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26/08/2020 06:00:00

Trasferimenti e sostituzioni, l’oscenità del potere tra Campobello e Castelvetrano

 Abbiamo già scritto delle vicende di Campobello di Mazara in uno speciale a puntate, “Inside Campobello”.

In una di queste, abbiamo parlato dell’interessamento di Vito Bono,  ritenuto organico al clan mafioso campobellese, per la nomina del dottor Vincenzo Bucca come comandante della polizia municipale.

Secondo l’accusa, nel 2014 il Bono avrebbe esercitato delle pressioni nei confronti del sindaco di Campobello, Giuseppe Castiglione, e “in un arco di tempo strettissimo – sostengono gli inquirenti - il Bucca ottenne l’incarico”, trasferendosi di fatto da Castelvetrano a Campobello.

 

In passato però, Bucca fu protagonista di un altro trasferimento, stavolta avvenuto da Campobello a Castelvetrano, attraverso un efficiente sistema fatto di delibere di giunta, decisioni del nucleo di valutazione e provvedimenti sindacali. Un meccanismo (quasi) perfetto che, nell’estate del 2009, aveva permesso all’allora sindaco Gianni Pompeo di mettere Bucca come dirigente della polizia municipale di Castelvetrano, al posto di Marcello Caradonna.

Quest’ultimo, per contratto, sarebbe dovuto rimanere fino al 2012. Ma il sindaco Pompeo aveva una strana fretta che gli impedì di aspettare la scadenza naturale. E nonostante il rifiuto di Caradonna a dimettersi “volontariamente”, così come gli aveva chiesto il primo cittadino, la sostituzione avvenne lo stesso.

Caradonna però non si arrese. Denunciò tutto alla procura di Marsala ed ebbe ragione in tutti e tre i gradi di giudizio, costringendo il comune a reintegrarlo nell’esercizio delle sue funzioni di comandante e a corrispondergli, come risarcimento, quella parte di retribuzione che di fatto gli era stata negata negli ultimi anni a causa del licenziamento illegittimo.

 

Ma ecco di seguito l’impressionante sequenza di avvenimenti alla base di una sostituzione che comunque s’aveva da fare. Costi quel che costi.

Tutto comincia già nell’estate del 2008, con strane contestazioni che sindaco e segretario comunale addebitano all’avvocato Caradonna nella qualità di comandante della polizia municipale. Una serie di note, richieste di chiarimenti e relazioni mai fatte in precedenza, che probabilmente servono a creare lo sfondo per la sua sostituzione.

Il 17 dicembre 2008, Bucca chiede al proprio comune di appartenenza, dove riveste la carica di comandante dei vigili urbani, il nulla-osta per essere trasferito presso un altro comune “avendo già ottenuto il consenso da parte del sindaco di quel comune”.

“Quel comune”, senza specificare il nome. Perché?

Perché alla data della richiesta, il posto aggiuntivo di funzionario di vigilanza non era stato ancora previsto (ce n’era solo uno, come per legge).

Verrà previsto successivamente, con una riunione di giunta municipale, nemmeno quindici giorni dopo, l’ultimo dell’anno. Darà parere favorevole il segretario comunale di Castelvetrano, il campobellese Livio Elia Maggio. Parere che, tra l’altro, avrebbe invece dovuto dare il dirigente responsabile del relativo servizio.

Ad ogni modo, adesso i posti sono due. La strada è aperta.

 

Un mese dopo, il 30 gennaio 2009, Bucca chiede al sindaco di Castelvetrano di essere assunto. Ed il 16 febbraio la giunta di Campobello (sindaco Caravà), con una delibera, concede il nulla-osta.

Il giorno dopo Bucca lo trasmette al sindaco Pompeo che, a sua volta, ventiquattr’ore dopo riunisce la giunta ed apporta una modifica alla prima delibera, quella di San Silvestro. La novità è questa:  in caso di assenza o impedimento del comandante, questo dovrà essere sostituito con un funzionario di vigilanza.

Il 4 marzo, poco più di 15 giorni dopo, la stessa giunta si riunisce di nuovo e approva il Programma Triennale del Fabbisogno del Personale 2009-2011, autorizzando contemporaneamente il trasferimento di Bucca da Campobello a Castelvetrano.

