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20/10/2020 06:00:00

La resa dei conti post-elettorale del Pd di Marsala

 Ad amministrative chiuse il Partito Democratico, a Marsala, deve fare una seria riflessione su che tipo di partito vuole ricostruire e su che tipo di opposizione vorrà fare.

Non era mai accaduto che il Pd rimanesse fuori Sala delle Lapidi, la fretta nell'allestire la lista e la fuga dei tesserati verso le liste civiche ha consegnato una doppia sconfitta.
A distanza di pochi giorni la responsabilità si abbatte sulla segretaria cittadina, Rosalba Mezzapelle, che si era insediata da qualche settimana e su cui oggi non può certo scaricarsi tutta la colpa di anni di politica dem fatta a casaccio e a convenienza anche.

La Mezzapelle ha pure deciso di scendere in campo in prima persona per dare un contributo, una candidatura non pianificata, non organizzata.
Fare il tiro a bersaglio contro di lei equivale a continuare a non affrontare il problema per quello che è, ma in questo i dirigenti del Pd, nuovi ed ex, sono bravissimi.


Il punto lo ha centrato Domenico Venuti: se i tesserati si fossero candidati nella lista del Pd non solo la percentuale sarebbe stata più alta ma gli ingressi in consiglio comunale sarebbero stati almeno due.

Ognuno, dunque, si assuma le responsabilità delle scelte, un partito non è la porta girevole di un hotel, un partito e la sua tessera implicano impegno e sacrificio. Le liste civiche hanno prodotto il nulla, a chi addossare quella colpa?
Anche l'analisi interna secondo cui Alberto Di Girolamo avrebbe dovuto lasciare il passo ad altri, nella candidatura a sindaco, potrebbe essere vero se quel candidato non avesse preso il 10% di voti in più rispetto alle liste.
A cosa servono poi le analisi se continuamente si pensa di massacrare qualcuno all'interno del Pd? E' la vecchia storia dei dem, cambiano le classi dirigente ma non cambiano le faide, le correnti.

A questo si accompagni tutta una serie di dichiarazioni di ex dirigenti che si affollano a sostenere che hanno convintamente votato e fatto votare Massimo Grillo, magari sperano in uno sgabello nella governance.


Non è rimasta in silenzio la Mezzapelle: “ Facendo una riflessione a voce alta, mi viene da pensare che chi si esibisce in simili sconvenienti asserzioni è chi manca dell’idealità di partito, chi non sa cosa vuol dire sposare un progetto politico, chi scambia il Partito Democratico per strumento di mera convenienza per una affermazione personalistica. Ma di cosa e di chi stiamo parlando, di chi vuol salire sul carro del vincitore a tutti i costi? Mi dispiace, ma il Partito Democratico è altro, persegue altro genere di principi, quali ad esempio la coerenza, la correttezza, l’affermazione delle proprie idealità senza valutare se conviene o meno. In politica, come nella vita, si vince e si perde, ma non si deve mai dimenticare che la politica è innanzitutto servizio alle persone, alla comunità di riferimento. Il PD non risponde a logiche “accozzaglia”, aggregarsi cinicamente ad una maggioranza con esponenti di destra e di sinistra”, o fiutare il candidato Sindaco vincente a prescindere, ma risponde a logiche di proposte politiche coerenti, serie. Il Partito Democratico è, a Marsala, un partito certamente da ricostruire, magari liberandolo da chi ne intralcia qualsiasi percorso costruttivo, da chi ne mina la base scardinandone ogni possibilità di crescita politica e sociale”.

Da dove ricomincerà a costruire il Pd? Lo ha ribadito Venuti e ora anche la Mezzapelle, con quanti hanno a cuore il Pd non per convenienza elettorale o di scopo ma con chi è disposto a mettersi al servizio di una comunità senza pretese e senza personalismi. Che, a dire la verità, è quello che dovrebbe fare ogni partito.
Infine la Mezzapelle ha stroncato ogni altra futura polemica: saranno gli organismi competenti a vigilare a che chi parli del Pd lo faccia da dirigente e non da ex o da presunto tale.

Del resto quelli si chiamano attivisti o tesserati.
Che ruolo avrà in tutto questo il sindaco uscente, Alberto Di Girolamo?
Intanto non si è ancora dimesso da consigliere comunale e potrebbe farlo solo una volta eletto il presidente del consiglio, inoltre voci interne al centrosinistra sostengono che vuole mettersi in gioco e spendersi per la ricostruzione di quell'aria che ne è uscita sconfitta.


Chi pensava, o sperava, che Di Giorolamo si ritirasse dalla scena politica ha sbagliato previsione.
Seria e lucida anche l'analisi di Rino Passalacqua, ex assessore e ora eletto consigliere: il Pd deve smetterla di avere la puzza sotto il naso e di trattare i nuovi arrivati come alieni relegandoli all'angolo. In questo i dem sono bravissimi, riescono a fare sentire ospiti chiunque, per loro vale il primato di chi c'è da anni.
Invertire la rotta per ricominciare è indispensabile.