Marsala, Pippo e Anna Maria: "Vogliamo solo una casa per stare con i figli e il nipotino"
"Una casa, piccola, essenziale, normale, che permetta di riunirci con i figli e il nipotino". E’ questo ciò che chiedono Pippo e Anna Maria, i coniugi Marchese che dal 29 giugno scorso - da quando la loro casa popolare è stata occupata – vivono in auto, senza nulla e con i problemi di salute di cui soffrono: il signor Pippo di diabete e la signora Anna Maria di asma cronica.
Ieri questa storia ha avuto anche una ribalta nazionale, come abbiamo raccontato (potete leggere qui), c'è stata la partecipazione alla trasmissione "Pomeriggio Cinque" di Barbara D’Urso, con la speranza che possa contribuire ad una risoluzione della vicenda.
Purtroppo da quando hanno perso la loro casa, Pippo e Anna Maria, oltre a dormire a bordo della loro piccola utilitaria nel parcheggio comunale nei pressi del Monumento ai Mille, sono stati divisi dai propri figli, trasferiti in alcune strutture di assistenza. La ragazza, già mamma del loro nipotino, la riescono a vedere perché si trova in una struttura di Partanna. Il figlio, invece, minorenne, si trova a Gela e riescono a sentirlo al telefono solo per 10 minuti il martedì e altri 10 minuti il sabato.
"Sto male, stiamo veramente male. Avevamo tutto e ora non abbiamo più niente – le parole del signor Pippo -". L’appello al sindaco Alberto Di Girolamo e all’assessore Clara Ruggeri dei signori Marchese: “Non vogliamo niente, solo che i nostri figli e il nostro nipote tornino con noi, chiediamo solo di avere una piccola casa, con un bagno e di avere così la possibilità di riunirci. Ho sempre lavorato in vita mia, me la sono cavata sempre e non sono un morto di fame come dicono – conclude il signor Pippo –".
Pippo e Anna Maria stanno ricevendo la solidarietà da diversi cittadini marsalesi, con una semplice parola di conforto, ma anche con degli aiuti concreti: pasti caldi o del vestiario. Ma la cosa di cui hanno più bisogno, in realtà, è ritrovare la dignità perduta e la normalità di una vita che non è più tale se non si ha un tetto vero dove vivere, e non di metallo e su quattroruote.
Una coppia che soffre da quasi tre mesi e che, pur nella complessità di tutta la vicenda, è giusto che chieda di avere un’altra possibilità: tornare ad essere una famiglia normale e unita.
E’ così difficile trovare un’abitazione e togliere queste due persone dalla strada? Se non si riesce a risolvere questo caso nel giro di qualche giorno, ci chiediamo cosa ci stanno a fare gli enti preposti a farlo.
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