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22/09/2020 06:00:00

Amministrative, Campobello di Mazara. Il candidato sindaco Giuseppe Castiglione

 Ieri abbiamo pubblicato l’intervista a Gaspare Passanante, candidato sindaco di Insieme per Campobello (la potete leggere qui). Oggi è la volta di  Giuseppe Castiglione (Democrazia e Libertà), sindaco uscente e candidato alla guida della città per le prossime amministrative del 4 e 5 ottobre.

 

I suoi avversari parlano di cambiamento, lei chiaramente parla di continuità. Nel 2014, invece, il suo motto era il “ritorno alla normalità”. Ci può spiegare meglio?

 

Io sono stato eletto nel 2014, dopo due anni di commissariamento. Sappiamo bene che i commissari non si occupano di programmazione, ma tendono a gestire l’ordinario. Per me, ritornare alla normalità significava ricominciare a programmare il futuro.

 

Quando il comune fu sciolto, il sindaco era Ciro Caravà, oggi scomparso dopo una malattia.

Caravà, a prescindere dalle rilevanze penali (era stato condannato per mafia e poi assolto in Cassazione) ha rappresentato quella politica che portò allo scioglimento del comune nel 2012.

Il modo di fare politica di Caravà è lo stesso di Castiglione?

 

Assolutamente no, ognuno ha il suo modo, anche se credo che le scelte amministrative di Caravà siano state buone. L’ho sostenuto perché ho creduto nei suoi progetti. E’ chiaro poi che le responsabilità penali sono soggettive ed essere accomunato ad ambienti mafiosi, per me che ho la coscienza pulita, non è affatto una bella cosa. La mia storia, così come quella della mia famiglia, è davvero lontana da certi ambienti.

Se chi mi ha appoggiato politicamente, in un secondo tempo viene indagato o arrestato per fatti che saranno dimostrati processualmente, io non posso certo sentirmi responsabile.

 

Si riferisce al gruppo di Luppino e Giorgi?

 

Esattamente. Già nel 2015 quel gruppo politico nato dal loro sostegno non faceva più parte della mia maggioranza. Ed ancora non erano nemmeno iniziate le indagini che poi porteranno agli arresti nel 2019 (operazione Mafia Bet).

 

Lei ha voluto la realizzazione di un murale che raffigura Peppino Impastato, laddove invece c’era l’effigie di Messina Denaro ed altre scritte sulla mafia. Un’iniziativa che ha un valore simbolico importante, anche se qualcuno ha criticato il fatto che, nei suoi relativi comunicati stampa, il nome del boss sia stato taciuto. Cosa si sente di rispondere?

 

Matteo Messina Denaro è il cancro di questo territorio, non solo di Campobello e Castelvetrano, ma di tutta la Sicilia. Tutto viene ricondotto a questo mafioso che non fa che arrecare danno ad amministrazioni ed attività economiche. Tutti noi, ed io in prima persona, auspichiamo che possa essere catturato il prima possibile, affinché si  possa continuare a vivere con i nostri figli in maniera serena. Mi creda, non ne posso più.

 

 

Che ci dice invece di Vito Bono (indicato dagli inquirenti come appartenente alla cosca mafiosa) e del suo interesse per le scelte amministrative del comune sulla fognatura e sulla nomina del comandante dei vigili urbani?

 

Vito Bono con me non ha mai avuto alcun rapporto,  ha sempre cercato di avvicinarsi, ma io non l’ho mai voluto al mio fianco. Certo, so chi è, perché era il factotum di Daniele Mangiaracina, durante la sua sindacatura. Inoltre, con il comandante Vincenzo Bucca ci conosciamo bene e ci saremmo potuti parlare direttamente, senza la sua intermediazione.  Anzi, le dirò che quando mi candidai nel 2014, fui io a chiedere a Bucca, nel caso fossi diventato sindaco, di tornare a fare il comandante a Campobello, dal momento che lo era già stato ai tempi di Caravà. E lui, visti i problemi che aveva avuto con Caradonna, mi aveva detto sì.

 

Ad ogni modo, non pensa che l’atmosfera sia pesante? L’impressione è che qualsiasi percorso elettorale, a Campobello di Mazara sia disseminato di fiamme libere. Non teme il rischio di bruciarsi?

