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13/10/2020 07:00:00

Marsala, la violenza e la possibilità di scegliere tra la strada e il riscatto sociale

In queste settimane è tornato centrale il tema della violenza, quella praticata fisicamente contro qualcuno, di quella verbale è pieno il mondo, a lottare contro questa prassi diffusa in pochi, servirebbero delle misure restrittive per chi si presenta sui social e inizia ad insultare qualcuno. Ma questa è un’altra storia.

Marsala rimbalza, ancora una volta, alla cronaca nazionale per una storia di violenza fisica consumata ai danni di un ragazzo di colore, che passeggiava liberamente con la propria fidanzata, in attesa del loro primo figlio. Una spedizione punitiva, il branco contro una sola persona. Picchiato e insultato.

E’ con questo che dovrà fare i conti il primo cittadino, appena eletto. Cominciamo a parlare dei quartieri popolari, delle periferie, che sono state lasciate al loro lungo ed inesorabile declino. Un degrado che consuma il suolo, le menti, la società.

Poco si parla dei ragazzi, gli si concede qualche parola vaga, nessuna azione diretta alla loro crescita, tutela, al loro recupero. C’è una dispersione scolastica molto alta, nessuno ne parla. Perché fa comodo, è facile girarsi dall’altra parte, mettere la polvere sotto il tappeto.
E allora da dove partire? Da un nuovo patto sociale. Bisogna ridisegnare le politiche giovanili, bisogna avere cura delle generazioni future.
Come possiamo parlare di parità sociale, di parità di genere, di equità sociale, se ci sono sacche di popolazione che non hanno gli strumenti adeguati per essere informati, educati, scolarizzati?

Possiamo permetterci che una parte di questi cittadini resti indietro? No.  Si tratta di emancipare la nostra città, di renderla sicura e vivibile.

C’è la assoluta necessità che ci si fermi e si metta mano alla costruzione di una comunità educanda, formata non solo da tecnici del settore ma da uomini e donne di buona volontà che desiderano recuperare parti di una società rimasta indietro.
Un nuovo patto sociale che conceda a tutti la possibilità di scegliere tra la strada e, quindi, la delinquenza, con un destino segnato, e il riscatto sociale.

Questi ragazzi sono vittime del degrado, vittime dell’ambiente che li circonda.  Non si può pensare di andare avanti se c’è chi resta indietro.

Rossana Titone