Quantcast
×
 
 
25/03/2019 06:00:00

Vitalizi, Forza Italia, alleanze. Intervista al presidente dell'Ars Miccichè

Gianfranco Miccichè, presidente dell'Ars, la questione dei vitalizi rischia di segnare un solco tra l’Assemblea e il Governo regionale?

Assolutamente no. Il governo della Regione nella sua autonomia ha deciso di non impugnare la legge di bilancio dello Stato che prevede sanzioni per le regioni che non tagliano i vitalizi; l’Ars, dal canto suo, opera in piena autonomia e farà le sue opportune deduzioni.

 

Si è espresso in maniera chiara: niente macelleria sociale, niente tagli che riducano in povertà gli ex deputati. Non rischia di diventare impopolare?

Se essere impopolare significa non gettare nella costernazione ex deputati regionali che hanno avuto solo il torto di servire la nostra terra, non ho alcuna preoccupazione. Mi interessa, invece, evitare che un ex deputato regionale che oggi ha più di 90 anni e che ha maturato un vitalizio per il servizio prestato si ritrovi con poche centinaia di euro in tasca. Questa è una di quelle circostanze che mi rifiuto di favorire. Meglio impopolare che affamatore.

 

Con la questione dei vitalizi ha messo in gioco anche la sua carica di presidente, diciamo che ha giocato sapendo di farlo: i grillini non hanno i numeri per sfiduciarla

Il problema non è la mia poltrona di presidente dell’Ars, né ho fatto alcun calcolo quando ho detto che non farò il taglio dei vitalizi così come è stato concepito dal presidente della Camera, Fico. Sono disposto a trovare altre soluzioni ma se il Movimento 5 Stelle si dovesse intestardire sul “modello Fico” mi sfiducino pure.

 

Il governo perde un assessore di indubbia levatura morale e culturale, Sebastiano Tusa. E’ così difficile mettere le persone giuste sulle poltrone giuste per coltivare e aumentare la bellezza della Sicilia?

Il compianto Sebastiano Tusa era senz’altro un uomo di grande levatura morale e culturale. Lo ha dimostrato nei pochi mesi in cui ha guidato l’assessorato ai Beni culturali. È stato un uomo capace di riportare alla luce migliaia di reperti archeologici nascosti negli abissi marini, istituendo la Sovrintendenza del Mare. È una grandissima perdita. Penso che in Sicilia, sia pure con caratteristiche diverse, vi siano uomini in grado di continuare la sua opera.

 

Parliamo di elezioni europee, è una lista che lei, da commissario regionale di Forza Italia, ha creato su misura per se stesso. Non teme il fuoco amico?

Che significa a misura di me stesso? Io non sarò in lista. Avrei potuto ordire una lista su misura solo se avessi avuto l’intenzione di candidarmi per il Parlamento di Strasburgo. Quale dovrebbe essere questo fuoco amico?

 

La sua linea politica è chiara: mai con Matteo Salvini. Il suo leader Silvio Berlusconi, però, corteggia i leghisti ed è pronto a farci un governo nazionale. Come la mettiamo? Non può esistere un partito a due velocità…

Sarebbe un partito con due facce, non a due velocità. Se il riferimento è alle mie polemiche con Salvini sull’immigrazione, allora rispondo che la deriva razzista non appartiene né a me né alla tradizione moderata di Forza Italia.

 

Forza Italia è un partito che non è stato in grado di rinnovarsi, la sua classe dirigente sui territori è da sempre la stessa. Non rischia di implodere come ha fatto il Pd?

Non è vero che Forza Italia non si è saputa rinnovare, perché sono migliaia i giovani impegnati dentro il partito, assumendo incarichi negli organi direttivi nazionali e regionali. Il paragone con il Pd. Ma quale partito si era rinnovato di più, portando alla segreteria prima e a Palazzo Chigi poi il giovane Matteo Renzi? Abbiamo visto la fine che ha fatto.

 

 Rossana Titone