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16/08/2020 18:15:00

Marsala e il "registro dei mai nati", l'UDI: "L'amministrazione torni sui suoi passi"

 C'è stato il tempo di farlo, i consiglieri comunali di Marsala hanno avuto il tempo di pensarlo, studiarlo, proporlo come atto amministrativo e dulcis in fundo, votarlo. Stiamo parlando del "registro dei bambini mai nati", ne abbiamo parlato qui .

Sulla decisione del massimo consesso civico di Marsala, prende posizione l'associazione UDI di Trapani, che con la sua presidente Valentina Colli, chiede all'istituzione marsalese di tornare sui suoi passi, ritenendo che il provvedimento amministrativo mette sicuramente in discussione l’autodeterminazione delle persone, e nello specifico la libera scelta delle donne, a fronte di una presunta "etica comune". Qui la nota completa dell'UDI:

Apprendiamo con sconcerto la proposta di istituire un registro dei “bambini mai nati”, mozione approvata dal Consiglio Comunale di Marsala: non è il primo Comune ad istituire un simile strumento e già Matteo Renzi inauguró a Firenze nel 2013 il “cimitero dei feti”. In realtà, si tratta di una materia ampiamente normata: la L. 285/1990 e il Dpr 254/2003 indicano che, prima della ventesima settimana, i feti possono essere reclamati dalla famiglia. Fino alla ventottesima le aziende ospedaliere sono obbligate alla tumulazione in fosse comuni, sempre che i genitori non preferiscano un'altra sistemazione. E dopo la ventottesima invece quei feti diventano bambini, possono essere registrati all'anagrafe come nati morti e avere una tomba con lapide ed epitaffio come tutti. Questa norma fino ad ora ha garantito regole universali e diritti costituzionali, pertanto non si capisce proprio l’esigenza di minare - a meno che non si voglia mettere in discussione l’autodeterminazione delle persone - la libera scelta delle donne e imporre, attraverso provvedimenti amministrativi, cosa si deve o non si deve fare per non urtare la presunta “etica comune”. Come UDI, chiediamo all’amministrazione di tornare sui propri passi immediatamente, per non cadere nell’ennesima colpevolizzazione delle donne che abortiscono, oltre che sferrare un subdolo attacco al mondo femminile attraverso una criminalizzazione della legge194, che verrebbe inopinatamente attuata dai vari Movimenti per la Vita, strumentalizzando questa delibera.

Quanto al lutto prenatale ci sono modi diversi per affrontarlo, senza tirare in ballo colpevolizzazioni verso le donne e attacchi strumentali alla legge 194: molte associazioni sono da anni presenti per affrontare e sostenere un lutto del quale si parla poco e che invece avrebbe necessità - magari potenziando i consultori anche su questo tipo di servizio - senza usarlo in chiave antiabortista, di essere considerato, nominato ed elaborato in modo laico nello spazio pubblico.

 E c'è anche un alto intervento pubblico sul "registro dei bambini mai nati" di Marsala, da parte di Pina La Villa del Comitato centrale del Partito Comunista Italiano, che ritiene uno strumento intimidatorio nei confronti delle donne, al solo scopo di colpevolizzarle per la loro scelta. Qui la nota: 

"Senza pudore il consiglio comunale di Marsala (TP) ha approvato nell’ultima seduta una delibera che istituisce il “registro dei bambini mai nati”. Penosamente ammantata della retorica della cultura della vita, l’espression,e è un messaggio chiaro rivolto alle donne che abortiscono: siete colpevoli. Non è la prima volta, purtroppo. Altre città italiane negli anni scorsi si sono dotate di questo strumento intimidatorio. E, appena qualche giorno dopo l’approvazione delle nuove linee guida sulla pillola abortiva Ru486, il consiglio comunale di Marsala chiude la sua attività con questa ignobile misura. Un consiglio comunale proiettato verso le elezioni amministrative previste per il 4 e 5 ottobre 2020 ha approvato la delibera con la scandalosa maggioranza di 23 voti a favore su 26 di un arco di forze politiche che si chiamano “democratiche” e che invece, ipocritamente, hanno eluso i principi fondamentali della legge 194, che ha ormai più di quarant’anni ed è stata una conquista di civiltà per uomini e donne. Noi diciamo che questa decisione non ha nulla a che fare con la cultura della vita, ma serve a nutrire e utilizzare un presunto senso comune che si oppone ancora all’autodeterminazione delle donne. Noi diciamo che tutto questo non è più accettabile, che indietro non si torna e che anzi la legge 194 va difesa potenziando le strutture sanitarie ed eliminando lo scandalo dei medici obiettori. Noi diciamo che utilizzare il becero strumento del “registro dei bambini mai nati” denuncia la miseria di una classe politica lontana dalla realtà".

 



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