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21/07/2020 06:00:00

Favignana non ha più un sindaco. Michele Rallo: “Così Pagoto e i suoi volevano zittirmi”

Favignana non ha più un sindaco. Arriverà un commissario a guidare il Comune delle Egadi dopo le dimissioni di Giuseppe Pagoto, che nei giorni scorsi è stato arrestato nell’operazione anti-corruzione “Aegades”.


Pagoto è la figura centrale di un’inchiesta che ha svelato il sistema molto diffuso di corruzione, pressioni, dossieraggi nell’isola. Fatti inquietanti che emergono dalle investigazioni delle Fiamme Gialle.
Pagoto era stato sospeso dall'incarico dal Prefetto di Trapani. Diversamente dal sindaco di Erice, che, nonostante la sospensione del Prefetto e il divieto di dimora a Trapani ed Erice, rimane in carica, Pagoto ha deciso di non bloccare l'amministrazione comunale a seguito della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto assieme ad altri 23 indagati.


Oltre a Pagoto si è dimesso anche l'assessore di Giovanni Sammartano, raggiunto da un divieto di dimora nel Comune di Favignana. Dopo la sospensione di Pagoto a reggere le sorti della giunta comunale è toccato per un fine settimana al vice sindaco Lorenzo Ceravolo. Ora la palla passa al commissario straordinario che dovrà traghettare il Comune fino alla prima tornata elettorale possibile.
Le clientele, i favoritismi, la corruzione, i contributi alle associazioni per ottenere consensi, ma anche una attività di “dossieraggio” ha contraddistinto l’attività dell’ormai ex sindaco Pagoto.


Emerge dalle carte che grazie alla compiacenza del capo della Polizia Municipale veniva utilizzato un occhio di riguardo per i sostenitori e, al contrario, la mano pesante per gli oppositori. E in particolare ci sono gli episodi che vedono come principale bersaglio del sindaco Pagoto l’ex consigliere comunale Michele Rallo, uno dei più attenti osservatori e oppositori dell’amministrazione Pagoto. Su Rallo, ad esempio, erano state utilizzate le telecamere per la videosorveglianza per riprenderlo mentre buttava i rifiuti e poi, con la regia di Pagoto, ci sarebbe stata la creazione di un video per metterlo alla gogna.


Ma non solo. Oggi racconta Rallo che dopo l’inchiesta “abbiamo perso tutti. Ho provato vergogna per loro, per quello che hanno fatto, ma soprattutto per la mia comunità che non merita questa classe dirigente. Personalmente ho sentito la liberazione di tanti anni passati ad essere maniacale, nell’annotare, nell’appuntare tutte le cose che non andavano. Ero andato anche dal compianto prefetto Leopoldo Falco, per cercare di liberare la mia persona. Ricevevo lettere e tentativi di estorcermi il silenzio. Facevo solo il mio mestiere di consigliere comunale”.
“Avevo paura ogni giorno che questa amministrazione potesse mettermi alla gogna anche facendomi delle denunce temerarie, solo per svergognarmi, come hanno fatto con questi montaggi” aggiunge Rallo. “Invece di amministrare perdevano tempo a tentare di mettere alla gogna me e gli oppositori. Anche il capo della Guardia di Finanza era oggetto di continue denigrazioni”.


Quella che cade con le dimissioni di Pagoto e Sammartano per Rallo è “un’amministrazione maldestra che erogava soldi solo per alimentare quel bacino di voti e clientelare. Avevano creato questo sistema e mi viene veramente lo schifo. Ricordo che si voleva creare una fondazione ma che sarebbe servita per assumere e spendere soldi in contributi”. Per Rallo però non finisce qui. ”C’è tanto altro. La “Scrigno” di Favignana non è finita qui. Questa è la punta di un iceberg. Trapani è una città roccaforte della mafia, e Favignana è stata sempre centrale, ci sono gli affari della speculazione del mattone, ci sono figure che nell’ombra rappresentano ancora di più di ieri il fulcro di un impatto affaristico mafioso per spartirsi questo territorio. Facciamo il tifo per la magistratura e per le forze dell’ordine, ma dobbiamo metterci il nostro per creare gli anticorpi” conclude Rallo.

 

Favignana. Michele Rallo: "Così Pagoto e i suoi tentavano di intimidirmi" from Tp24 on Vimeo.