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24/06/2019 06:00:00

Andrea Bulgarella /1: "Accuse archiviate, ma non festeggio. Vi spiego perchè"

  Andrea Bulgarella, anche la Procura di Milano, dopo quella di Firenze, ha chiesto e ottenuto l’archiviazione per l’indagine che la riguardava. Festeggia?

Ma quando mai.  Sono pure arrabbiato. 

Come? La Procura, un anno dopo aver archiviato le indagini per mafia, archivia anche quella sulla presunta truffa che lei voleva fare ad Unicredit, e lei non è felice?

 

Ma cosa c’è da festeggiare? Io ho vissuto un vero e proprio dramma. Faccio una sintesi,  per gli smemorati: nel 2015, sono stato raggiunto da un provvedimento di sequestro di alcuni documenti da parte della Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze. Un'operazione imponente: decine e decine di carabinieri nei miei uffici. La Procura, sulla base delle indagini delegate ai ROS, sospettava che tutta la mia attività imprenditoriale, avesse all’origine il riciclaggio di denaro di provenienza mafiosa. E’  una indagine che nasce da elementi irrilevanti, da ricostruzioni inesatte, da sospetti e calunnie.  

Un’indagine, tra l’altro, nata nel 2013…

E fatta con i piedi, mi permetta di dirlo. Io sono cresciuto con il mito dei Carabinieri, con il massimo rispetto delle forze dell’ordine. E invece i Ros, che dovrebbero essere il fior fiore dell’apparato investigativo, hanno fatto errori madornali. E spero che lo abbiano fatto in buona fede.  Hanno sbagliato trascrizioni, hanno scambiato persone, hanno letto male carte e assegni, hanno costruito castelli di accuse su mezze frasi di collaboratori di giustizia a dieci anni di distanza l’una dall’altra.

Ci faccia un esempio, ci aiuti a capire.

Il beneficiario di un assegno, a pagamento di una fornitura, da 'Belloni', il nome esatto, diventa, non si capisce come, 'Bellomo'; e questo errore madornale diventa per loro la 'prova' di un pagamento disposto a favore del nipote di Matteo Messina Denaro, che si chiama proprio Bellomo.  Da questo errore si è fantasticato su un mio collegamento con Matteo Messina Denaro. Ma potrei continuare.  Purtroppo gli investigatori non sono stati attenti, né capaci. E infatti hanno fatto quasi saltare la mia azienda. E se penso che questi investigatori, magari, fanno pure carriera…

Indagini superficiali, e lunghe. La prima archiviazione è nell’aprile del 2018 .

Vi cito, testualmente, la  motivazione: “ L’attività di Bulgarella è lecita ed estranea ad ogni riferimento a contesti criminali”.

Rimaneva in piedi la vicenda della tentata truffa ad Unicredit, per ottenere un trattamento di favore nell’esposizione del suo gruppo con la banca.

Faccio un'altra citazione. Si tratta di un passaggio delle motivazioni della seconda archiviazione, quella di cui tanto si parla in questi giorni: “i fatti ricostruiti difettano degli elementi costitutivi delle ipotesi di reato inizialmente formulate”.  In sintesi, c’è una manifesta infondatezza della notizia di reato e una “radicale insussistenza dello stesso”.  Il mio Gruppo i suoi amministratori, i suoi collaboratori e i dipendenti hanno sempre e indiscutibilmente tenuto comportamenti limpidi e specchiati”. Ecco perché non festeggio.

Perché?

Perché il truffato sono io. Ho le carte per dimostrarlo, e mi sarebbe piaciuto poterne parlarne, raccontare la distorsione del sistema bancario italiano, ma in questo Paese è impossibile per le persone per bene farsi ascoltare … Aggiungo anche che con le indagini tutte le banche mi hanno negato credito. Ciò si traduce in una vera e propria condanna a morte.  Sono stati sei anni di calvario, in cui ho cercato di reagire: denunciando le condotte illecite delle banche sull’applicazione di tassi usurai, l’anatocismo (cioè degli interessi sugli interessi), l’uso allegro dei derivati. Banche che ancora oggi continuano indisturbate a rapinare e strozzare le aziende e le famiglie attraverso “giochetti contabili”…

A qualche magistrato l’avrà raccontata la sua storia…

A nessuno.

In che senso?

Nel senso che non sono stato mai ascoltato, o interrogato. Mai.  Sono finito nel tritacarne delle finte accuse, il mio gruppo, uno dei primi in Italia per la qualità dei recuperi di edifici di pregio, stava per essere travolto. Sono riuscito a salvarmi perché ho lottato, senza paura. Ma in questi anni ho lottato quasi da solo: nessun magistrato si è mai degnato di ascoltarmi, di sentire anche le mie ragioni. Solo un castello di carte. Carte false, come dimostrano i fatti.

Si è chiesto come mai nessun magistrato o investigatore, in questa delicata vicenda, l’abbia mai ascoltata?

Guardate, qui la cosa grave è che non solo non ascoltano me, ma credono alle bugie che gli  passano finti pentiti, bugiardi e assai discutibili,  che, per salvare le loro aziende,  o i loro privilegi, continuano ad operare  liberamente, forniscono dichiarazioni calunniose rese ad orologeria,  datate nel tempo,  generiche, senza alcun riscontro. Lo scopo è uno solo: "mascariare",  cioè ingenerare  il sospetto di collusioni con ambienti mafiosi. Le faccio un nome:  Antonino Birrittella, “socio in affari” – come da lui stesso dichiarato - di mafiosi trapanesi.

Lei ha anche denunciato Birrittella.

Si, nel Settembre 2016. Ed è da tre anni che attendo di capire cosa sarà anche di questa mia denuncia … 

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