 

Adesso sembra tutto in regola per sottoscrivere il contratto di Bucca col comune di Castelvetrano come funzionario di vigilanza. Cosa che in effetti avviene appena 12 giorni dopo.

Ma nello stesso giorno avviene anche un’altra stranezza: Pompeo autorizza Bucca a prestare servizio a Campobello dal 17 al 19 marzo.

Sì, perché nel frattempo il comune di Campobello di Mazara non ha più il suo comandante e allora glielo “presta” per qualche giorno. Giusto il tempo di stipulare una convenzione, che arriva puntualmente.

Il 17 marzo, infatti, l’allora sindaco Ciro Caravà riunisce la giunta ed approva uno schema di convenzione per l’utilizzo del dottor Bucca, “funzionario di vigilanza del comune di Castelvetrano”, come comandante della propria polizia municipale.

Praticamente, sulla carta, Bucca viene trasferito da Campobello a Castelvetrano per sopperire alla carenza del personale. Ma nello stesso tempo, praticamente nello stesso giorno, viene stipulata una convenzione che lo riporta a fare il comandante a Campobello, dove la polizia municipale era rimasta senza guida.

 

Tre giorni dopo, Pompeo convoca Caradonna nel suo ufficio e gli intima di dimettersi in modo da conferire il nuovo incarico a Bucca.

Ma niente da fare, la tensione aumenta e alla fine il sindaco gli dice che l’incarico glielo revocherà lui, prendendosene tute le responsabilità.

Il 14 maggio, con un proprio provvedimento, Pompeo individua Bucca come nuovo comandante in caso di assenza di Caradonna, che intanto rimane fermo nella propria decisione di non dimettersi.

Però, per revocargli l’incarico ci vogliono dei motivi. E la costruzione di questi motivi parte da un’altra delibera di giunta che, il 10 giugno, introduce l’ennesima novità: una new entry al nucleo di valutazione dei dipendenti. Il nuovo arrivato è il segretario Livio Elia Maggio. Anche lui da quel momento avrà diritto di voto.

E i risultati si vedono subito.

Guarda caso, la scheda valutativa di Caradonna stavolta andrà maluccio: obiettivi non documentati, non raggiunti o raggiunti solo parzialmente. Mentre un encomio firmato dal vicesindaco e assessore alla polizia municipale viene totalmente ignorato. Come se non fosse mai esistito.

 

Caradonna contesta punto per punto le osservazioni del nucleo di valutazione, ma niente da fare.

Il 31 luglio 2009 Pompeo dichiara risolto il contratto di lavoro.

Una settimana dopo, al suo posto c’è Bucca.

Come abbiamo detto all’inizio, Caradonna denuncia tutto alla procura della Repubblica di Marsala, vincendo in tutti e tre i gradi di giudizio davanti al Giudice del lavoro. Il comune di Castelvetrano è costretto a reintegrarlo. E per la mancata retribuzione fino alla scadenza dell’incarico, l’ente viene condannato ad un risarcimento da più di 100 mila euro.

 

Oggi, non si può fare a meno di porsi delle domande.

Perché Bucca era così importante per il sindaco di Castelvetrano, al punto da  coinvolgere un segretario comunale, due giunte (Castelvetrano e Campobello) ed un nucleo di valutazione?

Tra l’altro, ha ancora senso che sia il sindaco ad avere potere di nomina e di revoca dei componenti di questo nucleo? Che reale autonomia possono avere dal momento che, se non si piegano ai suoi desiderata, rischiano di ricevere il foglio di via?

Questa scelta di Pompeo era forse collegata in qualche modo alle elezioni regionali del 2012? Certo, mancavano ancora quattro anni, ma Pompeo era un politico che pianificava per tempo i suoi percorsi.

Possiamo considerare questa storia uno spaccato delle tante vie sotterranee in grado di portare voti?

Simili modalità riguardano poche eccezioni del passato, oppure sono diffuse su larga scala ancora adesso?

C’è qualcosa che lega, almeno in termini di modalità, i due trasferimenti di Bucca del 2014 e del 2009?

Chi sono davvero i protagonisti di questa storia? Sono i due comandanti e l’allora sindaco Pompeo di Castelvetrano? Oppure c’è qualcun altro che è rimasto nell’ombra?

Le risposte, forse, non arriveranno mai.

 

Egidio Morici

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