 

Io ho cercato di candidare il meglio nella mia lista. Poi, è chiaro che non sono un investigatore e non posso avere elementi ulteriori rispetto alle informazioni che si possono reperire nell’ambito dell’ambiente che io frequento. Per esempio, quando arrestarono Mario Giorgi, per me fu una sorpresa: non avevo mai sentito parlare di lui come mafioso. Poi, le mie valutazioni sulla sua persona erano, come ho già detto, di gran lunga precedenti al suo arresto e riguardavano aspetti politici e caratteriali. Stessa cosa nei confronti di Paolo Ruggirello: perché non mi sarei dovuto fidare di un deputato regionale che voleva appoggiare la mia candidatura? Come avrei dovuto sapere che era indagato per fatti di mafia? Oggi, sempre per le cose che posso sapere, io non mi sono seduto nemmeno a parlare con certe persone che avrebbero voluto avvicinarsi.

 

Secondo lei, la massoneria ha una qualche forza nell’esprimere candidati al consiglio comunale e candidati sindaci?

 

Credo che abbia la stessa influenza dei club service. Ma non farei l’errore di pensare alla massoneria come alla P2 o ad Iside, che rappresentano in realtà la sua distorsione. Quella legale non si è mai macchiata di azioni contro lo Stato o contro le pubbliche amministrazioni.

 

Cosa risponde a chi ha criticato la scelta di asfaltare le strade a poche settimane dal voto?

 

Che non conosce come funziona la macchina amministrativa. Si tratta di atti deliberativi risalenti a gennaio che hanno potuto avere esecuzione soltanto adesso, non solo per i tempi necessari dell’iter burocratico e per le ferie dell’impresa, ma anche a causa del lockdown.

 

Migranti stagionali. Qual è il suo punto di vista?

 

Mesi fa abbiamo presentato un progetto alla regione siciliana, che è stato ammesso al finanziamento da 750 mila euro da poter usare per la realizzazione di un campo bene attrezzato per l’accoglienza dei lavoratori, garantendone dignità e sicurezza. Si tratta di fondi che non arriveranno prima di aprile. Insieme alla prefettura, ci sono state forti titubanze nel riaprire il campo di “Fontane d’oro”, come negli anni scorsi, per i problemi di sicurezza sanitaria legati al Covid-19. E’ per questo motivo che, intanto, ho suggerito ai campobellesi di affittare le loro case sfitte (che sono centinaia) ai migranti stagionali per questo periodo di raccolta delle olive. Ad oggi, la manodopera dei migranti stagionali è una risorsa importante per la nostra economia agricola, anche se preferirei quella locale, perché apporterebbe un ulteriore arricchimento per il nostro territorio. Cosa sempre più difficile che si verifichi, visto che il governo invita i cittadini a prendersi 800 euro al mese senza andare a togliere nemmeno un filo d’erba nelle nostre città.

 

Quale progetto già iniziato verrebbe completato, subito dopo la sua rielezione?

 

Il rinnovo dell’illuminazione pubblica di Campobello, Tre Fontane e Torretta Granitola, con la trasformazione degli impianti esistenti con quelli a led. Perché non si è fatto prima? Perché siamo stati penalizzati dalla mancata adesione al  Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) da parte dei commissari straordinari che mi hanno preceduto. Siamo però riusciti ad aderirvi un anno fa, in modo da poter usufruire dei relativi finanziamenti.

 

Chi dei suoi due avversai pensa che possa tenerle testa in queste elezioni, Passanante o Ingroia?

 

Nessuno dei due, credo che potrebbe esserci un testa a testa fra di loro, fra secondo e terzo. E’ la mia sensazione. Se dovessi sbagliarmi, sarà la volta buona per ritirarmi dalla politica.

 

Ammettiamo che i candidati fossero soltanto loro due, secondo lei i campobellesi chi sceglierebbero?

 

Le rispondo con delle domande: perché la città dovrebbe votare Ingroia? Quali soluzioni potrebbe dare ai nostri problemi che nemmeno conosce? E se venisse eletto, farebbe davvero il sindaco di Campobello, oppure delegherebbe il vicesindaco?

 

Egidio Morici