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04/02/2019 06:00:00

La Finanziaria arriva all'Ars

 Approderà all’Ars l’11 febbraio la Finanziaria di Musumeci, dopo che è stato approvato il bilancio con una maggioranza che ha dato una spallata alle opposizioni, Pd e Cinque Stelle, che avevano avanzato la proroga dell’esercizio provvisorio di un altro mese.

Gianfranco Miccichè, presidente di Sala d’Ercole ha stralciato molti articoli presentati in aula tra cui la norma dei pagamenti ai professionisti che hanno lavorato a progetti senza averne ancora ricevuto autorizzazione, le stabilizzazioni pumex, arriva anche la sospensione della stabilizzazione dei precari della camera di commercio, stop pure alle promozioni interne.

Approvato lo schema di bilancio con le opposizioni che evidenziano i meno 9 milioni nel 2019 per il tfr e 16 milioni nel 2020 per le pensioni.

Si tornerà in aula l’11 febbraio e fino a quella data si potranno effettuare solamente le cosiddette spese obbligatorie, soddisfatto Miccichè che parla di un bilancio equilibrato.

Quasi tutti gli emendamenti presentati dal Pd sono stati ritenuti inammissibili, Baldo Gucciardi in aula ha chiesto un cambio di rotta: “ Dobbiamo cambiare metodo e mentalità. La richiesta da parte dell'opposizione di chiedere l'esercizio provvisorio non è uno sfizio, ma nasce dalla convinzione che con un po' più di tempo in più si potesse lavorare a norme finanziarie migliori. E invece qua le carte arrivano all'ultimo minuto, e persino deputati con una certa esperienza non riescono a comprenderne il contenuto”.

E anche Peppino Lupo, durante il suo intervento ha parlato di tagli indiscriminati per tutte le categorie: “ Ci sono pesanti tagli anche all'istruzione. Mentre si parla di un disegno di legge sul diritto allo Studio, si tagliano a tante categorie legate all'istruzione, compreso il capitolo sulla manutenzione delle scuole. Ci sono tagli agli enti parco, alle riserve naturali, ai talassemici, al Fondo unico per lo spettacolo e tanti altri, compreso il fondo per aiutare le vittime di richieste estorsive".

Ad intervenire sullo schema di bilancio anche Davide Faraone, segretario dem in Sicilia: “La peggior ricetta per contrastare una crisi economica, per diminuire il gap tra la Sicilia e il resto d’Italia, per stimolare le imprese ad investire e per creare un clima di fiducia nelle famiglie che incoraggi i consumi, è quella di aumentare le tasse. Ebbene, invece di ridurre la tassazione a famiglie e imprese, il governo siciliano si appresta a varare una manovra finanziaria di lacrime e sangue, con un inasprimento delle addizionali Irpef. Insomma, ritorna il partito delle tasse”.

Faraone è per il taglio degli sprechi regionali, per l’eliminazione dei carrozzoni e non per i tagli alle famiglie e alle imprese: “Ci opporremo a qualsiasi ipotesi di aumento delle tasse, ci troverete favorevoli, invece, a misure di tassazione zero per le imprese che investono qui e creano posti di lavoro e a tagli contro le spese inutili”.

I tagli, insomma, colpiscono varie categorie, dai teatri a tanti enti regionali, un provvedimento dimagrito in seguito alla decisione della Corte dei Conti che ha chiesto di ripianare il disavanzo creato dalla precedente legislatura a guida Pd.

Gaetano Armao, assessore all’Economia, ha un fitto dialogo con Roma per tentare di spalmare il disavanza in trenta anni, evitando che solo per il 2019 la Regione paghi 250 milioni di euro.