Taag, linea di confine - così gli arabi definivano la Sicilia all’orizzonte arrivando dal mare, una terra di confine, un approdo.
Ho letto in questi giorni commenti riguardo un uomo che - a bordo di una nave da crociera che navigava nei pressi dei nostri mari - sentitosi male è stato fatto sbarcare al porto di Marsala per le cure del caso. Non credevo ai miei occhi alla lettura di certi commenti, e allora la testa va alle passeggiate per la mia città ed è una stratificazione di storia dagli elimi fino ai borboni e nel mezzo duemila anni di storia.
Può una situazione di costrizione temporanea - causa corona virus - renderci così insensibili? Mors tua vita mea, a sproposito? Marsala è la città dei due mari, e nonostante il suo rapporto da sempre conflittuale col mare, con lui deve fare i conti. E il mare qualche giorno addietro ha chiesto aiuto a questa linea di confine e siamo diventati panormus tutto porto accoglienza onorando la legge del mare. Ovvero il rispetto della vita su tutto.
Le parole valgono, come ebbe a dire Tullio De Mauro, accademico e cittadino onorario di questa città, e sarebbe il caso non ogni tanto ma sempre pesare soppesare ciò che si scrive, perché certe aberrazioni di pensiero restano corpo 48 su marmo ovvero scolpite nella memoria di tutti noi.
Non siamo così, non voglio credere che la nostra storia possa scadere in tali bassezze morali e coerenza vorrebbe che come si va fieri proprio della nostra storia millenaria si agisca di conseguenza
Giuseppe Prode