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08/09/2020 06:00:00

Quando al comune di Castelvetrano c’era Giambalvo, le intercettazioni sulle tangenti

 “Da Ciccio non c’è niente da prendere”.

A dirlo è Lillo Giambalvo, intercettato a fine ottobre 2014, mentre conversa in macchina con un amico. E’ il consigliere comunale che, intercettato, disse che per Matteo Messina Denaro si sarebbe fatto 30 anni di galera.

Ed il Ciccio cui si riferisce è Franco Martino, consigliere comunale di “Articolo 4” (il movimento di Paolo Ruggirello) allora al comune di Castelvetrano.

Giambalvo si lamenta per le tante occasioni che Martino si sarebbe lasciato sfuggire. Occasioni che avrebbero permesso di spartirsi alcune somme tra consiglieri dello stesso gruppo.

 

Dai suoi racconti, anche se i carabinieri non hanno potuto avere dei riscontri concreti, emerge un preoccupante comportamento che i militari indicano come “diffusa corruzione in seno al comune di Castelvetrano”.

Certo, somme relativamente esigue, alle quali pare che Martino non fosse interessato, provocando rabbia e stupore, così come racconta Giambalvo al suo amico in queste intercettazioni.

 

Da Ciccio non c’è niente da prendere – spiega - perché io ti dico che ci sono lavori da tre e quattro mila euro anche in un giorno… ‘se, che minchia ne dobbiamo fare’… gran fissa di to soru… quattro mila euro e ce li dividiamo, firma sto spacchime di coso… ‘no, non devo fare un cazzo, non voglio obblighi con loro’… prende e non mi firma… minchia non l’ho soffocato… (ndr, ride sarcasticamente)”.

 

E di occasioni, ce ne sarebbero state più di una.

Per esempio, quella di un lavoro comunale da 12 mila euro.

12 mila euro… quattro persone e gli ho detto ce li dividiamo…

Ma, “inspiegabilmente” Martino non si presta.

No, dice, io contro la voto… e se ne va!... Ciccio ma tu stai cugghiuniannu.. Ciccio… ‘che cazzo me ne fotte… due mila tre mila non me ne fotte niente… io contro la voto… le delibere a livello comunale non si deve fare niente…”.

L’amarezza di Giambalvo è palpabile: “Buttana di chiddu inferno… abbiamo un accordo fatto, siamo in quattro, non respiriamo, 3 mila euro ciascuno… valli a trovare… minchia non respiriamo buttana della miseria infame…

 

Un altro “dispiacere” avrebbe invece riguardato la trasformazione di alcuni terreni da non edificabili in edificabili. Soprattutto essendo consapevole della forza del gruppo, “Tutti e quattro quando ci uniamo un mondo distruggiamo”.

I terreni che non sono edificabili li dobbiamo fare edificabili… ora io ci dico a Ciccio – racconta Giambalvo – testa di minchia in prima commissione tu non capisci niente… mandaci a Tommaso… dici per dire dobbiamo fare la via Bresciana tutta edificabile, ma per adesso si compra a ‘tummini’… compriamoci tutte cose noi in società… Tutte cose noi in società e poi vendiamo a metro… testa di minchia tu non capisci niente…

Non gliela do neppure se muore a Tommaso” avrebbe però risposto Martino.

Anche in questo caso, dunque, occasione sfumata.

 

In un altro caso ancora, invece, per la nomina del revisore dei conti, qualcuno avrebbe offerto loro 30 mila euro se avessero nominato una persona invece di un’altra.

Peccato però che la cosa era in contrasto con l’indicazione dell’onorevole Paolo Ruggirello, che a suo tempo avrebbe detto a Giambalvo “… diamoci il revisore a loro e tu domani sei consigliere”.

Insomma, il revisore che avrebbero dovuto votare, secondo l’indicazione dell’onorevole, non era quello della tangente da 30 mila euro.

30 mila euro ci dava… ha parlato personalmente con me… ci dava 30 mila euro”, dice Giambalvo intercettato.

