Il pm Giulia D’Alessandro ha invocato la condanna di due marsalesi, un uomo e una donna, Francesco Nicolò Prinzivalli, di 37 anni, e Sabrina Gigante, di 40, accusati di avere spacciato notevoli quantità di droga (marijuana).
La pena più severa, due anni e 8 mesi di carcere, è stata invocata per la Gigante. Due anni e mezzo, invece, è stata la richiesta per Prinzivalli. A difendere la donna è l’avvocato Alessandro Casano, mentre legale dell’uomo è Manuela Canale.
I fatti contestati sono relativi al periodo tra il 2013 e il 2014 e lo scorso anno la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di nove persone. Per gli altri sette, però, si è proceduto a parte perché accusati di reati meno gravi. La maggior parte dei presunti spacciatori coinvolti nell’indagine dei carabinieri (operazione “Giamaica”) abitano nel quartiere popolare di via Istria-viale Regione Siciliana, una delle zone più “calde”, sul fronte degli stupefacenti, della periferia marsalese. Anche se alcuni hanno la residenza ufficiale altrove. Sulle loro “attività” hanno indagato i militari della Compagnia e del Nucleo operativo e radiomobile. Alcuni erano già volti noti alle forze dell’ordine e alla giustizia. Sia per fatti di droga e altro. Come Prinzivalli, che ha precedenti per rapina e che nell’ottobre 2018 è stato arrestato dai carabinieri, in flagranza di reato, con l’accusa di avere rubato una borsa ad una donna nel centro di Marsala (via Aspromonte)
. Ieri, intanto, dopo la requisitoria, l’avvocato Alessandro Casano ha sollevato un’eccezione sulla “inutilizzabilità” delle intercettazioni e il Tribunale ha chiesto al pm di depositare la documentazione che ne attesta la regolarità. Naturalmente, prima dell’udienza in cui verrà emessa la sentenza.