Coronavirus, 523 nuovi casi in Italia. Miozzo (Cts): "Le discoteche devono rimanere chiuse"
Salgono ancora i contagi per Coronavirus e per la prima volta da settimane superano i 500 in 24 ore: sono 523 i nuovi casi registrati in un giorno, secondo i dati del ministero della Salute, mentre mercoledì erano stati 481 ieri.
"Tornare indietro sarebbe una catastrofe, ma è bene sapere che se i contagi continueranno a salire i lockdown locali saranno inevitabili. Noi monitoriamo la situazione e guardiamo i dati. Ci piacerebbe molto far tornare la situazione alla normalità. Ma adesso c'è grande preoccupazione". Lo afferma Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in un'intervista al Corriere della Sera."Abbiamo una graduale ascesa dei numeri, ma soprattutto abbiamo anche persone giovani che stanno entrando nelle terapie intensive. Nessuno è invulnerabile. Ricordiamoci che questa è una malattia maledetta. Quando colpisce può fare male", sottolinea.
"Dobbiamo limitare gli assembramenti. Possiamo anche bere lo spritz, ma se ci ammucchiamo non ci sarà scampo. Mi preoccupa il senso di onnipotenza dei giovani. Se continua così nuovi divieti saranno inevitabili. L'andamento della curva epidemica ci dice che l'Italia è in movimento e il virus sta viaggiando. Se ci faremo sfuggire nuovi focolai avremo guai seri. Non ce lo possiamo permettere", aggiunge Miozzo.
Le discoteche devono rimanere chiuse - "Le discoteche devono rimanere chiuse perché, checché se ne dica, con migliaia di ragazzi ammassati non c'è nulla da fare". Lo ribadisce il coordinatore del Cts Agostino Miozzo ricordando che il parere del Cts non cambia e lo stesso governo lo ha scritto nell'ultimo Dpcm. "Le aggregazioni di massa sono devastanti - aggiunge - impossibili da gestire". Ci sono però degli interessi economici e migliaia di lavoratori da tutelare. "Ci rendiamo perfettamente conto - dice - e per questo servono delle compensazioni. Il lavoratore del settore va tutelato come e forse anche più degli altri, perché parliamo di un settore troppo a rischio".
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