Quantcast
×
 
 
20/02/2019 06:59:00

Marsala: comprano polli arrosto, trovano vermi. Il caso finisce in tribunale

E’ approdata in Tribunale la vicenda del pollo arrosto con i vermi comprato nell’estate 2016 in un supermercato a Marsala. Imputata, per “commercio di sostanze alimentari nocive”, è la 33enne marsalese Antonella Cammareri, responsabile del punto vendita.

Il processo stato avviato davanti al giudice monocratico Ernesto Vallone con la testimonianza del 50enne Giuseppe Rallo, l’uomo che comprò i tre polli allo spiedo, uno dei quali risultò essere pieno di vermi. Ben “196 larve di insetto” scrive il pubblico ministero Silvia Facciotti si legge nel capo d’imputazione. Il pm specifica che si trattava di “mosca verde”. Insetti, continua il magistrato, che “cagionavano ai consumatori nausea e vomito”. E infatti, due dei cinque commensali (tre donne e due uomini) finirono al Pronto soccorso dell’ospedale “Borsellino”. Era la sera del 13 luglio 2016. Per l’accusa, al “Decò” è stato di pollo allo spiedo “pericoloso per la salute pubblica”. A difendere la Cammareri è l’avvocato trapanese Michele Cavarretta, mentre le cinque parti civili sono rappresentate dagli avvocati Antonino Rallo, Piero Marino, Leo Genna, Gaspare Stabile e Arianna Russo. Davanti al giudice Vallone, Giuseppe Rallo ha ribadito quanto già affermato quando scattò la denuncia. Doveva essere, quella, una serata da trascorre in allegria con un pasto veloce. Bisognava soltanto riscaldare in un forno i tre polli arrosto comprati poco prima. E invece fu un’esperienza da dimenticare. “Eravamo in veranda – racconta Rallo mentre è tra i corridoi del Tribunale – l’illuminazione non era perfetta. La lampada era alle mie spalle. Per questo motivo, non vedevo benissimo, ma al terzo boccone mi accorgo che all’interno del pollo, vicino alle ossa, c’erano i vermi… Immediatamente ho rigettato quello che avevo in bocca”. E l’avvocato Antonino Rallo sottolinea che i medici hanno affermato che si trattava di vermi che “non morivano dopo essere stati schiacciati tra i denti e quindi, una volta ingeriti, potevano anche bucare gli intestini”. Dell’accaduto, nel luglio 2016, l’avvocato Rallo informò subito l’ufficio di Igiene dell’Asp e la Procura, presentandosi con il pollo con i vermi, ovvero il “corpo del reato”.

Del caso ci siamo occupati su Tp24.it in un articolo che potete leggere cliccando qui.