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13/09/2018 00:20:00

Mogol presidente della SIAE a pochi giorni dal ventennale della morte di Lucio Battisti

 di Paolino Canzoneri

Alla veneranda età di 82 anni Giulio Rapetti in arte Mogol è stato nominato presidente della società Italiana degli Autori ed Editori meglio nota come SIAE.

Il ruolo era stato coperto dal 2013 al 2015 da Gino Paoli e successivamente dal 2015 Filippo Sugar. Mogol è famoso per essere un gran compositore ma sopratutto scrittore di testi per molti artisti del panorama musicale italiano, primo fra tutti Lucio Battisti. La nomina di Mogol avviene a pochi giorni dalla ricorrenza ventennale della scomparsa di Lucio Battisti. 20 anni infatti sono strascorsi da quel 9 settembre in cui l'Italia perse uno degli artisti più importanti da sempre legato alla musica leggera italiana e a tutto il cantautorato romantico e di impegno sociale e politico. Lucio Battisti, artista, talento assoluto, uomo simpatico, impacciato e timido sarà sempre ricordato come icona assoluta per vecchie e future generazioni. Nato nel lontano 1943 a Poggio Bustone, nella provincia di Rieti, piccolo paese di meno di tremila anime, dopo le scuole medie Battisti chiese ed ottiene come regalo di promozione una chitarra che divenne molto presto uno strumento che non abbandonò per tutta la vita.

La musica che usciva dalle corde della sua chitarra divennero presto una condizione essenziale di vita e di passione che lo portò a trascurare successivi studi. Tasferitosi a Milano nel 1962 Lucio Battisti inizò una gavetta come musicista e cantante che lo vide protagonista in diverse esperienze locali e nel 1965 alla ricerca di autori musicali e manager discografici ebbe l'opportunità di incontrare Giulio Rapetti in arte Mogol che divenne fondamentale mentore e autore dei brani e album che consacrò Battisti nell'olimpo degli artisti di punta assoluti nel panorama vasto della musica italiana. "Mi ritorni in mente", "Non è Francesca", "Il mio canto libero", "Emozioni" e moltissimi altri capolavori sono divenute in pianta stabile colonna sonora agro-dolce di una Italia che attraversava un periodo storico difficile e pieno di conflitti sociali e politici. Un periodo d'oro e piuttosto fecondo dove i migliori cantanti e cantautori regalarono al paese autentici capolavori assoluti di musica di impegno sociale e politico. Anche Battisti si impose come protagonista della scena musicale con brani fra cui spicca "Giardini di Marzo" dove con un canto leggero a fil di voce sofferto ma altrettanto vigoroso e imponente nel ritornello espresse il suo disagio giovanile alle prese con una rivoluzione politica e un distacco generazionale praticamente netto e doloroso, "...ma il coraggio di vivere quello ancora non c'è.." sussurri come desistenza, una rinuncia in una lotta frenetica a riordinare le proprie idee alla ricerca di una identità confusa e insicura.

Il clamoroso successo che ne seguì fu oltremodo amplificato dalle sue pochissime ma efficacissime presenze in televisione dove cantando con altri artisti di alto spessore come Mina e sottoponendosi ad interviste e domande in diretta poste da Renzo Arbore, Gianni Boncompagni e Red Ronnie conduttori e autentici mattatori televisivi e giornalistici di quegli anni, gli conferirono una altrettanta notorietà che l'artista dal carattere schivo e riservato e costantemente timido cominciò un po a soffrire. Il 23 aprile del 1972 Lucio Battisti si esibì con Mina in televsione nella trasmissione "Teatro 10" duettando in modo spettacolare alcuni suoi brani e scrivendo una pagina di alto livello artistico musicale a livello televisivo che rimarrà per sempre l'ultima sua apparizione pubblica a cui seguirono pubblicazione di nuovi album che mantennero l'alto livello artistico a cui ci si era abituati. Le generazioni a venire subirono e subiranno l'enorme contributo storico e antologico della musica di Battisti perchè parole e musica hanno da sempre riscaldato i cuori e proiettato la mente verso luoghi immaginari e sensazioni uniche dai mille sapori, dalle mille sfaccettature che il nostro paese può vantarsi d'esser stato culla di geni simili. Da ritenere l'album "Una donna per amico" uscito nel 1978 un autentico ennesimo capolavoro divenuto onnipresente nelle collezioni dei vinili di ogni appassionato di musica di qualsiasi genere a livello nazionale. La collaborazione fra Battisti e Mogol subì però un brusco arresto nel 1980 dopo l'album "Una giornata uggiosa" per motivi legati a divergenze artistiche di carattere economico. Sorse una divergenza sui diritti d'autore sin da sempre suddivisi un quarto per Battisti, un quarto per Mogol e la rimanente quota alla società editoriale Acqua Azzurra che però al suo interno vedeva Lucio Battisti stesso socio beneficiario del 40% restante e proprio questo fatto causò il "corto circuito" visto che Mogol da sempre ebbe il ruolo fondamentale di autore dei brani che portarono Lucio Battisti al successo assoluto. Mogol stesso cercò di convincere Battisti della necessità oggettiva e corretta di allineare le quote azionarie ma non ebbe mai il consenso di Battisti e quindi l'idillio storico ed artistico durato da più vent'anni si concluse. Due anni dopo nel 1982 Battisti, oramai deciso a divenire egli stesso autore completo della sua musica, pubblicò un album musicalmente diverso dai suoi precedenti.

I fans, spiazzati dalla nuova direzione artistica, accolsero l'album "E già" con iniziale sopresa per la presenza di sonorità elettroniche e forte presenza di sintetizzatori che proiettarono l'artista verso sonorità ricche e appensantite da suoni melodici e arrangiamenti molto pop legate agli anni 80. L'album comunque ebbe vendite egregie e riuscì ad inserirsi come un nuovo percorso artistico frutto della nuova collaborazione con il compositore Pasquale Panella con cui pubblicò altri 5 album successivi che furono in realtà meno "efficaci e riusciti" come i precedenti con Mogol ma furono apprezzati comunque da una fascia di estimatori più legati a generi musicali più complessi negli arrangiamenti e meno tradizionali per la musica leggera italiana. Nell'agosto del 1998 una improvvisa notizia gelò i fans italiani, Battisti ricoverato in una clinica milanese per un probabile male incurabile. La famiglia non autorizzò la diffusione dei bollettini medici e l'artista pochi giorni dopo, all'insaputa di tutti venne trasferito nel reparto di terapia intensiva dove spirò il 9 Settembre divenendo in modo definitivo una icona assoluta della musica italiana.