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29/09/2019 10:51:00

Si capovolge un'imbarcazione: 50 persone disperse in mare nel Mediterraneo

 Un'imbarcazione che trasportava oltre 50 persone si è capovolta al largo delle coste della Libia. Lo ha reso noto l'Unhcr, aggiungendo che i soccorritori sono in arrivo.

Il naufragio si sarebbe verificato dopo una serie di sos lanciati dall'imbarcazione, rilanciati da Alarm Phone, cui, secondo la piattaforma che aiuta i migranti nel Mediterraneo, non è stata data risposta. "Che cos'altro deve succedere affinché le autorità si prendano responsabilità per la situazione?" twittava stamattina Alarm Phone.

Già nella tarda serata di ieri, riferiva di una barca "partita dalla Libia giorni fa": "Abbiamo informato le autorità in Libia, Italia e Malta, ma nessuno ha lanciato un soccorso". Con il passare delle ore la situazione, come prevedibile, è peggiorata: "i naufraghi temono di morire e chiedono aiuto. Le persone a bordo dicono che stanno imbarcando acqua".

Intorno alle 13, l'ultimo disperato sos dalla barca: "parlano di diritti umani, ma dove sono? Vi prego, aiutateci!". Alarm Phone ha assicurato di aver informato Eunavfor Med (l'operazione Sophia), Guardia costiera, Guardia costiera francese, forze armate maltesi e "la cosiddetta Guardia costiera libica".

A metà pomeriggio, l'allarme dell'Unhcr: la barca con i 56 si è capovolta. "Morti sulla coscienza" accusa la ong Mediterranea Saving Humans, che chiede l'immediato dissequestro della nave Mare Jonio "Chiedo l'immediato dissequestro della Mare Jonio. Se le autorità competenti non sono in grado, o non vogliono, salvare le persone che rischiano la vita nel Mar Mediterraneo ci diano la possibilità di ritornare nel Mediterraneo centrale prima possibile. Non vogliamo essere complici di questo massacro" commenta Alessandro Metz, l'armatore sociale di Mare Jonio. "Altri 50 morti: da ieri si era a conoscenza di questa imbarcazione in difficoltà, dopo l'allarme dato a tutti i Centri di Coordinamento marittimo, di Italia, Malta e Libia. Nessuno è intervenuto. Li hanno sulla coscienza, li hanno lasciati morire. Noi non ci stiamo. Risponderanno prima o poi per crimini contro l'umanità" continua Metz. "Dobbiamo ritornare prima possibile dove bisogna essere presenti. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e agisca di conseguenza. Noi dobbiamo tornare in mare, subito".