e dei metalli dai rifiuti urbani residuali, i cosiddetti rur, i quali attualmente finiscono direttamente in discarica. La seconda corregge le storture presenti nel sistema per renderlo più efficiente. La terza è volta ad avviare un progetto in via sperimentale capace di abbattere i volumi conferiti nell’impianto palermitano, senza nessun onere per il pubblico. In questo modo è possibile rallentare la saturazione delle discariche siciliane e dare più tempo ai Comuni di raggiungere la fatidica quota del 30% di differenziata e alla Regione di attuare le varie fasi del Piano per la gestione integrata dei rifiuti”.

LA SITUAZIONE A TRAPANI.  A breve la discarica di Trapani sarà al collasso. C'è stato un vertice in Prefettura. Il Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, vuole che i sindaci del versante sud della provincia scarichino i rifiuti da un'altra parte, altrimenti prima dell'estate si chiude. L'ipotesi è che i Comuni della Srr Trapani Sud vadano a conferire ad Alcamo, dove i rifiuti vengono trattati e poi finiscono a Siculiana, nell'agrigentino. Aumenta nel frattempo la protesta dei cittadini per le bollette esose della Tari, e in molti stanno già pensando a fare ricorso.