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19/02/2019 08:15:00

Il Reddito di Cittadinanza, immaturo ma un passo in avanti

Ancora c’è gente che mi chiede che ne penso di questo Reddito di Cittadinanza recentemente approvato dal Governo. Ma che domanda è? Cosa posso pensare di una misura che mette 6 miliardi di euro quest’anno e 8 miliardi dal prossimo anno a disposizione dei più poveri? Posso pensarne solo tutto il maggior bene possibile.


Ma tu avresti scritto questa legge così? Ecco, qui ti risponderei certamente no. Comprendo, tuttavia, che il Movimento Cinque Stelle, da sempre propugnatore della misura, non governa da solo e che quindi il testo risultato sia un compromesso tra le due parti.
Cosa va e cosa non va? Be', a me sembra che sia apprezzabile l’importo complessivo distribuito dal Reddito di Cittadinanza: 6 miliardi, nulla a vedere col miliardo del REI targato Partito Democratico, una mancia quella. Il REI metteva mediamente a disposizione dei poveri 295 euro al mese, il Reddito di Cittadinanza arriva sino a 780 euro, sufficienti per sopravvivere qui al Sud. Il REI giungeva a circa un milione di poveri, qui la fascia di beneficiari quantomeno sarà triplicata.


Poi è interessante l’avvio di un ammodernamento e potenziamento dei Centri per il Lavoro, degli uffici collocamento. E’ interessante il riconoscimento del lavoro di cura, ovvero non sarà richiesto di lavorare a chi cura bambini fino a tre anni d’età.
Certo ci sono le note dolenti. Il mancato rispetto delle Direttive Europee sugli stranieri di lungo soggiorno dovrà essere corretto o sarà di certo bocciato dalla Suprema Corte per violazione dell’art. 117 della nostra Costituzione. Sto dicendo che nessun straniero in possesso di carta di lungo soggiorno, ovvero cinque anni di residenza, può essere escluso dal beneficio. E non lo dico perché io sia un “buonista” ma perché lo dice la legge. Un altro gravissimo errore è quello di legare il beneficio al nucleo familiare: i giovani che stanno a casa con anziani genitori, magari pensionati, non potranno affrancarsi economicamente e saranno condannati a restare, per “legge”, dei “bamboccioni”.
Sono fiducioso, tuttavia. Ci sono sessanta giorni per convertire il Decreto in legge e durante questo percorso è probabile che venga corretta qualche “immaturità” della norma frutto pure della fretta di scriverla e propagandarla.

Natale Salvo