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27/12/2019 06:00:00

Il maxi buco siciliano. Il "regalo" sotto l'albero: pagheranno le future generazioni

 La Sicilia ha ricevuto il suo regalo sotto l’albero: disavanzo da ripianare in dieci anni, emanato un decreto ad hoc dal Consiglio dei Ministri. Il governatore Nello Musumeci ha potuto passare il Natale con una fetta di panettone in più, del resto il coro lo conosciamo: i debiti si trascinano da anni, la responsabilità è dei governi precedenti.


In parte è vero, certo è che questo governo non ha progettato quasi nulla, manda avanti l’ordinario e non ci sono quelle famose riforme urlate sempre in occasione della campagna elettorale.


La Sicilia, Regione sprecona, ha raschiato il fondo e ha portato in dote ai contribuenti altro danaro da pagare, era meglio il carbone. Il disavanzo totale ammonta a 7,3 miliardi di euro, oltre 6 miliardi sono stati spalmati nei prossimi tre anni, un miliardo è spalmato nel prossimo decennio.
A questo serve lo Statuto speciale, a planare sopra le leggi, come se tutto fosse normale quando non lo è, un disavanzo che per le altre regioni dovrebbe essere rientrato in tre anni per la Sicilia c’è la deroga a dieci. Anni di politica mandati avanti in questo modo hanno cullato la Sicilia, rendendola gattopardesca ma soprattutto incapace a guardare la profondità dei problemi.


Niente tagli drastici, niente blocco della spesa pubblica regionale, c’è il Governo nazionale che soccorre il regionale, una carezza, una pacca sulla spalla e tutto torna nella tranquillità di sempre, con i carrozzoni che questo esecutivo non vuole tagliare, per non fare torto a nessuno.
E’ legittimo chiedersi: può il Governo Conte adesso, ma altri nel passato, essere sempre quel padre che accoglie il figlio scapestrato? Può sostituirsi alla politica praticata sull’Isola?


Gli amministratori regionali quando si responsabilizzeranno e capiranno che è urgente rivedere tutto l’assetto economico, iniziando con una serie di tagli che, certamente, produrranno mugugni e proteste ma che cureranno le ferite?


E’ così difficile agire? Andare a fondo alle cose? E’ il coraggio che manca, meglio accontentare tutti, sorridere, andare avanti, chi verrà dopo affronterà.
Sono questi i comportamenti che hanno fatto affondare la Sicilia, perché qui, nel mare più bello d’Europa, non si naviga, si è già a fondo.
Musumeci ha parlato di un ottimo rapporto istituzionale con il Governo nazionale Pd-M5S, non la pensa allo stesso modo Italia Viva, il parlamentare Luigi Marattin ha evidenziato come il provvedimento nazionale costituisce “Un dito nell’occhio a tutti gli amministratori pubblici che si fanno in quattro per rispettare le regole...
Noi siamo profondamente contrari a ogni legge che, derogando alle regole valide per tutti, fornisca vantaggi di breve periodo senza assicurare una buona volta un risanamento strutturale... un' altra strada è possibile”.


Quindi, si al ripianamento in dieci anni ma affiancato da una serie di misure, proposte da Italia Viva ed accolte, che prevedono una serie di riduzioni e contenimenti della spesa pubblica. Se la Regione non si atterrà a queste misure entro i prossimi 90 giorni il rientro del disavanzo non sarà più spalmato in dieci anni, ritornerebbe entro i tre anni. Giorni amari aspettano la Sicilia.