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18/07/2018 06:00:00

Marsala. Massimo Grillo: "Voglio formare nuova classe dirigente. Di Girolamo? Fallimento"

 

Massimo Grillo, ha scritto una lettera aperta alla città sullo stato in cui versa. Sembra un cartellone elettorale. E' pronto a ricandidarsi?

 

Non nascondo che mi piacerebbe molto potermi spendere come sindaco della mia città, altrimenti tre anni fa non mi sarei candidato. Ritengo di aver maturato la necessaria esperienza politica e di governo (sono stato assessore regionale alla salute, assessore agli enti locali, assessore alla famiglia, deputato nazionale, capogruppo commissione nazionale antimafia e presidente parlamentari euromediteranei) e di avere la creatività e la capacità per realizzare dei progetti che farebbero cambiare volto alla città. Tuttavia, oggi, i cittadini sembrano chiedere volti nuovi. Per certi versi, si tratta di una richiesta assolutamente comprensibile, anche se occorre prestare attenzione al fine di evitare che la ricerca esasperata del nuovo possa produrre un ulteriore, nuovo fallimento amministrativo, sulla falsariga dell’attuale amministrazione. Il mio impegno, pertanto, sarà anche rivolto a formare una nuova classe dirigente in grado di potere rappresentare la nostra città ed amministrare con competenza ed innovazione.

 

 

Il 2020 non è lontano, l'Amministrazione del sindaco Alberto Di Girolamo non ha un buon indice di gradimento tra i cittadini. Lei ha più volte detto che avrebbe fatto meglio di loro. Scende in campo con quale maglietta? Sicilia Futura o Forza Italia?

 

Su Di Girolamo, in termini pratici, serve a poco sottolineare che avevo ragione. Riflessioni di questo genere sono, tuttavia, utili per fare riflettere tanti cittadini ed addetti ai lavori che oggi, con onestà intellettuale, riconoscono di avere sbagliato e si ripropongono di non cercare più il cambiamento da maquillage. Detto questo, se vogliamo cambiare qualcosa, è il momento di guardare avanti, non indietro. A partire dal centrodestra, occorre costruire una coalizione ampia. Ritengo occorra stabilire un metodo per costruire il futuro politico della città, con un raggruppamento di forze sane che abbia come collante un programma ambizioso per la città, un serio impegno per la pre-selezione democratica e la formazione della classe dirigente che verrà e delle regole trasparenti e rigide sulla questione morale. Non è tutto semplice e scontato. Le semplificazioni sono figlie di un modo di fare politica che non è in grado di comprendere la complessità della situazione in cui versa il territorio. Occorre mettersi d’accordo sui metodi di selezione della classe dirigente.

 

 

Lei indica la strada di una mozione di sfiducia costruttiva che possa presentare un progetto alternativo con una classe dirigente nuova. Negli ultimi mesi ci sono state varie riunioni tra diverse forze politiche e con taluni consiglieri comunali, la voce è quella di Nicola Fici candidato sindaco. Si unirebbe una parte del PD con quella del centro destra. Fici è molto giovane, la regia sarebbe la sua?

 

 

Stimo Nicola Fici, ha tutti i requisiti per essere espressione della nuova classe dirigente di Marsala. Come anticipato, si comincia da programmi, regole, coalizioni e poi, per ultimo, si individua una squadra di uomini e donne per mettere il tutto in pratica; persone che devono avere la necessaria competenza ed esperienza. Per quanto mi riguarda si può anche ricorrere a forme democratiche per la pre-selezione della classe dirigente, non possiamo disperdere nessuno dei potenziali candidati di cui si parla, l’importante è essere uniti. La sfiducia sarebbe opportuno farla solo se c’è un accordo sul dopo Di Girolamo. Solo così potrebbe essere una “sfiducia costruttiva”

 

Grillo, non farà come nel 2015 un passo avanti e tre indietro, poi di lato e poi di nuovo avanti, scegliendo una coalizione salvo poi candidarsi in prima persona? Cosa le fa pensare che i cittadini che hanno bocciato il suo progetto adesso sarebbero pronti ad accordarle fiducia?

 

Nel 2015 ho scelto di candidarmi davvero all’ultimo momento, come atto di generosità nei confronti di Marsala e dei marsalesi, per permettere loro di avere, quantomeno, un’alternativa rispetto al totale disastro amministrativo che si intravedeva all’orizzonte con la candidatura di Di Girolamo sostanzialmente senza avversari, perché il M5S era forte, già all’epoca, nel voto politico ma perdeva smalto in quello amministrativo. Anch’io all’inizio, ero stato “contagiato” dai social, dal comune sentire e volevo seriamente sostenerlo, ma mi è stato sufficiente incontrarlo un paio di volte e discutere di futuro della città per comprendere i rischi che correva Marsala. Nel 2015, tra l’altro, Di Girolamo era il segretario del Pd, che vantava il 40% del consenso anche nel nostro territorio. Oggi, mi sta a cuore che Marsala ricerchi la candidatura ideale in grado di potere dare attuazione a progetti di sviluppo. Giovani laureati che non vanno via da Marsala, ma è doveroso dare loro una prospettiva nella nostra città. Non è vero che un sindaco non può creare posti di lavoro e sviluppo, chi dice il contrario lo fa solo per nascondere i propri fallimenti.