Ma poi aggiunge che non poteva certo decidere da solo, “dovevamo essere tutti e quattro (i consiglieri di art.4, ndr)… poi Paolo Ruggirello ha detto ‘diamoci il revisore a loro e tu domani sei consigliere’… cosa dovevo tirare di interesse io?

 

Intanto però, Martino si sarebbe portato avanti col lavoro, racconta Giambalvo: “… ma Ciccio già aveva detto ‘neppure se muore a questa ci voto… quale 30 mila euro…”.

E contro questa presa di posizione avrebbe protestato, sempre secondo Giambalvo, anche un altro consigliere:

Ciccio così aveva detto già… Tommaso Bertolino un bordello faceva… Tommaso Bertolino dice ‘ma tu vero ottuso sei!... 30 mila euro ce li dividevamo tutti e quattro… tu ottuso sei!’… è senza cervello, fa le cose alla rimbogna (ndr, alla carlona)”.

 

Giambalvo però, dalle mille risorse, non si sarebbe perso d’animo.

Infatti al suo amico racconta di essere comunque riuscito ad intascarsi delle tangenti, attraverso la complicità di un altro consigliere comunale, non facente parte del proprio gruppo.

Mi ha detto ‘Lillo, la devi votare contro questa cosa tu’ - racconta di essersi sentito dire – arrivo là e voto contro. Appena voto contro, prende e mi chiamano fuori… mi ha detto dice qua la cosa a noi ci serve, non si può votare contro…”.

Giambalvo a questo punto parla col consigliere che gli aveva suggerito come votare: “Vedi che là quello mi ha detto che la cosa gli serve… che dobbiamo fare qua noi?”.

La risposta, racconta Giambalvo, sarebbe stata questa: “Mandali da me… mandali da me che mi faccio dare due mila euro e ci dividiamo mille euro ciascuno… non dire niente a nessuno... e votiamo a favore… munnu è e munnu arresta… Lillo, sempre così si è fatto!”.

A questo punto, dopo il voto favorevole, una volta usciti fuori, il collega gli avrebbe dato quanto promesso.

Mi ha messo i soldi in tasca… tieni qua, testa di minchia, vacci a comprare… il mangiare ai bambini o roba o cosa minchia ci vuoi comprare ci compri, dice così mi ha detto, stasera ti chiudi i conti ma non devi dire mai niente a nessuno, mi ha detto”.

 

Certo, somme di poco conto, che però danno l’idea di un possibile sistema che inquinerebbe le scelte amministrative.

Come quelle 1000 euro di tangente per un piccolo lavoro comunale.

Giambalvo racconta di aver visto sempre lo stesso consigliere, davanti a lui, rivolgersi all’affidatario dell’intervento:

“…Gli ha detto mille euro ci devi dare, che ci dobbiamo dividere 500 euro ciascuno… mettitelo nelle corna perché non te li faccio fare neppure questi tre giorni…”.

E la conclusione del piccolo affare, la racconta così:

“…Quello ha preso e ce li ha portati nel pomeriggio… 500 euro e 500 euro”.

 

In un’intercettazione con un’altra persona, Giambalvo spiega che “all’interno del comune ce n’è cose per prendere soldi a tempesta”.

E ne racconta un’altra:

L’altro giorno gli ho detto firmami questa delibera, ti metti mille euro in tasca. Che devo fare con mille euro (ha risposto Martino allo stesso Giambalvo ndr)… pezzu di foddi (pezzo di folle ndr) firma questa cazzo di delibera, gli ho detto”.

Ma niente da fare. E allora…

sono andato a cercare un altro e n’ammuccamu mille euro l’uno pure io per dire”.

 

Come si diceva all’inizio, i fatti che racconta Giambalvo non hanno ricevuto riscontri. Da un punto di vista penale, quindi, non hanno alcuna rilevanza. Ma certamente impongono delle riflessioni su uno squallido ambiente che forse, nel 2014, era più diffuso di quanto si creda. E lontanissimo da come dovrebbe essere gestito il bene comune.

 

Egidio Morici