Mi chiamo Angelica Giacomazzi e sono una studentessa liceale. Credo e reputo molto importante la comunicazione ed è per questo che mi trovo a scrivere questa lettera che indirizzo a tutti coloro che, nolente o volente, scelgono di andare o rimanere.
Ma in particolare va a tutti noi siciliani con l’auspicio di non mollare mai. Nell’ultimo periodo ho iniziato a pensare sempre più spesso alle difficoltà che tormentano la nostra amata (ed odiata) terra. Tutto quello che ogni singolo giorno noi siciliani dobbiamo affrontare per cercare di sopravvivere, di andare avanti e nel frattempo di infondere speranza ai nostri coetanei, figli, genitori. E' forse troppo, troppo dura, tanto che si sceglie, a malincuore e con le lacrime agli occhi, di “tagliare” il cordone ombelicale che ci ha tenuti legati a questa terra per il tempo (poco o tanto) della nostra permanenza e volare via.
Le differenze proprie e caratterizzanti di tutta l’Italia (differenze economiche soprattutto) ci sono sempre state. Questo però non giustifica la nostra (sempre più comune) sfiducia, il nostro malcontento, la nostra tristezza. Sarò una illusa. Molti diranno: “troppo giovane per pensare razionalmente, troppo..” E invece no, non mi reputo un’ irrazionale. Mi reputo fiduciosa, ma sono anche, soprattutto, arrabbiata. Arrabbiata nei confronti di un Paese che non dà il giusto valore alle peculiarità di ciascuno di noi, non dà a tutti gli stessi diritti. Chi non può (non ha la possibilità) scegliere di rimanere nella città amata conserva gli stessi diritti di chi invece può farlo?
Dopo una lunga riflessione, io ho scelto di rimanere. Il mio obiettivo, come quello (mi piacerebbe dire di “molti” ma non posso) di alcuni di noi è quello di infondere coraggio, speranza a chi non ne conserva neanche un po’, a chi non ha avuto la possibilità di scegliere e a chi, per ogni festività, con gioia sceglie di ritornare per ricongiungersi ai propri cari. Penso inoltre che noi giovani dobbiamo rimboccarci le mani e decidere di cambiare (anche nel nostro piccolo) il territorio.
Possiamo avere milioni di possibilità, ma questo solo se insieme decidiamo di rallentare un po’ questo treno velocissimo (paradosso, in Sicilia non esistono) che porta i nostri cervelli ad edmigrare! Il mio obiettivo è proprio questo, imparare a ragionare su tanti problemi di cui il nostro territorio è intriso e cercare di migliorare questa regione, che potrebbe avere grandissime potenzialità, per tutti noi. La speranza e la fiducia non ci devono lasciare. Noi che siamo il nutrimento di questa odiatissima ed amatissima Sicilia non possiamo permetterci di fuggire via nel momento del bisogno. È necessario sostenerci ed appoggiarci a vicenda, diminuire un po’ il distacco adulti-giovani, istituzioni-cittadini e soprattutto dire NO ad illegalità e malvagità.
Questa lettera va a Me, a mia madre che, pur spronandomi ad allontanarmi e cercare nuove possibilità extra-regionali, ancora per un po’ (spero per sempre) mi vedrà qui in giro per la mia città e per la Regione, alla ricerca di qualcosa che mi trattenga e mi continui a spronare. A Noi, che di sogni ne abbiamo “assai”, di realizzati un po’ meno. A noi che siamo il mix perfetto di varie etnie, che siamo nati per “lottare”, perché la parola FACILE non la conosciamo proprio. A tutti coloro che, pur non trovando la speranza nelle persone, la trovano nella bellezza e nel cuore di questa nostra pulcherrima Sicilia.
A Te, mia cara Terra, con la certezza che questo dolore che tutti noi ci portiamo dentro quando vediamo un nostro figlio, compagno, concittadino andare via, non sarà e non andrà mai più sprecato. La forza di uno può (e deve!) diventare di tanti, ma solo se uniti. Grazie per la vostra attenzione e “si resti, arrinesci”