 

Le conoscenze politiche nazionali ed internazionali sono importanti, bisogna fare i conti però con le casse comunali. Le leggi finanziarie che hanno ad oggetto gli Enti Locali sono molto rigide. Ha pensato a questo?

 

Mi rendo conto, ma non può essere un alibi per non fare nulla. Altrimenti, se ci si candida per poi dire soltanto “non ci sono soldi”, si può anche fare a meno di partirsi. Occorre inaugurare una coraggiosa stagione di buon governo, caratterizzata da progettualità, rigore amministrativo ed innovative forme di partenariato pubblico - privato in grado di attrarre maggiori risorse. Non si può assistere passivamente all’agonia della città sulle questioni più spicciole, come la pulizia ed i servizi fino agli ambiti strategici come turismo, acqua, trasporti, e rifiuti. Io, da sindaco, non permetterei mai la proroga di un contratto di circa 15 milioni di euro ad una società privata per anni, non spenderei circa 5000,00 euro al giorno per affittare mezzi che poi si trovano ad essere fermi; non attenderei che dai rubinetti iniziasse ad uscire acqua salata per l’esaurimento della falda, non attenderei la scadenza dei termini dei contributi pubblici per la realizzazione del progetto del porto di Myr( entro il 2019, con proroga al 2020, dovrebbero finire i lavori) senza dire una parola, non sprecherei notevoli risorse economiche per attività teatrali invernali che non attraggano pubblico e invece d’estate, tempo di attrazione turistica, dire di non avere risorse. Occorre essere attivi, servono coraggio ed esperienza per essere protagonisti dello sviluppo della città ed attrarre investimenti. Anche per quanto riguarda l’aeroporto serve ricercare collaborazione con il governatore Musumeci e non cercare di scaricare responsabilità che provengono da Crocetta e dal sindaco.

 

Marsala vive una stagione buia: il turismo non decolla, non ci sono scelte importanti e di livello qualitativo significativo. Questa Amministrazione sbandiera in ogni dove la legalità come fosse di esclusiva pertinenza e non un pre requisito. Lei non teme di avere, da candidato sindaco o comunque da politico attivo, dei conflitti di interesse avendo un centro di accoglienza migranti?

 

Grazie per la domanda, mi permette di fare chiarezza, per l’ennesima volta. ll centro di accoglienza non è affatto mio. Il centro è gestito dalla Fondazione Francesco d’Assisi, nel cui CdA siedono anche un rappresentante del Sacro Convento d’Assisi ed un rappresentante della Diocesi di Mazara del Vallo. Tanti tra i miei avversari in campagna elettorale, mi hanno calunniato, salvo poi chiedere pubblicamente scusa per le gravi menzogne dette. Oggi avviene proprio questo, nella logica della demagogia, si generalizza su tutto e tutti, politici, sacerdoti, magistrati, medici, c’è un attacco quotidiano a chi ricopre ruoli riconoscibili. La Fondazione non fa business, anzi, impiega tutti gli utili di gestione per dare un tetto e provvedere alle necessità primarie e secondarie di italiani in difficoltà sociali ed economiche. Mi si permetta di dire che non è affatto poco e che questo modello dovrebbe essere replicato in altre realtà, così che il dovere morale dell’accoglienza possa avere anche un risvolto positivo e decisivo nella vita di tanti altri italiani in difficoltà, praticamente senza alcun ulteriore ricorso alle risorse pubbliche. Considerato quanto si sente quotidianamente sulla politica, si è purtroppo portati a pensare male ed a non credere che ci possano essere persone che danno la vita per gli altri. Genericamente la gente pensa che dietro a qualcosa di buono dietro c’è un interesse personale. “Chissà perché lo fanno? chissà cosa c’è dietro?” La diffidenza è legittima, per carità, viste anche le continue notizie giudiziarie, ma se i marsalesi dovessero avere modo di toccare con mano che quanto dico è vero credo sarebbero orgogliosi di quanto fa la fondazione Francesco d’Assisi per i nostri concittadini meno fortunati. Occorre fermarsi a giudicare i fatti, i fatti! Il discorso sarebbe interessante anche perché quanti rivendicano di essere i titolari, i paladini della legalità, saranno di sicuro persone per bene, ma potrei dimostrare loro che essere per bene non basta.

 

La sua lettera manifesto è piena di progetti. Ce ne indica almeno uno dal quale lei partirebbe subito per il rilancio di questa città?

 

 

Inizierei dal dire che Marsala non può avere solo due dirigenti. È come scendere in campo per una partita con una squadra dimezzata: sarebbe una sconfitta in partenza. Poi mi concentrerei sui trasporti, perché senza porto, aeroporto e trasporti pubblici locali funzionanti non possono mai decollare le altre attività produttive. Anche qui non è vero che il sindaco non può fare nulla. Chiamerei subito Ombra per sapere se vi sono difficoltà che ostacolano l’avvio ed il celere completamento del progetto del porto e, nell’eventualità di una risposta affermativa, mi attiverei immediatamente per reperire ulteriori finanziamenti, prima della scadenza dei termini per l’utilizzo dei contributi pubblici. Un buon padre di famiglia non può assistere passivamente a tutto, lasciarsi travolgere dagli eventi. Anni addietro avevo anche indicato la strada delle “buone azioni” per finanziare il porto. Per concludere, il piano strategico per la mobilità ed i trasporti urbani che avevo presentato è sempre valido ed aveva avuto la certificazione di fattibilità da parte del presidente nazionale di Federtrasporti.