Gentile redazione, in merito all'articolo che avete pubblicato sulle morti sul lavoro in Sicilia, a parte i numeri messi a confronto tra nord e sud e come sono variati in un senso o nell'altro, di fatto, non si entra nel merito, nessuno si prende la briga di dare una spiegazione, perché, una spiegazione c'è eccome se c'è.
Qui dalle nostre parti, basta un cenno, uno sguardo per zittire/intimorire un dipendente e, quando quel dipendente non recepisce il messaggio, non passa il mese che è già a passeggio. (pure la rima m'è scappata)
Io devo ringraziare Dio per non essere incappato in "incidenti" sul posto di lavoro... ma, appunto, devo dire grazie a Dio perché, sia il sottoscritto che miei ex colleghi (io ora sono a spasso), abbiamo lavorato costantemente a rischio di gravi incidenti, nonostante segnalate ai titolari, le criticità di alcune lavorazioni. Si aspetta sempre che capiti l'inevitabile e dico: Dobbiamo smettere di parlare di incidenti quando invece si tratta di spregio della incolumità altrui... del "disgraziato" che deve soggiacere al ricatto di "padroni" senza scrupoli... regolarmente e faziosamente reputate "brave persone" ma tali non sono. E parlo per esperienza personale.. documentabile.
Ma, a che serve? A me scrivere qui oggi, sta servendo, in questo istante, mi sto togliendo un peso dalla coscienza... dopotutto una "denuncia" la sto facendo anche se non circostanziata... e non agli addetti ai lavori... chiamatela pure omertà o altro di dispregiativo, ma purtroppo, si è trattato semplicemente di sopravvivenza, un mese/un anno di lavoro in più.
Saluti
Roccaforte Francesco