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04/07/2020 07:00:00

Marsala, donna assolta dall'accusa di stalking all'amante del marito

 “Il fatto non sussiste”. Con questa formula il giudice monocratico Lorenzo Chiaramonte ha assolto la 42enne marsalese Maria Marceca dall’accusa di stalking in danno della rivale in amore: la 32enne Cristina Alessia Titone, che a quanto pare aveva avviato una relazione sentimentale con il marito, Angelo Aiello, di 46 anni.

Il processo era scaturito dalla denuncia presentata in Procura, nel gennaio 2016, dalla Titone. Nel corso del dibattimento, però, il difensore della Marceca, l’avvocato Maria Antonietta Tosto, ha dimostrato che i fatti contestati non potevano configurare il reato di stalking. E il giudice ha condiviso questa tesi. Secondo l’iniziale accusa, Maria Marceca, tra il novembre 2015 (quando scoprì che il marito aveva un’altra donna, e per questo decise di lasciarlo) e il luglio 2016, avrebbe più volte molestato, minacciato, insultato e picchiato la rivale in amore, la 32enne Cristina Alessia Titone. Nel decreto con cui il gup dispose il giudizio, si legge che la Marceca si sarebbe più volte presentata sotto casa della Titone, suonando il campanello, bussando alla porta e sferrando calci contro quest’ultima se non veniva aperta subito. E calci, sempre secondo l’accusa, avrebbe sferrato anche al mobilio dopo essere entrata. Sarebbero seguiti insulti e poi anche telefonate con frasi ingiuriose e minacciose. In alcune occasioni, inoltre, la Titone ha dichiarato che la Marceca le avrebbe alzato le mani.

L’avrebbe spintonata e presa a pugni. Poi, l’avrebbe anche seguita per strada e infine avrebbe investito la moto dalla quale erano poco prima scesi il marito, Angelo Aiello, e la Titone. Per il giudice Chiaramonte, però, il reato di stalking non è stato commesso. Anche perché affinché questo possa configurarsi sono necessarie una sequela di atti persecutori, non singoli screzi, per quanto violenti. Di certo, c’è un matrimonio andato in frantumi, nonostante la nascita di quattro figlie, e la condanna, in primo grado, a tre anni di carcere che nel maggio dello scorso anno è stata inflitta dallo stesso giudice Chiaramonte ad Angelo Aiello per maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate alla moglie, colpita con calci e pugni. Maltrattamenti che sarebbero iniziati nel novembre 2015, quando Maria Marceca decise di lasciarlo. L’uomo è stato, inoltre, condannato anche all’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, nonché al risarcimento, da liquidarsi in separata sede, della parte civile e al pagamento delle spese processuali da questa sostenute. Aiello, difeso da Giacomo Frazzitta, fu assolto per tre dei sei capi d’imputazione: porto abusivo di arma da fuoco in luogo pubblico (davanti l’abitazione dell’ex moglie), mancato versamento degli alimenti alle figlie e uno dei contestati casi di lesioni.